Padova - Denunciato chi lotta per il clima: siamo all'assurdo!

13 / 6 / 2019

Il comunicato di ZERO Pfas Padova sulle denunce, divulgate a mezzo stampa, ad alcuni attivisti relative alla marcia per il clima dello scorso 8 dicembre. La manifestazione si era svolta in maniera assolutamente pacifica.

Abbiamo appreso questa mattina dalla stampa locale – com’è ormai prassi consueta in questa città – di alcune denunce, per reati di varia natura, emesse ai danni di attivisti che hanno dato vita alla grande marcia per il clima, tenutasi a Padova lo scorso 8 dicembre. 
Come Zero Pfas Padova ci sentiamo direttamente chiamati in causa, perché siamo stati promotori di quella manifestazione che, sotto il claim “Siamo ancora in tempo!”, si è svolta contemporaneamente in oltre cento città del mondo. Manifestazione che ha portato alla ribalta il tema della giustizia climatica, una lotta che vede al proprio centro la sopravvivenza stessa del nostro pianeta.
A Padova la marcia è stata partecipata da oltre 5000 persone, segnando un intreccio tra le tante battaglie contro le devastazioni ambientali presenti in Veneto con una generazione di giovanissimi che, di lì a poco, avrebbe riempito le piazze ogni venerdì grazie alle mobilitazioni di Fridays For Future. La bontà di questa battaglia è stata riconosciuta anche dall’amministrazione comunale padovana, che pochi giorni fa ha dichiarato l’emergenza climatica, votando all’unanimità una mozione presentata proprio da Fridays for Future.
A fronte di tutto questo, questura e procura non solo si rivelano – come stesso accade – miopi, ma avallano coloro che strenuamente cercano di fermare questo cambiamento giusto e necessario. Lo fanno, tra l’altro, con delle accuse immotivate: la scelta di deviare il corteo è stata presa collettivamente dai partecipanti proprio per evitare ingorghi e disagi alla circolazione. 
Accuse, dunque, che fanno solamente il gioco del potere, dei negazionisti climatici, di chi continua a credere che questo modello di sviluppo possa durare in eterno. Ancora più assurde se inserite nella situazione veneta, dove questo modello non solo sta devastando i territori e avvelenando le persone, ma ha creato una serie di legami tra politica, affari e criminalità organizzata che porta a un continuo stato di malaffare e impunità. Le recenti vicende del Pfas in Veneto, e del muro di omertà creatosi attorno, lo dimostrano pienamente.
Evidentemente fa più comodo perseguire chi conduce battaglie giuste che i veri criminali. Ma situazioni come questa non possono passare in sordina: vanno impugnate e combattute da chiunque creda che la giustizia climatica si ottenga mobilitandosi in prima persona. Per questo esprimiamo solidarietà nei confronti dei denunciati e invitiamo tutte le realtà e i singoli presenti in piazza l’8 dicembre a fare altrettanto.