Padova - A proposito di fake news e di processi a mezzo stampa

10 / 5 / 2019

Pubblichiamo una nota del centro sociale Pedro che segue l’attacco mediatico fatto dal quotidiano locale Il Mattino in seguito a un blitz delle forze dell’ordine, con tanto di perquisizioni, avvenuto ai danni di alcuni antifascisti.

Il Mattino ci ricasca, proponendo un giornalismo degno dei più famosi Libero, la Verità, il Giornale. Un giornalismo fatto di sensazionalismo, che trae linfa solo dalle boutade, dai titoli ad effetto. Un episodio in un bar, senza particolari conseguenze, è diventato «un linciaggio», «un raid punitivo» ai danni di due “pacifici” giovani razzisti e fascisti, l’assalto virulento alla sana democrazia partitica di questa città.

E' la seconda volta in pochi mesi che Il Mattino si arroga il diritto di "sbattere il mostro in prima pagina". Lo aveva già fatto poco tempo fa con l'insegnante che ha partecipato alla manifestazione contro i fascisti di Forza Nuova.

Ieri (mercoledì 8 maggio ndr) abbiamo visto nomi, cognomi e fotografie di alcuni compagni che hanno subito una perquisizione sui fatti di Via Gritti, in un audace “blitz” poliziesco che si è concluso con il sequestro di alcune felpe, definite la “prova regina” dell’”attentato” compiuto da “picchiatori professionisti”. Salvo poi dover ammettere, nelle ultime righe dell’articolo, che si tratta “purtroppo” della contestazione di un reato blando come le percosse. Ma è una testata giornalistica quella che stiamo leggendo o l’imitazione di Feltri fatta da Crozza? Nessuna inchiesta seria invece sull’estrema destra, con cui la stampa nostrana è sempre molto indulgente se non totalmente assente. Poca se non alcuna importanza viene data a ciò che avviene nel nostro paese, dove il connubio tra estrema destra e sdoganamento di essi da parte della Lega sta producendo orrori come quelli di Torre Maura o Casalbruciato (solo per citarne alcuni).

Sappiamo bene che non esiste una narrazione neutra e ci chiediamo pubblicamente su che tavolo si voglia giocare questa partita. La posta in palio trascende un fatto di cronaca e probabilmente trascende anche il tema dell’antifascismo in sé. Padova negli ultimi anni ha cambiato volto: è innervata da una ricchezza, da una voglia di mettersi in gioco che scuote in continuazione il tessuto cittadino. Solo in questa primavera ci siamo trovati più volte di fronte a piazze moltitudinarie, a laboratori sociali che con continuità stanno producendo nuovi modelli di attivismo e partecipazione. Dal clima all’antirazzismo, dalle questioni di genere al “diritto alla città” il movimento, inteso in senso ontologico, ha ricominciato a dettare i tempi della vita politica e sociale padovana.

Evidentemente c’è chi vive con profondo disagio questa situazione, chi vorrebbe riportare indietro le lancette agli "anni di piombo” perché è questo l’unico humus nel quale riesce a trovare la propria essenza. Ma noi siamo convinti che questa città meriti ben altro, come è stata in grado di dimostrare a più riprese nelle piazze, nelle strade, nelle assemblee, nelle iniziative culturali che hanno reso Padova finalmente libera dai fantasmi del passato.

L’attacco mirato al Pedro nasconde la volontà di sedare un fermento che probabilmente non si era mai visto prima, di riportare nell’oblio una comunità che sta avanzando sul piano delle pratiche, della condivisione e delle idee. Ma questo non possiamo permettercelo e vogliamo continuare a fare tanta strada insieme alle tante realtà e singolarità che stiamo intrecciando. E questo perché crediamo che la partita si giochi a un livello più alto delle beghe di potere sepolte dalla polvere e miri a conquistare diritti contro chi li sottrae, libertà contro chi ci opprime, uguaglianza contro chi ci affama. Perché se a Padova non stanno succedendo gravi fatti come quelli che vediamo o leggiamo in giro per l'Italia, è soprattutto grazie a tutte e tutti noi, alle realtà di base che in sinergia operano nei quartieri, ed ognuno a suo modo crea un tessuto sociale comune in grado di arginare le derive xenofobe e razziste. Dalle scuole d'italiano alle palestre popolari, dai campi di calcio all'assistenza legale, dagli sportelli sull'abitare alle scuole superiori e all'università.

E' di oggi (ieri ndr) la notizia che Casapound è fuori dal Salone internazionale del libro di Torino. Come scrive Wu Ming "Dare un segnale chiaro è stato determinante".
Ringraziamo tutti coloro che, in merito a questa vicenda, hanno voluto e vorranno dare un segnale chiaro anche in questa città.