Oltre la "Buona Scuola". Ripartiamo da noi.

Assemblea dei coordinamenti studenteschi del nord est. Confederiamo le lotte. Sherwood Festival, giovedì 14 luglio ore 15.00

11 / 7 / 2016

L'anno appena trascorso ha mostrato le prime avvisaglie, da parte del governo Renzi, di privatizzazione e chiusura autoritaria della scuola pubblica con la cosiddetta riforma "Buona Scuola". Per quanto non si sia verificata una vera opposizione a questa riforma, soprattutto da parte dei sindacati, bisogna considerare però che il prossimo anno sarà il primo in cui si manifesteranno in maniera evidente gli effetti della "Buona Scuola", si potrebbero perciò aprire interessanti spazi di intervento politico.

Riteniamo che il modo migliore per affrontare l'ormai imminente anno politico sia da una parte potenziare quel percorso già intrapreso di rafforzamento e radicamento nelle singole scuole, tramite i collettivi, dall'altra continuare nel valorizzare il coordinamento come spazio di confederazione delle singole esperenzie in cui dare voce ai bisogni e alle istanze delle varie soggettività scolastiche. Siamo consapevoli tuttavia di come la "Buona Scuola", tramite il rafforzamento del potere dei presidi,  abbia come effetto, tra gli altri, quello di ridurre i nostri spazi di agibilità politica.

Questo unito alla sempre maggiore militarizzazione delle nostre scuole, praticata nel nome di una nuova campagna securitaria contro le droghe, troppo simile ad una caccia alle streghe, sta trasformando sempre di più i nostri istituti in luoghi asettici e sterili, in vere fabbriche di precari in cui non si formano le generazioni di domani, quanto piuttosto la nuova manodpera a basso costo della macchina produttiva italiana. L'aziendalizzazione degli istituti italiani è infatti l'altro grande nodo su cui agisce la "Buona Scuola" tramite l'istituzione delle duecento ore di tirocinio non solo negli istituti tecnici ma anche nei licei.

Infine la possibilità da parte dei privati di finanziare le scuole, potendo in parte influenzare il programma didattico e imponendo quindi anche in che aziende praticare il tircinio, completa il ciclo della compravendita di manodopera direttamente dalla scuola al posto di lavoro.

Ripartire dalle singole scuole e dai collettivi vuol dire, per noi,  rimettere al centro la costruzione di una comunità, quella scolastica, che sempre di più sta venendo destrutturata dalla spinta all'agonismo e alla competizione, vuol dire opporsi al cadere nell'individualità  ma cercare di ricostruire una collettività sociale e politica nelle scuole, consapevoli che la seconda non può esserci in assenza della prima. Se quindi da un lato resta centrale la costruzione di un intervento in tutte le scuole, dall'altra siamo consapevoli che i territori che abitiamo sono un altro nodo centrale a cui abbiamo guardato e cui dobbiamo continuare a dare centralità. l'anno passato ci ha visti in molteplici tematiche, dalla sensibilizzazione sulle problematiche dell'immigrazione a quella sul terrorismo, ma restiamo convinti che la questione delle grandi opere e del cambiamento climatico sia per noi fondamentale.

Assumiamo in pieno il valore del corteo dell'8 marzo a Venezia dove, assieme al comitato No Grandi Navi e a decine di altri comitati, centinaia di studenti si sono mobilitati per dire che le decisioni devono spettare a chi abita i territori e per ribadire che questo modello di sviluppo è disastroso per l'ambiente e per noi.

Per discutere insieme di queste tematiche e per prepararci al prossimo anno convochiamo un'assemblea a Sherwood  giovedì 14 luglio alle ore 15.00. Verso un nuovo anno di lotte per un autunno caldo.