Padova - Non lasciamoli soli!

Oltre un centinaio di persone al presidio davanti il carcere circondariale "Due Palazzi" per deniunciare lo stato dei detenuti in Italia

26 / 8 / 2013

In una Padova ancora vacanziera, un centinaio di attivisti si sono radunati sotto al carcere circondariale per partecipare al presidio lanciato dal CSO Pedro.

Un pomeriggio per portare solidarietà ai detenuti e per dir loro che non sono soli a combattere la drammatica situazione degli istituti di detenzione.

Fatti come il suicidio di un ragazzo ventunenne, avvenuto la settimana scorsa all'interno del "Due Palazzi", sono purtroppo nel nostro paese all'ordine del giorno e si alternano sulle pagine dei giornali ad altre drammatiche notizie, quali le rivolte nei CIE o le violenze attuate da parte di chi dovrebbe garantire e tutelare l'ordine fuori e dentro le carceri.

Nel parcheggio antistante il carcere i presidianti si sono organizzati con un impianto audio, per far sentire la loro presenza ai detenuti. Tanti gli interventi che si sono susseguiti al microfono e tante le tematiche affrontate.

Primi fra tutti il problema del sofraffollamento e della mancanza totale di diritti all'interno delle carceri. Per quanto una persona possa essersi macchiata di un crimine gravissimo, in un paese che si definisce civile vi sono dei diritti basilari che non dovrebbero essere mai messi in discussione.

Se pensiamo che gran parte dei detenuti sono ancora in attesa di giudizio, la situazione appare ancora più grave e il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo ancora più lontano.

In Italia troppo spesso il carcere diventa l'unica risposta, quando invece per alcuni reati sarebbe possibile adottare misure alternative.

In questi giorni, si è sentito parlare spesso di Amnistia, solamente legandola a particolari casi singoli.

Con il presidio al carcere di Padova, si è voluto ribadire che l'Amnistia è una scelta fondamentale e l'unica possibile e praticabile, per affrontare le problematiche legate  agli istituti di detenzione, che ormai da troppi anni non trovano una seria e definitva risposta politica.

Questo provvedimento lasciato solo, diverebbe soltanto un palliativo temporaneo, a nulla servirebbe se non accompagnato dalla depenalizzazione dei reati connessi alle "indegne" leggi Bossi-Fini, Fini Giovanardi ed ex Cirielli, che si sono rivelate soltanto delle leggi "riempi-carceri". Esse andrebbero abrogate e allo stesso tempo dovrebbe essere cancellato il reato di Clandestinità.

Ultima, ma non meno importante, è la questione del Garante dei diritti dei detenuti, figura che in Italia non è ancora stata istituita, ma che molto spesso compare tra le promesse dei partiti, i quali durante le campagne elettorali cercano in tutti i modi di "raccimolare" voti.

Anche a Padova, già nel 2004, si parlava di isitutire questa figura ma in Comune, la proposta giace da tempo assieme a due mozioni che invitano l’Amministrazione di palazzo Moroni ad istituire il Garante dei detenuti.

Forse ne risentiremo parlare a breve con l'inizio della nuova campagna elettorale, nella rinocorsa alla carica di Sindaco.

L'iniziativa di oggi è solo un primo passo di un percorso che deve coinvolgere più soggetti, in una battaglia di diritti e civiltà che non può, a nostro avviso, esimersi dal parlare dei Centri di Identificazione ed Espulsione.

Queste strutture sono infatti delle strutture di detenzione a tutti gli effetti, nelle quali si trovano rinchiusi uomini e donne la cui unica colpa è essere "clandestini", sempre che questa parola abbia davvero un senso.

Foto presidio al Carcere Due Palazzi di Padova