Palermo affoga per la "cattiva gestione", mentre vengono a galla le polemiche

16 / 7 / 2020

Gli eventi climatici estremi, le cosiddette “bombe d’acqua”, i violenti temporali, le alluvioni, le maree eccezionali sono e saranno sempre più frequenti. Il cambiamento climatico avvenuto negli ultimi decenni, indotto dall'uomo, ha influenzato le precipitazioni degli ultimi 100 anni. I ricercatori del National Center for Atmospheric Research in questi ultimi anni hanno sviluppato uno studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, che ha rilevato l’aumento delle precipitazioni a livello globale dell'1-2 per cento per ogni grado in più di temperatura dell'atmosfera. Il complesso sistema della circolazione atmosferica, però, fa sì che le precipitazioni non siano uniformi ovunque, al punto che in alcune regioni del mondo la quantità potrebbe di contro diminuire, e non di poco. In Italia ci sarà un aumento dei periodi di siccità e in più in generale una diminuzione delle piogge, in particolare di quelle estive anche del 20% rispetto al clima attuale.  Per esempio, al sud, dove piove già poco, ci sarà una diminuzione ulteriore, ma secondo gli esperti quando pioverà i fenomeni saranno sempre più concentrati e violenti e la quantità d’acqua caduta non servirà neanche a fermare l’aridità dei terreni.

Anno dopo anno i fenomeni climatici estremi aumentano a dismisura. La “bomba d’acqua” di ieri a Palermo è soltanto l’ultimo, purtroppo, evento a cui dovremo assistere. In due ore sono caduti 125 millimetri d’acqua. Secondo gli esperti è stato un temporale “autorigenerante”, ossia che apposto di transitare più o meno rapidamente si è autoalimento in un luogo ben specifico. Ieri pomeriggio sono stati oltre 300 gli interventi da parte dei Vigili del Fuoco e tantissime le abitazioni sgomberate. Sono state decine le auto travolte dall'acqua o rimaste intrappolate nei sottopassaggi della circonvallazione allagati. Strade trasformate in fiumi in piena, persone costrette a mettersi in salvo abbandonando le macchine sospinte via dalla pioggia. Vedendo le immagini si poteva pensare ad uno straripamento di un fiume, invece nulla di tutto ciò, soltanto una quantità d’acqua incredibile che ha allagato la principale arteria cittadina di Palermo.

Difficili sono stati anche gli interventi dei vigili del fuoco per liberare le persone intrappolate. Nelle ore immediatamente successive si è diffusa la notizia di due persone morte. Al momento non ci sarebbero corpi nel sottopasso di via Leonardo da Vinci dove la bomba d'acqua di ieri ha intrappolato decine di auto.  Salvo Cocina, capo della Protezione civile siciliana, ha dichiarato all'ANSA che sono state rimosse tutte le auto tranne una, ma da una prima ispezione esterna sembrerebbe non ci siano cadaveri a bordo della vettura.

Fino a questo momento agli organi di polizia non è stata presentata alcuna denuncia di scomparsa. Il "giallo" potrà essere risolto solo in seguito al dragaggio completo dell'acqua. L’ipotesi di Cocina pare essere confermata man mano che passano le ore, infatti nelle auto recuperato non è stato trovato alcun cadavere.

Nel frattempo la Procura di Palermo sta valutando l'apertura di una indagine per accertare eventuali responsabilità nell'assenza di misure necessarie a prevenire e fronteggiare l'emergenza meteo.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha dichiarato: «Oltre un metro di pioggia è caduta a Palermo in meno di 2 ore. La pioggia più violenta nella storia della città almeno dal 1790, pari a quella che cade in un anno. Una pioggia che nessuno aveva previsto. Se l'allerta fosse stata diramata, sarebbero state attivate le procedure ordinarie che avrebbero potuto mitigare i rischi».

Nel primo pomeriggio di oggi, però, la posizione di Leoluca Orlando è cambiata. Infatti, ha scelto la via del contrattacco affermando che la colpa è della Protezione Civile rea di non aver dato nessun allarme.

A prescindere dalla diramazione o meno dello stato di allerta meteo fa riflettere che ad allagarsi sia stata proprio quel tratto viario. La circonvallazione di Palermo, pianificata nel 1950 e prevista dal Piano regolatore di Palermo del 1962, si inserisce in pieno all’interno del cosiddetto “Sacco di Palermo” espressione utilizzata per descrivere il boom edilizio avvenuto a cavallo tra gli anni cinquanta e sessanta. Anni in cui l’assessore ai lavori pubblici era Vito Ciancimino, uomo che sia i collaboratori di giustizia che le indagini hanno associato alla famiglia mafiosa dei Corleonesi. Durante il periodo in cui Ciancimino fu assessore ai lavori pubblici, delle 4.000 licenze edilizie rilasciate, 1600 figurarono intestate a tre prestanomi.  

La circonvallazione, in seguito alla rapida espansione edilizia venne inglobata dal tessuto urbano cittadino. Negli anni Ottanta l'amministrazione comunale varò un programma per la riqualificazione della circonvallazione con la creazione di una seconda arteria centrale sopraelevata. I primi lavori per tale opera cominciarono alla fine degli anni Ottanta, con la costruzione di alcuni passaggi sopraelevati e di alcuni pilastri per la sopraelevata. I lavori però furono abbandonati e i pilastri costruiti sono ancora visibili. Quei sottopassi sono proprio quelli che si sono allagati durante il temporale di ieri.

Il mix è quindi esplosivo. Cambiamenti climatici e opere stradali, costruite male, in fretta e senza nessuna manutenzione effettuata nel corso degli anni.

Per completare il quadro, già drammatico, non poteva mancare la polemica sterile portata avanti dal leader della Lega Matteo Salvini. Il capo politico del partito che per la prima volta nella storia della regione siciliana è entrato nella squadra di governo è riuscito a trovare il modo di continuare a fare propaganda, sparando a zero contro gli avversari politici, approfittando della tragedia per guadagnare ancora un po' di visibilità, facendo leva sul dolore e sulla rabbia che in queste ore stanno vivendo i palermitani. Salvini ha dichiarato che il sindaco Leoluca Orlando dovrebbe occuparsi meno di migranti e pensare più ai problemi della propria città. Il primo cittadino ha risposto, ma ha evitato la polemica. In poche ore, dopo il tweet Salvini, su Twitter è diventato trending topic l'hashtag #SalviniSciacallo. In molti, rispondendo al tweet di Salvini, hanno ricordato altre tragedie simili accadute in città e regioni amministrate proprio dalla Lega all'interno di coalizioni di centro-destra.

È evidente che in questo momento le istituzioni debbano assumersi le proprie responsabilità e non si può lasciare spazio a sciacalli come Salvini.

La necessità urgente è quella di adottare nuove e urgenti strategie di prevenzione e di pianificazione del territorio, specie di quelle zone che sono state devastate da anni di speculazione edilizia selvaggia. Di pari passo bisogna continuare a lottare perché i governi prendano seriamente in considerazioni politiche serie e reali per arginare i cambiamenti climatici.