Parma: la lotta per la casa respinge il reparto mobile. Rinviato lo sfratto di una famiglia grazie anche alla sospensione decisa dall’Onu

12 / 5 / 2022

Rete Diritti in Casa, Ecologia politica, Collettiva transfemminista e Artlab hanno bloccato la Celere a Parma, impedendo così lo sfratto di Maria, gravemente malata di diabete, e della nipote di 11 anni pure lei malata. Lo sfratto è stato rinviato al mese di luglio, nel frattempo si è cercato di far rispettare l’istanza presentata all’Onu, che ha recentemente preso posizione contro gli sfratti senza alcuna soluzione alternativa.

In seguito il comunicato:

Questa mattina a Parma la questura ha cercato di eseguire uno sfratto con la forza ma la determinazione dell* attivist* e una sospensiva da parte dell’Onu hanno evitato che ciò avvenisse. 

La famiglia sotto sfratto, composta da Maria, una donna malata da tempo e la nipotina di 11 anni, anch’essa malata, si sarebbe trovata a vivere per strada poiché le istituzioni non sono riuscite a trovare una soluzione abitativa alternativa. Data la situazione al limite, anche l’Onu si era espressa con una sospensiva dello sfratto, che però inizialmente non sembrava essere stata accettata dal giudice. Quindi dalle 6 del mattino tantissim* attivist* si sono dat* appuntamento in Borgo delle Colonne per evitare che l’ordine di sfratto venisse applicato dagli ufficiali giudiziari. La questura, però, ha messo in campo un ingentissimo spiegamento di forze, tra cui un reparto della celere, digossini e polizia locale, tutti al comando del vicequestore. Dopo qualche ora passata in un clima tranquillo e di attesa che il giudice accettasse la sospensiva dell’Onu, il vicequestore ordina al reparto della celere di sgomberare il presidio, del tutto pacifico, davanti alla porta dell’appartamento. Si scatena così un parapiglia nel quale le forze dell’ordine, con un utilizzo della forza del tutto spropositato per la situazione, spintonano e strattonano l* attivist*, trascinandol* via e posizionandosi davanti all’appartamento, da dove il vicequestore si lascia andare ad insulti sessisti ed omofobi nei confronti di un compagno. 

Dopo mezz’ora da quest’abuso di potere arriva la conferma che il giudice ha accolto la sospensiva dell’Onu, anche valutando il certificato medico della bambina, che quindi ha rimandato lo sfratto di due mesi, in attesa che venga trovata una soluzione abitativa alternativa a Maria e alla nipote. Costretti quindi dall’ordine del giudice, i celerini si spostano da davanti la porta di casa, ma il questore, non soddisfatto delle scenate precedenti, si scaglia con spintoni ed insulti contro due compagni e un giornalista, trattenuto solamente dai propri stessi colleghi. 

L’episodio di questa mattina pensiamo sia emblematico di come la questione abitativa che affligge Parma, ma anche moltissime altre città italiane, venga gestita dalle istituzioni solamente come un problema da risolvere con la forza pubblica, spesso incuranti delle sorti a cui destinano gli abitanti sfrattati, proteggendo gli interessi di chi specula sul diritto all’abitare. 

Rete Diritti in Casa

Artlab

Ecologia Politica Parma

La Collettiva