"La sensazione di libertà che mi da fermarmi, quando posso, in questa piazza, è qualcosa che mi allegerisce cuore e testa"

#occupytrieste - lettera di una signora ai ragazzi

4 / 11 / 2011

Care ragazze e cari ragazzi di OCCUPY TRIESTE,

non sono mai riuscita a partecipare alle vostre assemblee per poter esprimere la mia gioia di vedervi in piazza con le tende che avete piantato senza chiedere permesso a nessuno, con le magliette colorate che avete fatto la sul marciapiede e la Clown Army che vale più di qualunque manifestazione pacifista oceanica. Ma sono passata di qua.

La sensazione di libertà che mi da fermarmi, quando posso, in questa piazza, è qualcosa che mi allegerisce cuore e testa dopo tanti anni di prepotente controllo di telecamere nelle strade e nei cervelli e di schermi tv e pc in ogni stanza. Se passo di qua vedo voi e incontro compagne e compagni di strada del mio lungo impegno politico completamente indipendente e antistituzionale, e persone "che si parlano" come non succedeva da millenni.

Vedo una piazza dove posso stare. Una piazza, depredata dalle sue panchine e dalla sua gente per far posto agli onnipresenti gazebi del consumismo e ai deliri architettonici dei sindaci di ogni genere, piena di divieti di ogni tipo e di controllori/repressori, è di nuovo un luogo di libero incontro.

Non so quali scelte farete per portare avanti la vostra lotta, il freddo e la pioggia stanno arrivando, un giorno o l'altro, suppongo tornerete ai luoghi di studio.

Sogno di incontrarvi ancora e ancora, di vedervi occupare la strada, a lottare, a divertirvi, a liberare con la vostra creatività spazi aperti dove discutere/fare davanti con tutte, tutti, ogni volta che ne sentirete la voglia e la necessità.

Per poterci stare anch'io, per poter sentire quello che avete da dire. Per sentire la voce di chi ha difficoltà a parlare al megafono ma che nella sensibilità e nella pazienza delle compagne e dei compagni della piazza trova il sostegno e lo stimolo per esprimersi.

Forse, per dire anch'io qualcosa, perché spero che questa piazza si allarghi e, oltre alla solidarietà nei vostri confronti, crei occasioni di proposte e pratiche autogestite, in sinergia con voi, per molte/i altre/i.

Per sentirmi più libera insieme ad altre persone più libere. 

Paola

4 novembre 2011