Il laboratorio Bios occupato nasce il 17 aprile, restituendo alla città uno spazio appartenente alle palazzine INPS di via Palestro, lasciato colpevolmente all'abbandono e al degrado per circa 17 anni.
Questa iniziativa è stata accolta con sorprendente entusiasmo e solidarietà sia dai residenti storici che dai soggetti che vivono e attraversano questo quartiere ogni giorno: studenti, migranti e famiglie.
Un quartiere storicamente vivo e partecipato, ma ormai dimenticato dalle politiche locali che non hanno più investito in spazi di socialità, aggregazione, cultura e solidarietà.
È per questo che il Laboratorio Bios è stato attraversato in queste due settimane da centinaia di persone, che qui hanno riversato immediatamente il forte bisogno di avere a disposizione un luogo di socialità, di incontro e di organizzazione.
Il progetto Bios Lab vuole essere un luogo a disposizione della cittadinanza per progetti di mutualismo sociale a sostegno di tutti quei soggetti colpiti dalla crisi economica e dai processi di precarizzazione dovuti alle politiche di austerity: dai lavoratori precari, agli anziani, agli stranieri e alle nuove famiglie.
Tra i progetti del Laboratorio stiamo costruendo uno sportello legale per lavoratori e precari, un consultorio autogestito, corsi di lingua per italiani e stranieri, servizi di doposcuola, corsi di internet per anziani, laboratori teatrali, presentazioni di libri e diverse altre attività proposte dai molti residenti che hanno attraversato questi locali fino ad oggi.
In queste ore apprendiamo che il laboratorio Bios è sotto sgombero: evidentemente per l'INPS e l'amministrazione cittadina è più importante riconsegnare questo spazio al degrado e alla speculazione che aprire e sostenere progetti in cui precari, studenti e disoccupati possano affrontare collettivamente la drammaticità della crisi economica, sociale e culturale che stiamo vivendo.
Piuttosto i dirigenti INPS hanno preferito chiudere qualunque tipo di trattativa, per altro senza comunicarlo, nonostante la nostra più volte ribadita disponibilità a trovare una soluzione condivisa che conducesse ad un accordo convenzionale.
Siamo convinti che il quartiere, la città e il paese abbiano bisogno di luoghi come il laboratorio Bios.
Dopo le circa 700 firme a sostegno di questa iniziativa dei residenti del quartiere e dei soggetti che hanno attraversato questo spazio, invitiamo tutti coloro che riconoscano l'importanza e la necessità di uno spazio come questo a sottoscrivere questa petizione.
IL LABORATORIO BIOS NON SI TOCCA!
per aderire invia una mail a [email protected]
di seguito le firme di adesione all'appello:
Altragricoltura NordEst
Circolo Arci La Mela di Newton
CSO Pedro
Rifondazione Comunista sezione di Padova
Razzismo Stop
CeRebration Community
ADL – Cobas
Associazione YaBasta
Ciclofficina La Granata
Brigate di Solidarietà Attiva
AutAut357, Genova
Bartleby – Spazio autogestito, Bologna
Wu Ming
Esc Atelier autogestito, Roma
Anomalia Sapienza, Roma
Point Break studentato occupato autogestito, Roma
Lab Puzzle – Studentato occupato, Roma
Assemblea di Medicina – Sapienza, Roma
Astra SPA, Roma
MilanoInMovimento, Milano
ZAM, Milano
Centro Sociale Lambretta, Milano
Rete Studenti Milano
Ambrosia Milano
Kollettivo Azione Antifascista Verona
SMK Videofactory, Bologna
Simone Santorso, dottorando UniUrb - Stefano Visentin, residente nel quartiere San Giuseppe - Luca Basso, ricercatore UniPd - Nicola Zambelli, SMK Videofactory - Michela Reghellin - Elena La Magna - Giulio Todescan - Cristina Iezzi - Sebastian Saborio, dottorando UniUrb - Silvio Soldi - Giancarlo Mellano - Paola Bonatelli, giornalista, Verona - Luca Dallagnol - Giulio Bergamini - Michele Barbolini, dottorando UniBo - Annabella Da Re - Giovanna Cavatorta, dottoranda UniPd - Sandro Sabatino, geometra, presidente Associazione Gruppo Romania