Ora Google trova gli oggetti nei video: gli occhi digitali "vedono" su Youtube

L'azienda ha depositato un brevetto per il riconoscimento automatico su larga scala di forme nelle immagini. A breve il motore sarà in grado di ricercare contenuti individuandoli nella fonte multimediale, senza che l'utente debba indicarli per scritto nel titolo. Un'idea che ha già suscitato la preoccupazione delle associazioni di tutela della privacy

9 / 9 / 2012

A MOUNTAIN VIEW vedono lungo. E soprattutto, vogliono che il web impari da solo a guardare cosa viene caricato nei milioni di video che ogni giorno raggiungono la Rete. In modo da individuare cosa c'è nelle immagini, anche se l'autore non l'ha specificato nel titolo, nella descrizione o nelle tag. Per l'utente, cosa cambia? Nulla dal punto di vista dell'interazione, semplicemente entro poco tempo, Google sarà in grado di cercare degli oggetti nei video e nelle foto.

L'azienda ha depositato un brevetto per l'algoritmo 'Automatic large scale video object recognition' (riconoscimento automatico su larga scala di oggetti video).  I primi contenuti a passare sotto la 'lente' del nuovo programma dovrebbero essere i video caricati su Youtube, piattaforma di proprietà di 'Big G'. Il sistema dovrebbe così aggiungere dei 'tag', cioè delle etichette che indicano ad esempio la presenza di un gatto, o di un particolare monumento, il che permetterebbe di fare ricerche non più solo sul titolo, ma anche sul corpo stesso del video.

All'inizio dovrebbero essere 50mila le parole chiave caricate. Ma l'algoritmo  ha già suscitato la preoccupazione delle associazioni di tutela della privacy. A preoccuparle, è soprattutto una possibile espansione : "Ancora una volta gli utilizzatori perderebbero il controllo di cosa succede con i loro dati",  ha detto al Daily Mail Nick Pickles, direttore della ong Big Brother Watch . Prosegue Pickles: "Se ad esempio venisse aggiunta a un video l'informazione sul luogo dove è stato girato, magari tramite il riconoscimento di un monumento famoso, Google sarebbe in grado associare all'identità di chi l'ha caricato molte più informazioni, come dove è stato o se ha degli animali. Questo tipo di potere non dovrebbe essere permesso senza il consenso dell'utente".