La nostra libertà non ha prezzo. Questo lo striscione con cui una quindicina di donne hanno partecipato alla maratona di Sant’Antonio, portando pettorine con la scritta Ru 486.
Se in Veneto le dichiarazioni del nuovo presidente della regione vanno contro la libertà di scelta delle donne, oggi a Padova ha invece “corso” libera la Ru 486.
Proprio in queste settimane sono diverse le iniziative, i sit – in che si stanno concretizzando in diverse città per ribadire che il corpo delle donne non una merce di scambio con le istituzioni cattoliche che, in campagna elettorale, avevano invitato il loro elettorato a dare la propria preferenza alle liste anti – arbotiste.
Le parole di Zaia rappresentano un’ennesima dichiarazione di intenti in cui l’adesione alla morale bigotta e imperativa della chiesa cattolica riflette le intenzioni nelle scelte politiche di intensificare il rapporto di collaborazione socio-economico tra la Chiesa e la nostra Regione.
Da anni infatti i finanziamenti pubblici veneti servono a finanziare l’accesso nelle strutture ospedaliere e nei consultori familiari delle associazione antiaboriste, a finanziare i cosiddetti “assistenti spirituali” (96 preti che, su indicazione del vescovo, vengono parificati agli infermieri professionali laureati con un costo annuo di oltre 2 milioni di euro), a stanziare un fondo di 9 milioni e mezzo di euro a favore delle famiglie che mandano i figli nelle scuole paritarie private.
L'appuntamento per tutte è:
Libere di scegliere
Facciamo sentire la nostra voce
lunedì 26 aprile ore 10.00
Palazzo Ferro Fini
In occasione della prima seduta del Consiglio Regionale