Dalla straordinaria mobilitazione per ottenere i referendum sulla gestione del servizio idrico alle lotte autunnali della generazione precaria, un concetto ritorna con frequenza e si impone sul panorama politico nazionale: i beni comuni. Con questo termine i movimenti non qualificano semplicemente alcuni beni da sottrarre al saccheggio operato dal mercato, ma si pongono il problema di definire un nuovo modello di gestione in un'epoca in cui l'azione del pubblico è indirizzata dalle stesse logiche degli attori privati. Dall'acqua all'energia, dal sapere all'uso degli spazi universitari, oggi parlare di beni comuni significa definire un nuovo modello di democrazia che superi quelle contraddizioni della gestione pubblica che l'epoca della crisi fa emergere con forza.
Ne parliamo con:
Ugo Mattei, uno dei promotori dei quesiti referendari sulla gestione del servizio idrico e docente di Diritto Civile a Torino
Luca Tornatore, attivista di Ya basta! e Rigas- Rete Italiana Giustizia Ambientale e Sociale
Laboratorio Occupato Tijuana