Padova - Le tante voci dell'antifascismo dopo il 17 luglio

21 / 7 / 2017

Nella conferenza stampa tenutasi questa mattina in una sala di Palazzo Moroni, le varie realtà che hanno composto la piazza antifascista di lunedì 17 luglio hanno ribadito all’unanimità alcuni concetti chiave: le gravi responsabilità della Questura di Padova nella gestione dell’intera giornata e la necessità politica collettiva di trasformare il presidio di Piazza Insurrezione in un corteo, come risposta al fatto che Forza Nuova stesse sfilando nelle vie di Padova contro lo Ius Soli, nonostante le annunciate prescrizioni.

Di seguito il comunicato stampa del Pedro, diffuso ai giornalisti presenti nel corso della conferenza, ed i video integrali di tutti gli interventi.

«Indossavano tutti o quasi una maglia bianca in segno di emulazione dei loro antenati politici: i neofascisti degli anni 70.

Il corteo che lunedì 17 luglio 2017 ha sfilato sulla riviera di Padova è stata una vergogna per la nostra città.

La Questura ha permesso ad un'organizzazione nazifascista come Forza Nuova di muoversi in corteo, sventolare bandiere e striscioni, parlare con il megafono.
Cambia la camicia, ma sono sempre gli stessi. Provocatori, xenofobi, razzisti, violenti, picchiatori.

Ed è questo che un corteo determinato, bello, numeroso, di tanti giovani, che da anni non vedevamo in questa città, ha cercato di fermare. C'eravamo tutti, c'era la Padova antifascista ed antirazzista che non si è tirata indietro e che si è conquistata il centro della città. C’erano in piazza, fino al termine della giornata, quegli anticorpi cittadini che provano ogni giorno a contrastare quella retorica intrisa di odio etnico che, purtroppo, sta permeando la nostra società. Questo lo dimostrano gli ormai tanti episodi di violenza subiti da migranti e rifugiati, molti dei quali avvenuti proprio in Veneto.

In questi giorni leggiamo sui giornali mainstream un sacco di falsità. Certo notizie diffuse dalla Questura, ma alimentate da una certa stampa locale e da un clima politico che, proprio sulle semplificazioni che ancora si basano sugli anni 70, tende a spostare l'attenzione sul tormentone "violenza-non violenza". Non si è parlato, ad esempio, del tema portato in piazza da Forza Nuova, ossia la contrarietà assoluta allo Ius Soli, che rappresenta una provocazione per chiunque nella nostra città abbia a cuore questioni legate all’accoglienza, ai diritti e ad una vera integrazione.

Le dichiarazioni, ufficiali ed ufficiose, di sindaco, vicesindaco, vari esponenti e liste che compongono la nuova maggioranza, purtroppo non si sono sottratte a questo gioco. Guardiamo la nuova amministrazione come una novità finalmente sana, con cui esprimere un rapporto tra movimenti ed istituzioni in forma di dialettica conflittuale. Soprattutto in queste modalità l'azione democratica diventa terreno di conquista e non esercizio di conservazione.

Proprio tutte queste semplificazioni non ci consentono di trovare risposta ad alcune domande, che una città "democratica" dovrebbe porsi.

Perché la Questura e i dirigenti della Digos non hanno impedito che il trasferimento del gruppo di 150 militanti di Forza Nuova dal parcheggio in Prato della Valle fino a piazza Antenore avvenisse sotto forma di corteo?

Perché invece di impedire quella sfilata vergognosa si è deciso di intervenire con una carica violentissima e spropositata su di noi?” 

Noi, lo ribadiamo, avevamo ed abbiamo utilizzato solo strumenti che ci permettessero di difenderci: per non farci massacrare di botte. Tutto il resto sono fandonie. Che le violenze delle forze dell’ordine in piazza siano cosa nota non siamo noi a dirlo, ma è lo stesso capo della polizia Gabrielli che, 16 anni dopo il G8, ha definito, assolutamente fuori tempo massimo, Genova una “catastrofe”, in merito agli abusi sistematici compiuti ai danni dei manifestanti.

Se violenza c'è stata è solo quella che la celere ha esercitato contro di noi, contro centinaia di ragazzi e ragazze giovanissimi, contro chi voleva impedire con determinazione e coraggio la parata nazifascista. Una ragazza di soli 22 anni è stata brutalmente picchiata, prima di essere arrestata. È stata ridotta una maschera di sangue e le sono stati applicati 16 punti di sutura.

Questa la nuda lettura dei fatti, priva di fronzoli e retorica»

I video integrali di tutti gli interventi

Marco (centro sociale Pedro)

Lisa (centro sociale Pedro)

Marzio (Razzismo Stop)

Dino (Adl Cobas)

Federico (Clash City Workers)

Davide (ASU)

Alberto (Bios Lab)