In tempi difficili come quelli che sta attraversando il nostro paese, in tempi di finanziarie mascherate da manovre di crescita, in tempi di riduzione dei diritti, di blocco dei salari, di perdita del potere d’acquisto, dare vita ad operazioni di fusione, incorporazione od altro, dà quantomeno vita a sospetti e perplessità sui fini ultimi di queste operazioni. Se poi queste operazioni vengono messe in campo nei periodi estivi, ed anche al di là di esiti referendari che andavano in tutt’altra direzione, le preoccupazioni ed i sospetti in merito alla validità delle scelte in corso diventano ancora più marcati.
Stiamo parlando ovviamente della nuova new. co. del gas che dovrebbe vedere la luce entro la fine dell’anno, e della nuova ipotesi di fusione per incorporazione da parte di Acegas-Aps con Hera, il tutto con il minimo necessario di relazioni sindacali e soprattutto con zero coinvolgimento dei principali destinatari dei servizi e cioè i cittadini. Noi abbiamo molte perplessità relativamente alle scelte che si vogliono fare, per diversi motivi : nella new.co. sembra che la scelta fatta del partner sia legata solo alla urgenza piuttosto che ad un ragionamento ponderato e comunque il personale trasferito sembra trasferito più per garantire i numeri necessari piuttosto che per garantire la professionalità acquisita od anche per dare validità al ruolo di questo o quel dirigente anche nel caso di questa nuova società non vi è chiarezza sui risultati che questa nuova avventura porterà per i cittadini padovani.
La scelta di Hera fatta oggi sembra più che altro il tentativo di portare a casa come avvenne con la fusione con Acegas un po’ di denari per rimpinguare le quasi vuote casse del comune senza coinvolgere in questa scelta lavoratori e cittadini che sono i primi ed unici a nostro parere titolati a decidere e scegliere sul futuro dei servizi cittadini. In tempi in cui si parla molto di primarie, di partecipazione alle scelte di democrazia fare operazioni come queste senza un coinvolgimento pieno di cittadini e lavoratori ci sembra ripercorra un percorso criticato duramente da chi allora era all’opposizione.
Se a tutto questo aggiungiamo una situazione interna dove: nonostante la voragine debitoria, Agegas-Aps viene disinvoltamente usata come Bancomat per sponsorizzare le sempre più numerose e spesso stucchevoli iniziative pseudo-culturali organizzate in città; il managment della quotata in borsa opera assunzioni e sviluppa carriere con l’ausilio del vecchio ed inossidabile manuale Cencelli dove (lo ricordiamo per i più giovani) quello che veramente conta è solo l’affiliazione o l’appartenenza politica; in un’Italia con un esercito di esodati in Acegas-Aps invece molti ex-dipendenti in pensione rientrano immediatamente come co.co.pro., collaudato sistema per assicurare fondi e mezzi ad amici fidati per scopi lontani dalla mission aziendale.
Quindi, volendo buttarla in rima, non c’è spending review da Trieste in giù’, soprattutto se conosci il P.I.N. della tua Multiutility (mai nome è stato più azzeccato) di casa ingannando i cittadini-elettori che con il referendum hanno votato un altro sviluppo, defraudando i cittadini-utenti alle prese con bollette sempre più care e un peggioramento dei servizi.