Quando si vuole ottenere qualcosa e si
è disposti a tutto per farlo, si sa, non c'è controparte che tenga.
I dipendenti della Cooperativa "Laboriosa" che
lavoravano al magazzino frigorifero Logipi di via Mestrino a Ronchi
di Villafranca, non hanno ceduto alle bugie della cooperativa, alle
minacce dei carabinieri e ai ricatti dell' azienda. Sapevano che non
avevano nulla da perdere, ma anche che il blocco della merce nel
magazzino era l' unico modo rimasto vedere riconosciuto un minimo di
reddito supplementare alla Cig in deroga per la quale c'è sempre da
aspettare alcuni mesi prima di riscuotere.
Così, muniti di un
gazebo, qualche striscione, della legna per il fuoco e tanta
determinazione e pazienza sin dal mattino di martedì si sono
piazzati davanti al cancello di entrata/uscita del magazzino di
Mestrino. La parola d' ordine era solo una: la merce Danone non deve
uscire da questi cancelli!
La Danone ha deciso di
delocalizzare la produzione, e gli operai che lavoravano in quel
magazzino (celle frigorifere con temperatura costante tra i 2 e i 4
gradi) da 5, 8 anni e in condizioni alle volte disumane, hanno
deciso che non era proprio giusto esser sbattuti fuori da un giorno
all'altro senza prospettive , con una famiglia da mantenere,
ammortizzatori sociali da attendere per vari mesi.
Qualche
giorno prima della cessazione del servizio per Danone, non avendo
ottenuto alcuna risposta alle richieste presentate, veniva deciso
dall'assemblea dei lavoratori di intraprendere come forma di lotta il
blocco del magazzino per ottenere oltre che la cassa integrazione in
deroga in quanto soci lavoratori, una forma di risarcimento per il
danno subito e di ammortizzatore sociale supplementare. Il blocco
iniziava alle ore 12 di martedì 22 febbraio ed il pomeriggio
trascorreva senza problemi, si sapeva che le merci sarebbero partite
con i camion la mattina alle 3 circa, quindi tanta rabbia ma lasciata
a riposo. Alla sera, si mangia tutti assieme e si beve qualcosa,
sapendo già che da lì non ci si muove. Passano anche amici dei
presidianti e ci si fa qualche risata.
A mezzanotte l' arrivo
dei carabinieri lascia presagire qualcosa, la situazione diventa
un pò più tesa. Dicono di lasciar passare i camion altrimenti
succede un casino, tutti in caserma e denunce. Prontamente Vladi
risponde: soldi e paura, mai avuti!
Il camion con la roba
prova a uscire, ma gli operai si mettono di traverso e lo bloccano.
La condizione è una: esce solo senza la merce della Logipi! Dopo un
oretta di blocco stabile davanti i cancelli, il camionista prende
atto dell'impossibilità di uscire fuori, e si arrendono anche i
carabinieri accorsi. Il camion torna indietro, scarica la merce della
Logipi ed esce, dopo un controllo degli operai stessi, senza la merce
" incriminata". Consegna ai lavoratori un foglio per
ricevuta, con su scritto: Merce non consegnata per blocco
manifestanti! E così sarà per tutta la notte.
Alla mattina,
il presidio con grande senso di responsabilità fa uscire solo i
camion che trasportavano gli yougurt Danone da portare nelle scuole
della zona. Nel tardo pomeriggio, LOGIPI, consapevoli del danno che
stavano subendo sceglie la via della trattativa e si rende
disponibile a mettere sul tavolo una certa cifra. La trattativa è
intensa e concitata, e dopo alcune ore si arriva ad un primo
accordo, da perfezionare la mattina successiva che prevedeva la
corresponsione di una forma di risarcimento di 6500 € per ogni
lavoratore impiegato, suddiviso in cinque rate da 1300 € netti , a
partire dal mese di aprile, oltre all'avvio della procedura per la
CIG in deroga.
La sottoscrizione dell'accordo
consentiva lo sblocco della situazione, con grande soddisfazione di
tutti in quanto si dimostrava che quando si osa, con la convinzione
di rivendicare obiettivi giusti, si possono raggiungere risultati
importanti.
Una bella lezione da questo melting pot di operai.
Adl Padova