Parma - Il suicidio del Partito Democratico e l’avvento della Parma a 5 Stelle

Le ragioni del rifiuto.

22 / 5 / 2012

Il M5S stravince il ballottaggio con una percentuale di voti pari al 60,23%. Oltre al sindaco, il consiglio comunale sarà composto da 19 consiglieri del M5S su un totale di 32.

Il voto amministrativo espresso ieri a Parma, nel ballottaggio che ha visto contrapposti il candidato sindaco del Pd, attuale Presidente della Provincia di Parma, Vincenzo Bernazzoli, e il neoeletto sindaco del M5S, Federico Pizzarotti, rappresenta un elemento di notevole novità, che va letto, sicuramente, in un contesto più globale delineato dalla crisi della politica tradizionale e delle formazioni partitiche.

A livello territoriale queste elezioni hanno rappresentato un forte segnale di discontinuità dalle tre legislature di centro destra che, dal 1998 ad oggi, hanno prodotto una gestione disastrosa della cosa pubblica e un debito stimato in 600 milioni di euro. Oggi, nella seconda città più grande dell’Emilia, si è espresso un grande voto di protesta, nato dalle mobilitazioni dei Portici del Grano che la scorsa estate sono riuscite a determinare la fine della giunta Vignali. Voto di protesta che ha spazzato via il PdL e la Lega Nord alla prima tornata, e il Pd al secondo turno elettorale.

Il Pd parmigiano, assieme ai partiti di coalizione, Sel, Verdi, Idv e Pdci, è inciampato su diverse decisioni prese nel percorso pre-elettorale. Prima fra tutte l’infelice candidatura di Bernazzoli, nata dalle primarie del centro sinistra e decisa prima ancora che finisse il suo mandato alla presidenza della provincia. Il candidato sindaco, non essendosi dimesso dalla carica in atto, è stato ampiamente accusato di aver tenuto due piedi in una scarpa. Bernazzoli a Parma rappresenta da anni un uomo che ha cucita addosso l’immagine del potere rosso della cooperazione messa a profitto, un leader nella provincia, più volte premiato dal dato elettorale, almeno fino a questa volta. Altro elemento che ne ha causato con certezza la sconfitta sono state le posizioni da lui espresse, negli ultimi anni, in merito alla costruzione di un grosso inceneritore per i rifiuti nella periferia cittadina. Basti vedere le percentuali di insuccesso registrate dal Pd proprio nel quartiere in cui sorge questa opera devastante e dannosa per la salute di tutti. Nel quartiere Cortile San Martino, sede dell’inceneritore, il M5S ha registrato la più alta percentuale di consensi, pari a 67,45%, contro il pessimo risultato del Pd che si attesta al 32,75%. Una batosta elettorale che porta con se il tracollo del monopolio culturale ed economico che il Pd avrebbe voluto creare a livello locale. I partiti che lo hanno appoggiato, a partire da Sel e Verdi, invece, non sono stati in grado né di appoggiare la lista civica nata a seguito delle mobilitazioni cittadine, Parma Bene Comune, né di creare un progetto nuovo e autonomo che andasse alle primarie del centro sinistra. Le primarie, appunto, sono risultate anche a Parma un grande buco nell’acqua, dati i risultati elettorali. Il Pd, che aveva presentato due differenti liste, ha deciso di sostenere il candidato forte, già in carica in provincia, invece di appoggiare Dall’Olio, giovane ambientalista, volto nuovo nella politica cittadina. 

Chiaro segnale che ci indica l’incapacità, da parte del Pd, di rinnovarsi e costruire un progetto politico coraggioso ed inedito. Le primarie non avendo espresso un dato di cambiamento, non hanno prodotto consenso ma, anzi, un netto rifiuto espresso al momento del voto.

La continua ricerca delle cause della sconfitta nell’avvento dell’antipolitica, dipingendo il grillismo come un fenomeno generato dal disaffezionamento alla politica da parte dei cittadini, ci appare un po’ come l’atteggiamento dello struzzo che nasconde la propria testa sotto la sabbia. A noi sembra, invece, che le persone abbiano sempre più voglia e necessità di partecipare alla vita pubblica, all’interno delle decine di associazione e comitati attivi sul territorio, per la difesa dell’acqua come bene comune, per la gestione corretta dei rifiuti, per i diritti di cittadinanza, contro l’omofobia, contro il razzismo, per la chiusura di Casa Pound. Anche l’occupazione e la resistenza di nuovi centri sociali, come Art Lab, (tra l’altro citato nel programma elettorale del M5S come strada da percorrere per la costruzione di un reale welfare giovanile, insieme alla Mercatiniera, descritta come esempio di una riconversione ecologica delle produzioni), è leggibile in questo contesto positivo di fermento politico che pervade la città da parecchi mesi a questa parte. Il fare politica della cittadinanza non viene meno, ma oggi sembra avere pretese differenti rispetto al passato e soprattutto differenti dalle modalità proposte dai partiti. Le persone sembrano pretendere, con maggior consapevolezza, scelte di governo più radicali e coraggiose, che spazzino via l’ipocrisia della concertazione. Sono loro stesse a volersi esprimere a riguardo. 

Una grossa occasione ben sfruttata dal M5S che, sicuramente, è stato in grado di catturare questa energia, partecipando attivamente, assieme a tante altre soggettività, alle mobilitazioni dei Portici del Grano, alla vittoria referendaria del giugno scorso, alla lunga lotta contro l’inceneritore, solo per citarne alcune, e di costruirci attorno un programma elettorale che ha saputo aprire spiragli di speranze per gli elettori. Onde evitare facili abbagli, però, saremo costretti a mettere a verifica tante cose da qui in avanti, prima fra tutte il grado di autonomia che M5S riuscirà ad avere a livello locale, rischiando anche di discostarsi dalle prese di posizione di Beppe Grillo.

Noi, attivisti del movimento senza stelle, continueremo a percorrere un’altra strada, come abbiamo sempre fatto, ma è innegabile che davanti a noi si apra un nuovo spazio politico, tutto da indagare e attraversare.

Art Lab Occupato