Sono saliti sulle impalcature della basilica di
Sant'Antonio e hanno appeso uno striscione con scritto «No alle
espulsioni». I migranti che si apprestano a passare la quarta notte
accampati davanti alla prefettura di Padova hanno risposto così
all'incontro negativo con il prefetto che non ha dato disponibilità alla
risoluzione della situazione. Da venerdì davanti alla prefettura di
Padova c'è una vera e propria tendopoli. Tre striscioni spiegano che sta
accadendo. Uniti contro la crisi. Uniti contro il razzismo. Sciopero
generale. Nelle tende ci sono 43 cittadini nigeriani, marocchini e
senegalesi, insieme a tanti italiani. I migranti sono quelli che sono
stati truffati nella corsa al permesso di soggiorno che si è scatenata
per la sanatoria del 2009. Una sanatoria che però era circoscritta al
solo lavoro domestico e che ha mandato in crisi e disperazione migliaia
di migranti. Molti di loro (tutti lavoratori anche se magari con lavori
in nero o contratti brevi) si sono fidati della promessa fatta loro da
una vera e propria organizzazione criminale che in Veneto e non solo
(come stanno accertando le procure che hanno aperto un'inchiesta sui
fatti). Nei fatti i migranti si sono ritrovati a pagare delle cifre
comprese tra i 1.500 e i 5.000 euro per la garanzia di un permesso di
soggiorno.
Oggi, loro che hanno denunciato l'organizzazione
criminale, rischiano di essere espulsi. Perché nell'attesa di sapere
cosa deciderà la procura (rispetto alla concessione dei permessi di
soggiorno) i 43 cittadini non hanno nessuna tutela. Le loro storie,
raccontate ancora una volta ieri nelle tende dove si è svolta la prima
assemblea cittadina, raccontano di lavori al nero, lavapiatti per poche
ore, di chi racimola qualche soldo distribuendo volantini porta a porta.
Ci sono facchini, giardinieri, lavoratori edili. Tutti sfruttati, usati
e poi gettati come si fa con qualcosa che non serve più. Loro però
hanno deciso di ribellarsi e si sono recati allo sportello
dell'associazione Razzismo Stop di Padova per denunciare i truffatori.
Gli attivisti dell'associazione hanno ricostruito la storia della truffa
e varie procure del Veneto hanno aperto un'inchiesta. Tutti i migranti
venivano avvicinati da sedicenti mediatori, professionisti, che
attraverso uffici, documenti falsi e datori di lavoro pure falsi, davano
informazioni fasulle ma soprattutto vendevano la promessa di un posto
fisso, che avrebbe consentito al migrante di rientrare nella sanatoria.
Naturalmente tutto questo aveva un costo anche molto elevato.
Diverse
associazioni padovane e venete hanno scritto e consegnato alle autorità
una lettera in solidarietà con i migranti. Hanno firmato la Fiom del
Veneto e di Padova, Assopace e molti altri. «Questa iniziativa - dice
Nicola Grigion di Meltingpot - rientra nelle varie tappe che ci
porteranno al primo marzo». Ma rientra anche nel percorso che vede Uniti
contro la crisi in prima fila per quella che Grigion definisce «marcia
verso la democrazia» in Italia.
In Piazza Antenore ci sono 8 piccole
tende, una media e un tendone enorme. Fa freddo, ma la solidarietà
portata ai migranti è tanta. C'è un via vai di persone che entra e esce
dalle tende. Si fermano a ascoltare le storie che questi cittadini hanno
da raccontare. Venerdì dopo un primo corteo c'è stata una serata di
musica alla tendopoli. E ieri da Brescia sono arrivati a portare la loro
solidarietà i cittadini migranti che pochi mesi fa si erano arrampicati
sulle gru della città lombarda per chiedere giustizia.
Per quasi
tutta la notte di venerdì sono rimasti nelle tende con i migranti anche i
cittadini somali ospiti dell'associazione Razzismo Stop. Ieri la prima
assemblea cittadina per far sapere ai padovani che cosa sta accadendo.
La
richiesta dei migranti e dell'associazione Razzismo Stop è duplice.
Alla procura si chiede il rilascio di un permesso di lavoro per
protezione sociale (ex articolo 18) ma contemporaneamente alla
prefettura si chiede la sospensione delle espulsioni.
Nella lettera
che in queste ore si sta volantinando e già sottoscritta da decine di
associazioni si legge tra l'altro che «le rivendicazioni dei migranti,
che per lungo tempo hanno occupato una gru nella città di Brescia, ed
una torre nella città di Milano, hanno fatto emergere e portato
all'attenzione di tutto il paese questa ingiustizia». La lettera poi
ricorda ai padovani che «alla truffa si è aggiunta l'ingiustizia
consumata nei confronti di chi, dopo aver avuto accesso alla procedura,
si è visto vanificare la possibilità di ottenere un permesso di
soggiorno da parte di una circolare interpretativa del capo della
polizia Manganelli, che ha dato il via ad una lunga ed impressionante
serie di rigetti dei permessi di soggiorno per gli stranieri
precedentemente condannati per la violazione dell'ordine di
allontanamento del Questore. Non puoi regolarizzarti proprio in virtù
della tua irregolarità diceva la circolare: un paradosso. In queste ore è
attesa la decisione plenaria del Consiglio di Stato sulla vicenda. A
Padova ed in Provincia sono centinaia le domande rigettate ma
soprattutto sono tante le persone truffate da una vera e propria
organizzazione criminale che attendono giustizia».
Dopo essere stati
ricevuti in mattinata dai responsabili della Prefettura con un nulla di
fatto per quanto riguarda un impegno a risolvere la situazione dei
migranti, che da quattro giorni sono accampati in Piazza Antenore, si è
scelto di salire sulle impalcature della Chiesa di Sant'Antonio.
Da quattro notti sono accampati davanti alla prefettura di Padova, ieri sono saliti sulle impalcature della basilica di Sant'Antonio e hanno srotolato uno striscione. Sono 43 nigeriani, marocchini e senegalesi che hanno pagato 1.500 euro a dei truffatori con la garanzia del permesso di soggiorno
Padova - Tende migranti
La protesta contro le espulsioni
1 / 3 / 2011