Padova - Occupata la sede commerciale dell'Ambasciata Austriaca

Austria open the border!

13 / 4 / 2016

«Se tra Italia e Austria non potranno può muoversi liberamente le persone, allora non lo potranno fare nemmeno le merci» scandiscono dal megafono gli attivisti del Centro Sociale Occupato Pedro e dei centri sociali del nord-est. Con un blitz mattutino, i militanti hanno occupato la sede di Advantage Austria, la sezione commerciale dell’Ambasciata Austriaca di via Filiberto, in pieno centro storico di Padova, il giorno successivo all'inizio dei lavori di costruzione della barriere sul Brennero.

« Non capiamo il motivo per cui, una volta che Schengen verrà rotto definitivamente per l’egoismo nazionalista di uno Stato, nella nostra città debba avere cittadinanza la sede diplomatica del governo che erige barriere per impedire l’accesso ai migranti nel loro Paese » proseguono gli attivisti. Il filo spinato che chiude la sede dell’Ambasciata vuole, infatti, rappresentare quei confini che vengono imposti ai migranti da Idomeni al Brennero per impedire la libertà di movimento di donne e uomini in fuga a guerra e miseria, a cui viene negata la cittadinanza e la dignità umana. « I confini li alziamo contro chi nega i più basilari diritti delle persone che migrano ».

La politica di massiccia chiusura delle frontiere esterne ed interne si  fatta vedere in tutta la sua violenza nel momento in cui il passaggio di coloro che le volevano attraversare è stato violentemente bloccato per mano delle forze di polizia: questa domenica a Idomeni per ore i profughi del campo sono stati vittime di lacrimogeni e gas quando hanno provato a varcare l’odiosa rete per raggiungere la Macedonia; la scorsa domenica 3 aprile, dei cittadini e cittadine europei sono stati duramente respinti dai militari austriaci con spray urticante e manganelli perché volevano passare liberamente il confine del Brennero. Un confine che se finora è stato invisibile, o meglio visibile soltanto con la forza del respingimento militare, entro la fine di maggio sarà in modo concreto disegnato da una barriera stile pensilina e da un gabbiotto per le registrazioni, come era la dogana prima della ratifica del Trattato di Schengen. L’Austria ha di fatto confermato la volontà politica del suo Ministro della Difesa e del Presidente Fischer di intensificare i controlli e di bloccare l’accesso ai migranti provenienti all’Italia, dunque principalmente dalla rotta libica. Ma ha anche deciso nuovamente – denunciano gli attivisti del Pedro – di lasciare statica la situazione a Idomeni, visto che la chiusura della frontiera dipende in larga misura dal blocco della rotta balcanica da parte della sua estremità austriaca.

« L’Austria contribuisce, con il resto dell’UE, a dare quel regalo di 6 miliardi di euro ad Erdogan, rendendosi colpevole della deportazione dei migranti avvenuta in questi giorni». E se Vienna è un anello forte di questo accordo, non si può scordare l’altro termine che lo ha stipulato, ossia la Turchia stessa. Per questa ragione il primo maggio è stato lanciato un corteo a Roma sotto l’Ambasciata Turca per ribadire le condizioni di disumanità a cui sono condannati i migranti, nonché l’inaccettabilità dei rapporti diplomatici che vengono intrattenuti con Erdogan.

L’azione del CSO Pedro si è conclusa con la scritta “Welcome” sopra la targa dell’Ambasciata Austriaca, come avvenuto durante la manifestazione sul Brennero. Un auspicio che gli attivisti vogliono rendere realtà promettendo di divellere qualsiasi rete o barriera impedisca la libertà di movimento e di dichiarare indesiderate le sedi di coloro che le costruiscono. 

L'occupazione e la chiusura dell'ambasciata

Il video dell'iniziativa