Parma - Welcome - Per un’accoglienza degna

Comunicato stampa dell'Associazione Ya Basta! Parma

15 / 4 / 2011

Legittimo è il diritto a migrare, ancora di più è quello di fuggire da una condizione di precarietà dettata dall’assenza di certezze rispetto al proprio futuro. Quando l’assenza di futuro è determinata da una guerra in atto o da trasformazioni sociali radicali che mettono a rischio la vita delle persone, tutti noi dobbiamo chiederci se la legittimità delle migrazioni non costituisca anche un’opportunità per noi che viviamo in Europa.

Saranno 1500 i profughi in fuga dal Maghreb e dal Mashrek ad essere ospitati ed assistiti nella nostra Regione e all’incirca il 10% dalla Provincia di Parma, distribuiti in tutti i suoi comuni.

Persone fatte di carne ed ossa, con biografie differenti ma tutte con il medesimo desiderio, quello di ricostruirsi una vita dignitosa e sicura.

E’ una necessità che nasce dall’urgenza di fuggire dalla guerra, ma è anche un’opportunità che tutti dobbiamo cogliere per immaginare un’Europa capace di costruire nuove relazioni, capace di fornire aiuto, capace di trasformare questo desiderio proveniente da territori a noi così vicini in un progetto di accoglienza dignitosa.

La scelta della regione Emilia Romagna di non emulare quella di altre regioni italiane nella costruzione di enormi campi di confino (come successo a Manduria o Mineo), è da tutti i punti di vista apprezzabile, ora però questa linea guida deve sviluppare una concretizzazione reale.

Se con i criteri dettati dalla Regione sull’accoglienza riusciremo a scongiurare sul nostro territorio la presenza di carceri speciali per persone che non hanno commesso nessun reato, se riusciremo ad evitare ciò che è successo a Santa Maria Capua Vetere con l’utilizzo della violenza da parte della polizia per sedare la legittima protesta dei migranti rinchiusi in un ex carcere in condizioni igienico-sanitarie pessime, la parola “accoglienza” potrà avere senso.

Monitorare ciò che nei prossimi giorni sarà il progetto di accoglienza sul nostro territorio è necessario, per non compiere gli stessi errori che l’Europa e il governo italiano stanno facendo sulla pelle di migliaia di uomini, donne e bambini.   

L’articolo 13 della nostra Costituzione dice che “ la libertà personale è inviolabile. Non è ammessa alcuna forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dall’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge”.

Il 7 aprile il Presidente del Consiglio dei Ministri ha firmato il decreto che dichiara lo stato di emergenza umanitaria nel territorio del nord-africa per consentire l’efficace contrasto dell’afflusso eccezionale di cittadini extracomunitari. In questo decreto si nominano degli interventi “in deroga all’ordinamento giuridico” per consentire il raggiungimento di tale obiettivo.

La deroga all’ordinamento giuridico ci spiega l’eccezionalità dell’intervento del nostro governo, oramai solito utilizzare il concetto di “emergenza” come spazio di intervento al di fuori della legge. Lo stesso meccanismo utilizzato rispetto all’emergenza rifiuti in Campania e all’emergenza post-terremoto in Abruzzo.

Ma lo stato di emergenza non può nasconderci il fallimento della legge Bossi-Fini sull’immigrazione e dell’esternalizzazione delle politiche migratorie fuori dai confini europei. Gli accordi siglati con la Tunisia di Ben Alì e con la Libia di Gheddafi deflagrano finalmente sotto i colpi dei movimenti nord-africani che reclamano diritti e democrazia. Il diritto a circolare senza confini torna prepotentemente ad essere al centro del dibattito politico di quella che fino a qualche mese fa era la Fortezza Europa.

Adesso sta a noi pretendere l’accoglienza dei migranti sul territorio italiano e la libera circolazione nello spazio Schengen, per costruire uno spazio europeo libero per tutti.

Per questo domenica 17 aprile saremo a Ventimiglia sul “Treno della dignità”  per accompagnare i fratelli e le sorelle migranti in possesso del permesso temporaneo oltre la frontiera imposta dallo stato francese. Italiani, francesi e migranti sfideranno insieme i blocchi dei governi, per riaprire le frontiere, garantire il libero accesso al territorio europeo e ribadire che nessun uomo è illegale.