Pisa - Irresponsabile felicità

24 / 10 / 2013

Quanti giorni mancano allo sgombero dell'ex Colorificio Liberato? Non è dato saperlo. Da quando ormai, più di un mese fa, una sentenza ha decretato il sequestro preventivo dell'area di via Montelungo, silenzioso quanto inesorabile è partito il conto alla rovescia. Una minaccia che preme sulla porta d'ingresso, ma che non riesce a entrare. Un'altra forza la tiene lontana, ed è la pressione allegra e, sì, felicemente irresponsabile di quanti non si sono fermati davanti all'alt gridato dalla proprietà a piene fauci.
Quanti giorni mancano allo sgombero del Municipio dei Beni Comuni? Forse uno, forse ancora molti, ma questo muta poco l'orizzonte delle cose. Non lo muta perché le centinaia di persone che ogni giorno nell'ex Colorificio hanno vissuto, hanno lavorato, hanno fatto sport, hanno letto e ascoltato, hanno ballato e hanno conosciuto un altro pezzo di mondo contiguo e prossimo e al proprio, hanno amato, insomma quel popolo che è la sostanza vera delle mura abbandonate di via Montelungo, ha già vinto la propria battaglia. Sì, l'ha vinta, perché ha smesso di essere schiava. Perché ha respinto la paura che le cose potessero finire così, per sette pagine di sentenza, perché ha respinto il monito - quello sì reazionario - di chi annunciava che non vi è legittimità ma solo legalità, perché ha opposto la mano aperta, pronta, al soffio violento di chi ha detto: "Fuori di qui". Essere schiavi, essere servi, non vuol dire solo essere rinchiuso nei ceppi della propria condizione, vuol dire anche delegare il proprio sentire al più forte, al più potente. Vuol dire rinunciare alla propria autentica percezione della vita, in una formula: morire continuando a essere vivi.
L'esperienza dell'ex Colorificio Liberato, l'istituzione del Municipio dei Beni Comuni è stata, è e sarà una rivoluzione, un atto di profonda e radicale liberazione. Una rivolta a viso scoperto che ha riconquistato, intanto, l'autonomia del proprio pensiero, della propria azione. In questo ultimo mese ciascuno ha continuato a camminare, ciascuno ha preso tempo con se stesso, dicendosi: "Vado avanti". Le lotte si perdono spesso sul piano della convinzione, e di una cosa sono convinti le compagne e i compagni dell'ex Colorificio Liberato: questa lotta non sarà eterna, non sarà anticipata dalla raccomandazione alla pazienza, alla sofferenza, al sudore. No, questa lotta s'impenna sulla cresta di una lotta più grande. La lotta per la sopravvivenza dell'ex Colorificio Liberato è la sintesi di un mondo che muta, di un bisogno epocale che preme e al quale tutti noi, con il nostro lavoro, tentiamo di dare una risposta. Non c'è più pazienza nei nostri cuori, nessuna remissione. Quando le forze dell'ordine arriveranno in via Montelungo - speriamo il più tardi possibile - troveranno centinaia di persone, perché così da giorni si presenta il presidio permanente che le compagne e i compagni dell'ex Colorificio hanno convocato. Un presidio fatto di famiglie e bambini, di colore, allegria, di irresponsabile felicità.
Non c'è più tempo per la sconfitta. La nostra liberazione è già cominciata e guarda a domani, ogni giorno con forza più grande.
Conquistiamoci il domani. Liberiamo il futuro.
Tratto da: