Pavia - Dopo il corteo dei mille

11 / 5 / 2010

Martedì 4 maggio all'alba con un ingente spiegamento di forze di polizia il CS Barattolo è stato murato, dopo 12 anni di vita. Il sindaco Cattaneo ha voluto chiudere con la forza l'unico spazio cittadino autogestito, uno spazio di libera aggregazione e partecipazione. Cattaneo si è nascosto dietro un finto dialogo, per mascherare la nullità delle sue politiche per i giovani. In realtà il sindaco ha voluto lo sgombero per zittire una voce fuori dal coro, una voce che lo ha apertamente criticato, una voce che ha palesato il razzismo della sua “politica del fare”, una voce che ha svelato i numerosi legami tra la sua giunta e i picchiatori squadristi che scorrazzano per la città.

La città ha dato una forte risposta allo sgombero: cortei, presidi, assemblee e occupazioni si sono susseguite nelle prime ore dopo l'innalzamento del muro. Mentre crescevano l'indignazione di cittadine e cittadini e aumentava la solidarietà, si palesava indiscutibilmente il radicamento del CS Barattolo nel territorio. Le istituzioni hanno cercato di nascondere sotto il tappeto un problema reale, quello degli spazi negati a studenti e giovani. Pavia non è una città per giovani, nonostante lo affermino quel giovane vecchio del sindaco e un rettore settantenne. In questo contesto, “casualmente”, i naziskin si sono fatti più aggressivi. “Casualmente”, è stata sgomberata la finta occupazione di due (2!) militanti del partito neofascista di Forza Nuova. È stato inutilmente costruito ad arte un clima di tensione per scoraggiare la partecipazione al corteo in solidarietà con il CS Barattolo, anche minacciando i commercianti, che, invece, sono rimasti aperti. I burattinai che tirano i fili dei neonazisti pavesi hanno nomi e cognomi: sono il vicesindaco Centinaio e il consigliere regionale Ciocca, unico politico ad aver portato solidarietà a Forza Nuova. Questo lo affermano i fascisti stessi, una cinquantina di individui estranei alla città.

Sabato pomeriggio mille persone sono scese in piazza per reclamare il proseguimento delle pluriennali attività del CS Barattolo. Le attività del Centro Sociale costruiscono, qui ed ora, la città diversa, la città che vogliamo. Il Barattolo non è un problema di ordine pubblico: ci sorprende che il sindaco sia sorpreso (!?) dall'assenza di scontri durante il nostro corteo. Forse se li augurava. In realtà, il Barattolo pone problemi di ordine sociale. Problemi delle cittadine e dei cittadini di Pavia, che il sindaco ignora o contribuisce a creare. Il sindaco vuole una città silenziosa, pacificata, ideale per poter condurre indisturbate speculazioni edilizie e devastazioni territoriali. Cattaneo, come tutta la cricca di politicanti pavesi, è un burattino nelle mani di chi finanzia le campagne elettorali: i vari Grossi, Zunino, Ligresti, Caltagirone e compagnia speculante.

Il Barattolo non sono quattro mura, ma un'idea di città. Una città solidale e aperta alle donne e agli uomini migranti che la vivono. Una città dove studentesse e studenti abbiano spazi e servizi e non siano solo quelli che con i loro affitti riversano in città milioni di euro. Una città dove le case non siano ricche rendite per pochi, ma un diritto per tutti coloro che sono in attesa di residenze popolari. Una città senza paura, dove la sicurezza non sia demandata alla polizia ma alla vivacità delle sue strade anche la sera e la notte. Una città dove la cultura sia messa davanti agli interessi finanziari di pochi, come invece è successo con il cinema Kursaal. Una città dove la cultura non sia imbavagliata da censura e regole assurde, ma sia libera e gratuita, come con i concerti, i dibattiti e le proiezioni del Barattolo. Una città in cui muoversi in modo sostenibile, magari con le biciclette riparate alla ciclofficina del Barattolo. Una città dove gli autobus non vengano tagliati per far spazio a nuovi megaparcheggi in centro. Una città dove godersi liberamente il verde pubblico, senza che questo venga regalato ai soliti amici cementificatori come sta accadendo per il parco della Vernavola. Una città dove le aree dismesse vengano realmente bonificate, riciclate e messe in comune, e non svendute per costruirci centri commerciali.

Nessuno ci venga a dire che facciamo muro contro muro: mentre loro li costruiscono, noi li abbattiamo. Così abbiamo fatto a Fossarmato, liberando il centro di accoglienza per migranti e pavesi. Così faremo in Borgo Ticino.

Cs Barattolo