Parma - No MUOS: protesta ad "alta frequenza"

di Arianna Messina - Anomalia Parma

14 / 2 / 2013

Si avvicina il 30 Marzo, l’eco si fa più forte. Da Sud a Nord la protesta avanza , forte della solidarietà di un popolo che non vuole piegarsi all’ennesima prepotenza da parte dei “governi dei non diritti”.
La storia si ripete sempre uguale, dal MOLIN alla TAV, all’ILVA, al M.U.O.S., eventi accomunati dallo stesso denominatore: la politica che ci ha rubato anche il diritto alla vita.
Mobile User Objective System, una rete di mega-antenne e satelliti (tre grandi parabole del diametro di 18,4 metri e due antenne alte 149 metri) per le telecomunicazioni veloci, per il controllo e il coordinamento capillare di tutti i sistemi militari statunitensi dislocati nel globo, sia sopra che sotto la superficie terrestre. Sistema per propagare, moltiplicare, dilatare, gli ordini di attacco convenzionale, chimico, batteriologico e nucleare.
La stazione radio statunitense sorge in contrada Ulmo, all’interno della base della Marina Militare Americana NRTF-8 di Niscemi, nel bel mezzo della riserva naturale Sughereta.
Definita da qualcuno l’arma perfetta per i conflitti del XXI secolo, per il governo italiano “un’opera di importanza strategica per la sicurezza”. Peccato solo che il MUOStro incarni le mille contraddizioni della globalizzazione neoliberista. Uccidere in nome della pace e dell’ordine sovranazionale devastando il clima, il territorio, l’ambiente, calpestando il diritto alla salute dell’intera popolazione siciliana.
I rischi correlati all’emissioni elettromagnetiche del M.U.O.S. vanno a sommarsi a quelli delle già esistenti 41 antenne operative a partire dal 1991 all’interno della stessa base. Si parla di fasci di campi elettromagnetici di intensità tale da avere seri effetti biologici su esseri umani, flora e fauna in un raggio di circa 140 Km, ciò significa un incremento del rischio d’insorgenza di malattie tumorali, riduzione della fertilità, autismo, per non parlare degli effetti devastanti sull’ecosistema e sulla produzione agricola e ell’interferenza con apparecchiature elettroniche di qualsiasi tipo (pacemaker, attrezzature ospedaliere, apparecchi acustici) nonché i danni alle strumentazioni necessarie alla sicurezza dei voli (ricordiamo che in quella stessa area è prevista l’inaugurazione dell’aeroporto civile di Comiso, Ragusa).
E’ a partire dal 19-02-2008 che a Niscemi, nel cuore della riserva naturale Sughereta (Sito di Interesse Comunitario, nonché zona “A” inedificabile), fervono i preparativi per l’installazione di uno dei suoi 4 terminali terrestri (gli altri 3 si trovano in aree desertiche del pianeta!). Un’opera benedetta dai Signori del Pentagono, dal Governo Italiano e dalla Regione Siciliana con l’immancabile collaborazione della mafia locale. Lavori realizzati senza chiedere alcuna autorizzazione, violando trattati di pace stipulati nel primo dopoguerra, il susseguirsi di una serie di “manovre” che avrebbero portato la Regione Sicilia ad impegnarsi a concludere positivamente l’iter approvativo del progetto MUOS. Ma soprattutto lavori realizzati senza chiedere l’approvazione del popolo siciliano.
E’ per questo motivo che, sempre a Niscemi, il 25-02-2009 nasce il primo Comitato No MUOS e di lì a seguire la costituzione dei vari comitati ad oggi sparsi sul territorio. Un movimento di protesta che a gran voce denuncia i soprusi che minacciano la libertà e i diritti dei popoli. Un segnale forte viene da quella Sicilia che non si riconosce negli stereotipi di mafia, corruzione e degrado. Tutti uniti dallo stesso senso di disapprovazione e sconcerto per ciò che sta accadendo nella propria terra, la violazione del diritto alla salute e l’imposizione di una militarizzazione del territorio che bene si cela dietro all’ormai vecchia maschera della Pace nel mondo.
I comitati No MUOS si sono impegnati al fine di garantire un’informazione libera, mediante un paziente lavoro di osservazione per la raccolta di dati, in contrasto con le politiche del silenzio adottate dai governi americano e italiano.
L’atteggiamento della Regione Sicilia è stato quello di una regione che, sotto la guida del governatore Raffaele Lombardo, si è premurata di concedere autorizzazioni per i cantieri in tempi rapidi, rivelandosi però poco attenta alla tutela ambientale e della popolazione. C’è anche da sottolineare che la vicenda NO MUOS è caduta tra due momenti elettorali cruciali, le recenti regionali e le prossime politiche. Tutto ciò ha fatto si che le istituzioni regionali prendessero delle posizioni impegnative, spesso però mantenute solo sulla carta, ma si sa in campagna elettorale tutto è concesso e il populismo la fa da padrone. Basti pensare all’inattività dell’attuale governatore regionale Rosario Crocetta di fronte alla disposizione, da parte del Ministero degli Interni, di un intervento repressivo con una carica violenta contro il presidio dei manifestanti No Muos con la quale si è consentito al convoglio che trasportava le parabole e i materiali necessari per il montaggio di entrare dentro l’area off limits. Qualcuno dovrebbe ricordare a Crocetta di essere per Statuto il Capo della Polizia in Sicilia, dunque avrebbe potuto e dovuto alzare la sua voce contro quella che era una scorrettezza del Ministero degli Interni, sul piano del riconoscimento dei poteri. Un passo falso dopo l’altro quello del presidente della regione, deciso anche a confermare dirigenti rivelatisi protagonisti in negativo nella vicenda MUOS, quali la dottoressa Patrizia Monterosso e il dottor Giovanni Arnone, quest’ultimo firmatario delle autorizzazioni già concesse, mica male come tentativo di interruzione della trattativa relativa al MUOS.
Nonostante le innumerevoli avversità, il 5 febbraio in seguito all’ incontro tra i rappresentanti del movimento No Muos e docenti universitari sul rischio da inquinamento elettromagnetico del sistema di comunicazioni satellitari (incontro disertato dai rappresentanti USA), la giunta regionale siciliana ha concesso il mandato all’assessore al Territorio di ”avviare la revoca delle autorizzazioni” concesse nel giugno 2011, e non solo la sospensione, come avvenuto in precedenza. Ovviamente il presidente Crocetta non ha esitato a farsi attendere, firmando la revoca soltanto giorni dopo la concessione della stessa, suscitando non poche perplessità da parte dei sostenitori NO MUOS.
Malgrado sia stato firmato l’atto di revoca delle autorizzazioni concesse, la marina militare statunitense volutamente ignora e con prepotente menefreghismo non tiene conto della Sovranità del Popolo Siciliano. Intanto continuano il presidio a Niscemi e le mobilitazioni nei territori, verso la manifestazione nazionale del 30 marzo 2013.
Il popolo siciliano sembra disposto ad opporsi con tutti i mezzi per far capire che l’isola appartiene ai Siciliani e che troppo a lungo si è abusato della loro generosità.
E’ arrivata l’ora di spezzare quelle catene che dal ’43 rendono questo popolo schiavo inconsapevole, con l’inconsapevole ricatto di prendersi cura di lui.