Perugia - Un saluto per Luca che è una promessa: noi questa città, questo paese lo rivolteremo!

...e prenderemo insieme l’onda più bella anche per te Luca

19 / 5 / 2011

Siamo i precari, siamo gli studenti, siamo i giovani. Siamo la parte viva e produttiva di questa città: la attraversiamo la costruiamo e la innerviamo con le nostre pratiche di vita e di lavoro quotidiano. Con le nostre azioni, con le nostre relazioni, con in nostri affetti rendiamo questa città viva, produttiva, degna.

Dentro un deserto di mercificazione dei rapporti e della stessa intera vita, cerchiamo un’altra strada, un alternativa alla miseria dell’esistente.

Un esistente fatto di precarietà e assenza di futuro, di miseria economica, sociale e culturale, perché il valore di quello che produciamo ci viene continuamente sottratto in nome del mercato. Perché dei nostri stessi desideri si appropria continuamente un sistema biopolitico di controllo. Un sistema che induce al consumo, consumo produttivo – nel senso che produce denaro per qualcuno-  ma che per la stragrande maggioranza di noi è solo il modo attraverso cui il capitale produce la nostra stessa soggettività, norma i nostri desideri, i nostri corpi.

Televisioni, mass media, centri commerciali, psicofarmaci per tutti - per ridurre l’ansia da precarietà e da solitudine che induce lo stesso sistema- droghe sintetiche per i più giovani per canalizzare i loro desideri e la loro rabbia, la loro potenziale forza di cambiamento. In questo caso mercato nero e mercato bianco si intrecciano dentro un reticolo di stupefacenti collisioni che nascondono nessi tra la stessa “mafia” e imprenditoria.

Nel deserto cittadino le stesse politiche securitarie che ci vorrebbero rinchiusi nelle case e atomizzati, in modo da controllare meglio le nostre capacità di vita, relazione e cooperazione, o tuttalpiù ordinati come bravi soldatini dentro gli eventi di consumo, culturali sociali, prodotti dal sistema stesso, le stesse politiche securitarie, viaggiano di pari passo con le politiche che permettono una stradiffusione di sostanze stupefacenti pesanti, e dietro le retoriche della sicurezza si celano in realtà solo la caccia al diverso, il migrante, il rom, il frikkettone. Nessun reale contrasto alle reti politiche e mafiose che permettono alla radice lo smercio delle sostanze.

Eppure qualcosa sta cambiando, lo abbiamo visto con le grandi manifestazioni dell’inverno per la difesa della scuola, nella lotta alla precarietà e per un futuro degno. Una nuova generazione ha fatto la sua apparizione insieme ad un vento di cambiamento. Reti di lotte tra le due sponde del Mediterraneo, dalle piazze del Nord-Africa alla rivolta spagnola di Puerta del Sol, hanno attivato il protagonismo di migliaia e migliaia di giovani e non, di precari pensionati, grandi e piccoli uomini e donne che smettono di avere paura, spengono i televisori e scendono nelle piazze con i loro corpi, portando insieme la potenza del desiderio per una società diversa, più giusta.

Noi siamo qui, non abbiamo paura e come bravi surfisti aspetteremo questa grande nuova onda che ci abbraccerà lo sappiamo, presto, molto presto. E prenderemo insieme l’onda più bella anche per te Luca.

Ci riapproprieremo delle nostre vite, dei nostri desideri, della nostra potenza produttiva, costruiremo un divenire comune che è altro.