Padova - Forum Formazione Bene Comune - Il Documento conclusivo

1 ottobre 2010 - Mozione approvata a conclusione dei lavori del Forum

4 / 10 / 2010

Il Forum Formazione Bene Comune è stato un appuntamento importante, condiviso dalle molte realtà che compongono il mondo universitario e scolastico padovano, un’occasione di organizzazione, confronto, riflessione condivisa certo, ma anche un modo di attraversare in maniera critica gli spazi in cui ci formiamo. Il Forum per noi è stato un punto di partenza, non certo un punto d’arrivo, che ci ha permesso di affrontare la questione della formazione da diverse angolazioni.

La crisi si è sviluppata in modo strutturale a livello globale, come provano gli effetti devastanti che colpiscono il nostro paese e che rendono la precarietà nuovo paradigma sociale, condizione generale del lavoro e della vita di tutti. Questa crisi è in continua espansione è, come già espresso da altri, un insieme di molte crisi e ci costringe a rimettere in discussione tutto ciò che fino ad ora abbiamo conosciuto come elementi “statici” del capitalismo contemporaneo e della società: dalla democrazia alla morale, dal sistema finanziario al lavoro contrattuale, dai disastri ambientali alla privatizzazione dei beni comuni fino ai flussi dei migranti, le cui conseguenze ci fanno pensare a nuove idee di libertà e alla definizione di nuovi diritti. Questi elementi ci portano alla ricerca quotidiana di una vita diversa e migliore.

Da queste premesse nasce spontaneo ridiscutere la concezione della formazione come momento educativo degli attori sociali e come motore propulsivo dell’innovazione.

Ecco perché parlare oggi di Formazione ci spinge a stravolgere il significato della stessa e ad inserire questo tema tra le battaglie più importanti. Formazione come nodo fondamentale di un immaginario che rivendica un mondo migliore, ma soprattutto Formazione come “bene comune”.

Certo, senza alcuna nostalgia dell’università “pubblica” che conosciamo, l’università dei baroni e dei feudi, nella quale la funzione del sapere è quella di costruire soggettività obbedienti e disciplinate.

Pensiamo ad un sapere cooperante che sia strumento di trasformazione reale delle nostre vite e che in maniera conflittuale possa determinare un nuovo modo di pensare e di abitare l’università: comune come superamento della dicotomia pubblico/privato.

Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito e preso parte a diverse mobilitazioni attorno al tema dell’università e della scuola, tutte coerenti nel rivendicare una trasformazione del sistema educativo ma insufficienti, sole, a bloccare davvero l’azione del governo.

Per queste ragioni oggi abbiamo bisogno di adottare una strategia diversa, ricomponendo tutte quelle soggettività in lotta contro lo stato di cose presenti. L’indisponibilità dei ricercatori, degli studenti, dei dottorandi e dei docenti, può bloccare il Ddl Gelmini, affermando che non esista “emendabilità alla schifezza” ma solo rifiuto.

Solo la cooperazione tra studenti, dottorandi, ricercatori e docenti può porre le basi di una ridiscussione generale di tutto l’apparato del diritto allo studio e della formazione.

Formazione come ennesimo luogo attraversato da una condizione di precarietà diffusa e costante. Formazione come ennesimo terreno di lotta contro l’istituzione di un modello che rende l’esistenza instabile, oltre agli altri terreni di scontro che già attraversiamo: come quello del lavoro e del welfare, della precarietà, dell’università, dell’ambiente, della lotta contro gli stereotipi di genere, le discriminazioni e il razzismo.

Anche se la strada da percorrere non è già segnata, ci proponiamo di creare intersezioni con tutte quelle lotte e quei soggetti politici e sociali, che si distinguono per l’impegno contro le politiche di questo governo e di questo sistema politico. Questo è il nostro antidoto alla distruzione dell’università e il nostro rimedio alla frammentazione sociale.

E’ con questo spirito che ci proponiamo di attraversare la giornata di sciopero indetta dalla FIOM a Roma il 16 ottobre, non tanto per portare la nostra solidarietà ai lavoratori ma per assumere quella data come l’appuntamento di tutti coloro che si mobilitano contro la precarietà; inoltre intendiamo partecipare all’assemblea nazionale all’università La Sapienza il giorno 17 ottobre per dare vita ad un grande momento di confronto e di rilancio.

Due giornate per sperimentare e praticare questo spirito di ricomposizione in tanti, insieme, UNITI CONTRO LA CRISI!