Padova - Sfrattato, in Cassa Integrazione, vittima di una delle tante nuove "via Anelli" padovane

Un viaggio in uno dei tanti nuovi piccoli ghetti: buchi sui muri, topi, infiltrazioni, zero manutenzione. Ma un canone mensile di 550 euro per 38 mq.

15 / 10 / 2012

Sono le ore 11.30 di lunedì 15 ottobre 2012 quando entriamo nel "residence" di via Altichieri da Zevio, dove poche ore prima un Ufficiale Giudiziario ha eseguito uno sfratto insieme a due agenti della Polizia e sotto gli occhi dei proprietari. Mohammed però non desiste e nonostante la formalizzata esecuzione ha approfittato delle due ore che gli sono state concesse per liberare l’alloggio, per riorganizzarsi, contattare i colleghi di lavoro, i vicini di casa e gli attivisti dello Sportello Sociale dell’ADL Cobas e barricarsi all’interno dell’appartamento.
Non vuole uscire. 

Da qualche mese è in Cassa Integrazione ma senza ancora aver però visto alcun soldo accreditato, mentre la sua famiglia in Marocco dipende totalmente dal suo stipendio qui in Italia.

Lui è uno delle migliaia di lavoratori che stanno pagando sulla loro pelle le attività sporche di una delle tante cooperative della logistica che sulla cancellazione dei diritti dei lavoratori fanno fortune. 

A luglio scorso infatti, dopo che i lavoratori avevano ottenuto il riconoscimento di un contratto "non truffaldino" come quello fino a poco prima applicato, i dirigenti dell’AWS, uno dei colossi delle consegne espresse per il quale lavorava Mohammed per conto della Coop Four Service, sono stati arrestati per una frode fiscale di 22 milioni di euro a seguito di una operazione che ha riguardato tutto l’interno gruppo su tutto il territorio nazionale. Così Mohammed, come i suoi colleghi, sono stati avvisati con un SMS di non presentarsi al lavoro per la "cessata attività" (criminale aggiungiamo noi) dell’azienda. Temporaneamente è stata concessa la "cassa integrazione in deroga" ancora non pagata e certamente non sufficiente a far fronte alla situazione sua come a quella di tutti gli altri suoi colleghi. 

Ma mentre varchiamo il portone di ingresso dello stabile il pensiero corre lontano, molte oltre l’ordinanza di sfratto che l’ha colpito.

Sembra un ritorno al passato: buchi sui muri, infiltrazioni, topi, sporcizia, appartamenti piccoli, fatiscenti ed affittati a caro prezzo da proprietari spietati. Mancano acqua calda e gas perché in molti non riescono a far fronte alle spese condominiali in continuo aumento. Le utenze sono infatti centralizzate, così, anche se metà degli inquilini paga, l’amministratore ha lasciato che a tuti fosse interrotta l’erogazione. 

Davanti ai nostri occhi abbiamo insomma una delle tante nuove "piccole via Anelli" che si sono riprodotte in città dopo la chiusura del famoso "ghetto", con tanto di appartamenti affittati per incontri a rendere le notti del quartiere un incubo. 

In questo come in altri "residence" della città, in via Manara, in via Dini, in via Confalonieri, in via del Pescarotto, in via Mortise, la precarietà più estrema incontra la spietatezza di proprietari e palazzinari che fanno fortune sulla pelle degli inquilini e della comunità intera, capaci, come ne caso di Mohammed, di far pagare un canone mensile di 550 euro per 38 mq diroccati.

Intanto, mentre Mohameed si barrica nuovamente dietro la porta, ci raggiungono decine di inquilini dello stabile a raccontare la loro insopportabile situazione. Fuori dai cancelli i proprietari chiedono all’auto dei Carabinieri giunta sul luogo di intervenire ma la presenza di molte persone fa da deterrente, così desistono, anche se nelle prossime ore la questione tornerà a diventare rovente.

Dal blocco partono i primi contatti con l’Ufficio Casa del Comune di Padova, perché questo lavoratore, sfruttato dalla cooperativa ed in Cassa Integrazione non debba finire in strada. 

Sullo sfondo rimangono le centinaia di altri sfratti esecutivi in città dei prossimi mesi ed i corridoi bui ed angusti del Residence Ibisco, uno dei tanti piccoli nuovi ghetti di Padova ed una necessità impellente: nuove ed urgenti politiche abitative. 

Come se il passato di via Anelli non avesse insegnato nulla alla città del Santo.

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