Un’ordinanza di 140 pagine, 28 mila pagine di atti d’indagine, un tesoretto di un milione e 900 mila euro e un debito pubblico stimato attorno agli 865 milioni di euro (di cui circa 400 milioni generati dalla mala gestione delle famigerate società di trasformazione urbana), che grava sulle teste di 188.695 cittadini.
Questi i numeri che si evincono dopo la prima tornata di interrogatori dell’inchiesta Public Money che segna il passo della politica cittadina in questi giorni.
Posizione che comunque non solleva da alcuna responsabilità chi sapeva dell’esistenza di un sistema corrotto e non ha fatto nulla per denunciarlo; mentre la dichiarazione rilasciata dall’Onorevole Villani circa l’affaire raccomandazioni “Ma di cosa ci stupiamo? I politici ricevono sempre numerose segnalazioni “, ricorda ai più ferrati la dichiarazione di Craxi al parlamento in merito allo scandalo sul finanziamento illecito ai partiti ”Basta con l’ipocrisia. Tutti i partiti si servivano delle tangenti per autofinanziarsi, anche quelli che qui dentro fanno i moralisti” e ancora “per quanto reazioni e giudizi negativi possa comportare e per quante degenerazioni possa aver generato non è e non può essere considerato ed utilizzato da nessuno come un esplosivo per far saltare un sistema, per delegittimare una classe politica, per creare un clima nel quale di certo non possono nascere né le correzioni che si impongono né un’opera di risanamento efficace ma solo la disgregazione e l’avventura”.
"Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?“
tratto da: www.anomaliaparma.org