Padova - Rabbia ed indignazione bloccano le strade della città

Dopo il pestaggio della donna in gravidanza in 400 trasformano il presidio in un corteo con blocchi stradali

24 / 5 / 2009

Centinaia di persone,circa cinquecento, con una grande partecipazione della comunità nigieriana, ma erano tanti anche i senegalesi, i camerunensi ed i maghrebini. Un centinaio gli italiani, così, il presidio previsto per sabato pomeriggio nel piazzale della stazione, contro il razzismo ed il pacchetto sicurezza, si è trasformato in un corteo che ha attraversato la "zona calda" delle vie limitrofe alla stazione ferroviaria.

"Basta razzismo" e"stop alla violenza della polizia" questi gli slogan scanditi senza sosta per tutto il pomeriggio dai manifestanti che, dopo gli episodi di discriminazione e di abuso cha hanno animato la città durante la settimana, hanno riversato la loro rabbia nella mobilitazione di sabato.

Prima la preside dell'istituto professionale Leonardo Da Vinci denunciata per aver emanato una circolare in cui si richiedeva l'esibizione del permesso di soggiorno per sostenere l'esame di maturità, poi, il gravissimo episodio di venerdì sera culminato nelle violenze contro una donna in gravidanza.

La cronaca dell'episodio di venerdì
Sono quasi le venti quando Julius e sua moglie Evelyn, di 38 e 28 anni, stanno ultimando l'acconciatura ad alcuni clienti nel loro negozio di via Annibale da Bassano. Come molte altre, anche la loro attività è stata colpita da una ordinanza di chiusura anticipata. Dalle 19.30 quindi la porta del negozio è chiusa a chiave ed all'interno ci sono solo i clienti entrati in precedenza. Ma quando arrivano le venti una volante della Polizia arriva sul posto per l'ennesimo controllo. Gli agenti hanno cominciato a sferrare calci e pugni contro le vetrate strappando le tapparelle anti-sole. Così Evelyn, al quarto mese di gravidanza, si è avvicinata alla porta inveendo contro di loro per i danni subiti. Ma una volta aperto il varco i poliziotti hanno fatto irruzione nel locale atterrando con un due fendenti la donna, uno dei quali sferrato proprio contro la sua pancia. Julius, il marito, stava già filmando la scena quando è stato anch'egli atterrato ed immobilizzato. Ovviamente dal telefono cellulare sono spariti i filmanti che documentavano l'accaduto. Per Evelyn immediato il ricovero in ospedale, per Julius l'arresto."Si tratta di una aggressione agli agenti dice la Questura" che però ha immediatamente inviato sul posto il capo della squadra mobile Marco Calì:"è un episodio isolato dice, se ci sono colpevoli verranno in individuati".
Il processo per direttissima ai due coniugi nigeriani è previsto per mercoledì, dopo il rinvio di sabato.


Il corteo e la rabbia
Nel pomeriggio seguente, introno alle ore 16, sono molti i nigeriani che accorrono in piazzale della stazione, indignati dagli avvenimenti della sera precedente. A vigilare sul presidio, nonostante la presenza di Franceschini (leader del PD) affiancato dal Sindaco Zanonato, ad un comizio elettorale, tutti i massimi vertici della Questura, testimonianza di quali fossero le preoccupazioni dopo le violenze del venerdì.

Dopo i primi interventi dal microfono, megafono alla mano, il presidio si è trasformato in un corteo che ha attraversato il cavalcavia che porta nel retro della stazione, fino al negozio di Julius ed Evelyn.
Cartelloni e magliette con la faccia insaguinata della donna sventolati, per far vedere i risultati della brillante operazione di controllo. Dopo un passaggio davanti al Commissariato di Polizia situato in via Jacopo D'Avanzo, sul quale sono state attaccate le foto della vittima nigeriana, e dopo il divieto da parte della Polizia di attraversare l'interno della Stazione erroviaria, il corteo è ritornato sul cavalcavia Borgomagno, il principale punto di accesso alla città, bloccando ripetutamente il traffico.
Panico quindi per gli agenti in borghese che hanno ordinato ai reparti anti-sommossa di indossare i caschi ed impugnare i manganelli. La folla, sufficientemente arrabbiata da scegliere autonomamente il percorso del corteo senza lasciarsi intimidire dagli ordini degli agenti si è fatta loro sotto, costringendo i reparti ad un "veloce arretramento" per evitare il contatto con la testa dei manifestanti. Dal canto loro i migranti non hanno accennato a rallentare, fino a raggiungere l'incrocio tra via trieste e viale Codalunga, provocandone il blocco per circa venti minuti. Poi, il ritorno in stazione ancora accompagnato dagli slogan contro la violenza degli agenti e contro il razzismo.

Una giornata di rabbia ed indignazione, verso il G8 immigrazione di Roma del 28, 29 e 30 maggio.

Da Padova la partenza è prevista dal Piazzale della Stazione alle prime ore dell'alba di sabato 30, per raggiungere Roma e raccontare al mondo intero il razzismo, le violenze, le discriminazioni di questo paese.
A Roma, per sabato 30 maggio, il concentramento è alle ore 15.00 a porta Maggiore.