Quello che è accaduto in piazza Garibaldi ha dell'incredibile.
Partiamo
dal principio. Oggi, nella giornata contro la precarietà,
moltissime
piazze italiane si sono riempite della cosiddetta
popolazione "atipica":
giovani e non che vivono in una
condizione lavorativa sotto ricatto e non
garantita. Una giornata
che doveva essere il grido di una generazione che vuole rivendicare
diritti e futuro contro le politiche di questo governo, che
in quest'ultimo anno, attraverso la riforma Gelmini e il "modello
Marchionne", ha di fatto cancellato la possibilità di futuro
per chi lavora nella formazione e per quei lavoratori che fino a
qualche anno fa conoscevamo come "garantiti".
Una giornata che voleva parlare a tanti per la costruzione dello sciopero del 6 maggio, data indetta dalla Cgil e conquistata dal basso, dai movimenti studenteschi, dalla FIOM e dai comitati per i beni comuni.
Alle 17 in piazza Garibaldi si stava preparando l'allestimento dei banchetti informativi per la giornata contro la precarietà; appena arrivati abbiamo trovato un banchetto della Lega Nord, di cui ben conosciamo le politiche xenofobe e razziste, a soli dieci metri dal palco. A dimostrazione dell'ideologia becera di questo partito era esposto un cartello che riportava la scritta “Basta immigrati sulle barche, tutti in mare”.
Non doveva essere concesso il permesso a questo banchetto nella piazza in cui, di lì a poco, si sarebbe espressa una manifestazione che portava nel suo appello una rivendicazione di democrazia e di diritti, di fatto contro le politiche di questo governo di cui la Lega Nord è parte e complice.
Non capiamo come si possa solidarizzare con chi esprime senza vergogna queste ideologie, di fatto legittimandole. La confusione di questa sinistra si manifesta anche nel non aver preso posizione rispetto all'operato della polizia in piazza, che ha alimentato la tensione con cariche contro studenti e precari e senza allontanare i militanti della Lega; gli stessi che tenevano un atteggiamento di estrema provocazione sfociata persino nello sputo del figlio di Aliprandi, noto per le sue dichiarazioni razziste e assassine, verso uno degli studenti presenti in piazza per la manifestazione.
In questo momento più che mai non potevamo accettare di condividere la piazza con chi manda ogni giorno centinaia di persone a morire in mare, con i respingimenti, o le rinchiude in veri e propri lager quali i CIE.
Nelle
ultime settimane siamo stati a Lampedusa, con la rete Welcome, e
abbiamo visto con i nostri occhi le atrocità delle politiche sui
migranti sbandierate dalla Lega Nord. Inoltre in questi giorni siamo
anche in Tunisia e al confine libico, a Ras Jadir, con la carovana
“Uniti per la libertà”, per incontrare gli studenti che si sono
rivoltati contro la mancanza di democrazia, diritti e possibilità
per il loro futuro, e per portare aiuti ai campi profughi. Abbiamo
visto, grazie a questo viaggio, come può essere
differente
l'accoglienza verso chi scappa dalla guerra e vede
l'Europa come un'opportunità
per migliorare le proprie condizioni
di vita.
Di certo non si può tollerare chi in Italia e in Europa pratica l'intolleranza con reclusioni e respingimenti.
Noi saremo sempre dalla parte di chi lotta per la rivendicazione di libertà e diritti, con i precari e con i migranti.
Laboratorio
Crack, Les Sabots collettivo di Lettere, Collettivo di Psicologia,
Reality Shock, C.S.O. Pedro.