Io sono mia

Parma - In piazza contro la violenza sulle donne...nelle caserme, nei cie, nelle case, nella vita di tutti i giorni.

La violenza non ha nulla di "amichevole".

9 / 3 / 2011

100 Anni fà l'8 Marzo ha assunto il significato di lotta allo sfruttamento, alla precarietà e alla discriminazione che le donne subiscono nel lavoro e nella vita di tutti i giorni.

Ieri molte donne hanno festeggiato questa ricorrenza, una ricorrenza che però che è stata svuotata di tutto il suo significato originario. Gli ultimi fatti di cronaca non lasciano dubbi: non c'è proprio niente da festeggiare!

L'8 marzo del 2011 infatti si è tinto di rosso.

Rosso di vergogna, per le violenze subite da una giovane donna, arrestata a Roma a causa di un banale furto avvenuto in un grande magazzino e stuprata  per mano dei Carabinieri che la tenevano in stato di fermo. Rosso di rabbia, espressa in tante piazze italiane dalle donne che hanno deciso di non rimanere in silenzio.

A scendere in piazza oggi, 9 marzo, a Parma, sono ancora delle donne precarie, studentesse e lavoratrici, per dire che la lotta per i nostri diritti non è ancora finita.

Vogliamo sicurezza, autodeterminazione e il diritto di fare libere scelte.

Siamo quì per dire che la nostra sicurezza non la fanno le forze dell'ordine, non la fa l'esercito.

La nostra sicurezza la fa una città viva, una città giovane, con piazze piene di gente e attività aperte fino a tardi, non la fanno strade deserte per il rispetto della quiete pubblica, la fanno trasporti pubblici attivi 24 ore su 24 e con prezzi accessibili a tutt@.

Oggi siamo ancora quì a dire che non può esistere il welfare solo per le famiglie e che 400 euro al mese ad una ragazza madre non bastano!

Oggi la famiglia non rappresenta più un valore assoluto. Oggi le politiche di welfare non possono non considerare anche le coppie di fatto, gli omosessuali e le ragazze madri singles.

La Chiesa non ha nessun diritto di toglierci la libera scelta sulle nostre vite e sulla nostra sessualità.

La nostra sicurezza la fanno: contraccezione gratis, pillola del giorno dopo, legge 194 e l'educazione alla sessualità nelle scuole.

Non la fanno gli obbiettori di coscienza nelle cliniche di maternità!

Foto di Cristiano Antonino

Foto di Irene Cervetti