Fonte: La Repubblica Parma del 9 marzo 2011

Parma - L'occupazione è verde

Per tre giorni gli studenti parleranno dell'inceneritore e di altri temi ambientali. "Non saremo solo precari a vita ma anche vittime degli sprechi"

9 / 3 / 2011

“L’inceneritore comprometterà del tutto il nostro ecosistema, il nostro bios. Abbiamo bisogno di nuovi modelli di vita, di una gestione democratica delle risorse. Di un sistema produttivo che parta dal basso”. A parlare stavolta non è l’ormai celebre Francesco Barbieri, guida spirituale del Gcr, ma uno studente. Iacopo Bergamo, 22 anni, terzo anno di Medicina. Fa parte, insieme ad altri venti ragazzi, del comitato “Studenti autonomi in movimento”. Insieme hanno organizzato la prima “occupazione verde” dell’Università di Parma. Tre giorni di incontri, discussioni, informazione sui “beni comuni ambientali”, come si legge sui volantini che distribuiscono da oggi a Lettere. Giovedì 10, venerdì 11 e sabato 12. Per tre giorni il plesso delle aule K di Lettere diventerà un grande spazio sul Sapere ecosostenibile, sulle tecniche e la ricerca di forme democratiche di gestione dei beni naturali. Così anche gli studenti si uniscono, a modo loro, alla protesta contro la costruzione dell’inceneritore, che per i ragazzi del collettivo rappresenta una chiara regressione rispetto alle possibilità di migliorare l’ecosistema con le nuove tecnologie.

“Nel nostro futuro non vediamo solo il precariato a vita – spiega Iacopo – come se non bastasse siamo le vittime dei costi e degli sprechi del sistema produttivo attuale. Per questo abbiamo deciso di metterci insieme a studiare un’alternativa possibile”. Con l’“occupazione verde” – interamente autofinanziata dagli studenti – i ragazzi si rivolgono a tutta la città, e sperano di coinvolgere il maggior numero di giovani possibile. “Alla fine quello dell’ambiente è soprattutto un problema che dovremo affrontare noi”, insiste Iacopo.

Nessuna protesta urlata, nessuna manifestazione stavolta. Nessun megafono. L’“occupazione verde” è una lotta si combatte informando e informandosi. Gli studenti hanno mandato al Rettore il loro programma. Non hanno avuto risposta, e si sono organizzati lo stesso. Le aule verranno occupate a lezioni terminate. Senza interrompere nessun corso. Poi c’è il finesettimana di mezzo: sabato l’Università chiude come sempre, e domenica è un giorno utile per riordinare e buttar via i rifiuti accumulati. Raccolta differenziata, ovviamente.

LE GIORNATE - Così si strutturano i tre giorni di “occupazione verde”. Ogni pomeriggio a partire dalle 16 si terrà un incontro di autoformazione ai nuovi comportamenti ecosostenibili. Il collettivo studentesco ha invitato ricercatori ed esperti. Tra gli ospiti non manca il Gcr, sabato 12, che parlerà di gestione alternativa ecocompatibile insieme a Umberto Fonda, assessore alla Politiche Ambientali del Comune di Monteveglio, paese del bolognese da poco certificato “transition town” – città di transizione ecologica – per aver già messo in atto politiche ecosostenibili sullo smaltimento di rifiuti e la produzione di beni primari (filiera corta, chilometro zero). Venerdì 11 marzo, incontro sulla gestione democratica dei beni comuni ambientali. Ospiti il comitato “Acqua pubblica” di Parma e Luca Tornatore, ricercatore dell’Università di Trieste, membro del team di Margherita Hack.

Alle 19 è tempo di un aperitivo biodinamico-ecocompatibile, nuova formula basata sui prodotti naturali e biologici della “Mercatiniera” e sul vino della “Biosteria”. Due realtà locali nel campo delle autoproduzioni alimentari genuine a chilometro zero a cui aderiscono diversi agricoltori della nostra provincia. All’aperitivo niente plastica, né petrolio o derivati. Solo piatti e bicchieri in mais.

La sera, invece, spazio agli eventi culturali. In programma lo spettacolo teatrale “Non vengo dalla luna”, tratto dai racconti degli studenti italiani che hanno partecipato a dicembre alla manifestazione di Roma contro il ddl Gelmini. Poi presentazioni di libri ed esposizioni artistiche. Non manca la musica, con i concerti di diversi gruppi locali.

(alessandro trentadue)