Uniti verso lo sciopero

Parma - Con la cultura non si mangia…? Figuriamoci con l’ignoranza.

Comunicato distribuito dalla Locomotiva dei precari all'ingresso del concerto di Guccini.

14 / 4 / 2011

Di fronte a una crisi globale che attanaglia le nostre esistenze in una morsa sempre più stretta e soffocante di precarietà e negazione dei diritti, vogliamo e dobbiamo immaginare un'alternativa. Un'alternativa che non può rimanere una mera evocazione, ma che deve tramutarsi in realtà attraverso la concretezza della pratica. La pratica della lotta, del conflitto e della …costruzione di un futuro che inizia ora, adesso, nei nostri spazi e nel nostro tempo. Siamo studenti e studentesse, ma ciò non è sufficiente per dire chi siamo: siamo corpi vivi che amano, lavorano, creano, immaginano, leggono, ridono, si disperano di fronte a un contratto non rinnovato, che si trovano a fare i conti con un welfare state sgretolato a furia di tagli alla spesa pubblica e ai servizi, che vivono in un sistema produttivo vorace che ha conquistato tutta la nostra esistenza, sino a far scomparire la differenza tra produzione e riproduzione. Siamo una generazione su cui si abbatte la spada di Damocle della precarietà, che non è limitata alla sfera lavorativa, ma che si estende a tutto il nostro bios. Le nostre università non sono altro che luoghi in cui normare e perpetrare la precarietà; luoghi nei quali ci insegnano a prevaricare sull’altro innescando una guerra tra poveri che ci rinchiude in un isolamento succube e ci condanna alla sopravvivenza e ad accettare il meno peggio.
In uno scenario così inquietante l’ unica strada percorribile è quella dell’ unione. Unione che non è una semplice sommatoria di singolarità, ma che diventa una collettività capace di andare oltre il conflitto fine a se stesso e di costruire il comune. Un comune che si crea innescando meccanismi tali da sopperire alle carenze di un sistema che elimina gli ammortizzatori sociali e quei diritti che sembravano ormai consolidati. Un comune privo di confini, muri, barriere, cie, cara. Un comune dove la differenza è una ricchezza e non qualcosa di cui avere paura.

Vogliamo uscire da quell’ orgia consumistica che ci vede burattini incapaci di indirizzare i propri desideri reali. Vogliamo non dover sottostare ai ricatti di un manager in pullover. Vogliamo dire basta a tutte le guerre. Vogliamo reddito di esistenza per tornare a scegliere della nostra vita e per uscire dal giogo dello sfruttamento e dalla paura. Vogliamo tutto…. dal pane alle rose: dal necessario al futile, dal acqua all’ arte, dalle case alla cultura, dalla salute alla bellezza, dal reddito di cittadinanza alla musica.

Abbiamo il dovere di rivendicare l’ essenzialità di ciò che il ministro Tremonti ritiene inutile e superfluo, senza rendersi conto che ad oggi i lavoratori dello spettacolo attivi nel nostro paese sono oltre 200000, che una buona parte del terziario fonda la propria esistenza sulle gallerie, i musei, i siti archeologici, la bellezza ambientale ed artistica di questo maledetto assurdo bel paese. Un paese che si rifiuta di investire nella cultura e nell’arte non risparmia, ma diventa inevitabilmente più povero. Una comunità che va a teatro, al cinema, ai concerti, che legge, che visita una galleria, che ammira una tela, una scultura, un istallazione acquisisce sempre più strumenti per scegliere, partecipare e immaginare. E’ una comunità che si assume la responsabilità diretta della democrazia.

Forse l’arte non è la cosa più importante al mondo ma proviamo ad immaginare un mondo senza arte. Provate ad immaginare se domani ardessero tutti i musei e le biblioteche del nostro paese. Provate ad immaginare se tutti i siti archeologici crollassero su se stessi come la Casa dei Gladiatori di Pompei. Provate ad immaginare il Colosseo tappezzato di pubblicità di scarpe “Della Valle”. Diventeremmo esseri sterili, privi di ardore, sottomessi alle parole sedative del tubo catodico, perderemmo criticità, coraggio e determinazione. Smetteremmo di lottare e ci arrenderemmo alla normalità.

Ma su questa locomotiva dei precari, che parte da Parma e ancora non conosce il suo capolinea, viaggiano esseri vivi, fatti di passioni, che si commuovono ascoltando una canzone e rimangono estasiati di fronte a una tela di Tiziano: uomini e donne che rivendicano il diritto di scegliere, stanchi di non potersi permettere un concerto, stanchi di non poter viaggiare, di non poter conoscere e capire perché addormentati da un sistema che ci propina solo spazzatura mediatica, pronti a difendere il diritto alla cultura perché la cultura è un bene comune.

Su binari non tracciati, su percorsi ancora tutti da costruire arriveremo tutti e tutte ad invadere le strade del nostro paese il 6 maggio, data dello sciopero generale, per riprenderci i diritti che ogni giorno ci vengono negati e per riprendere in mano le redini del nostro presente prima ancora che del nostro futuro. Per salire su questo treno non c'è bisogno di biglietto, basta presentarsi davanti al Palasport di Parma il 14 Aprile alle 19:30, in occasione del concerto di Guccini, e iniziare il viaggio con noi!!!

UNITI VERSO LO SCIOPERO… UNITI PER IL CAMBIAMENTO.

Parma - Precarity Circus presenta Locomotiva dei Precari al concerto di Guccini