Europride 2011

Per non essere normal/ti

3 / 6 / 2011

..Vogliamo una società diversa dove siano rispettate le molteplici forme di vivere il sesso e la sessualità (lesbiche, gay, intersex, bisessuali, transessuali, transgender…) e sia riconosciuto il diritto alla sessualità in tutte le tappe della vita. Esigiamo la de-patologizzazione delle identità trans. Esigiamo che lo stato e la chiesa smettano di interferire nelle nostre vite_

dalla traduzione del Manifesto Femminista delle donne Indignadas, scritto dalle compagne in protesta, il 20 maggio 2011: LA REVOLUCIÓN SERÁ FEMINISTA O NO SERÁ

Verso l'Europride 2011..per non essere normal/ti

Negli ultimi tempi è sempre più viva la consapevolezza che le forme di controllo e di sfruttamento si concentrano sui nostri corpi, sulle loro abitudini, sui loro desideri. Al contempo cresce la sensazione che la nostra capacità di produrre forme di vita e socialità alternative sia di continuo capitalizzata e consumata, nella noiosa routine della società vetrinaspettacolo.

Da un lato ci sentiamo come schiacciati, spinti ad accettare un modo di vita standardizzato – consuma produci e riproduciti s'intende-, dall'altro ci sentiamo privati della nostra creatività, messa a profitto sempre per terzi e mai per noi.

Ancora oggi, ci dicono che bisogna scegliere tra due sole vie: normale o anormale.

Un po' come dire: c'è il bene e c'è il male. Ci sono persone buone, che meritano diritti e cittadinanza, e persone cattive, che meritano solo inivisibilità ed esclusione. Questo governo e l'attuale classe politica si sono spesso serviti dei corpi delle soggettività più esposte- prostitute e migranti per esempio, ma anche donne e lesbice, gay e trans- per indirizzare diffidenze e paure e giustificare così i loro provvedimenti fascisti, come il tentativo di rendere la prostituzione un reato, di istituzionalizzare pratiche come le ronde e le loro conseguenti derive securitarie.

Ma perchè chiese e governi, authorithy farmaceutiche e multinazionali di cibo e cosmetici dovrebbero decidere chi è normale e chi è anormale? E con quali criteri? Come può la sessualità, o la provenienza di una persona, diventare un criterio per stabilire chi è dentro e chi è fuori dal normale?

Noi saremo a Roma perchè riteniamo che ogni soggettività abbia il diritto all'autodeterminazione, perchè ognun@ possa scegliere da sé e per sé come non essere normale.

Perchè se normale è l'uomo eterosessuale, bianco, occidentale, proprietario di beni e prole considerati privati, allora questa definizione ci sta troppo stretta. Questa definizione di normale si basa su una concezione ipocrita della libertà di scelta, contro cui lottiamo perchè non ci accontenteremo mai di percorrere il cammino emancipazionista della donna uguale all'uomo, al contrario vogliamo determinare le condizioni di possibilità per cui ogni tutt@ abbia accesso a pari diritti di cittadinanza.

Lo misuriamo tutti i giorni sulla nostra pelle che non siamo tutti cittadini allo stesso modo. Anzi dobbiamo saper riconoscere quel gap che c'è tra le nostre scelte quotidiane in fatto di sessualità e i diritti che, in astratto, i codici dovrebbero garantirci. Le norme vigenti tuttora in Italia non riconoscono le unioni delle soggettività lgbtq, fanno riferimento a un sistema di pensiero obsoleto e sessista, omofobo e razzista. La legge 194, la legge 40, il pacchetto sicurezza, la legge Bossi-Fini ignorano e calpestano la pluralità delle nostre differenze. Le carte costituzionali europee sembrano garantire solo in astratto pari opportunità, mentre provvedimenti disciplinari, sanzioni amministrative e ordinanze comunali decidono dei nostri spazi e tempi di socialità.

Per questo parlare di cittadinanza e autodeterminazione per tutt@, verso l'Europride 2011, significa

intraprendere un percorso di lotte all'altezza del presente, in un contensto politico e sociale in forte cambiamento, in cui le ventate di aria nuova hanno visto la sconfitta del modello Berlusconi e della politica del bunga-bunga e che vede proprio nell'11 giugno la vigilia di  un altro grande momento di riappropriazione di diritti: il referendum per dire Sì ai beni comuni e non a quelli privati e privatizzanti.
Se siamo dunque t
utt@ cittadin@ allora nessun@ potrà più essere chiuso in un Cie. Se siamo tutt@ cittadin@ allora bisogna cominciare a lottare per un nuovo welfare non più familista né lavorista, ma centrato sulle singolarità e i loro desideri. Se siamo tutt@ cittadin@ allora ognun@ può convivere con chi vuole, ognun@ ha diritto alle libertà di movimento ed espressione.

Verso l'europride 2011 affermiamo con gioia la nostra smisurata (a)normalità.

Se vogliono che normale significhi razzista, omofobo e fascista allora noi normalti non lo saremo mai. Ci vogliamo liber@ e aperti, capaci di accogliere le differenze e sperimentare. Ci vogliamo strani e antissessiti e attraverseremo le strade di Roma per incontrare altre soggettività liber@, con le quali cominciare a riprenderci le mille nuove forme di vita di cui siamo capac@.

C.s. Tpo

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5/6/2011 19:00 > 6/6/2011 00:00