Blocco degli sfratti "Aspettiamo il prefetto"

Diritti in casa e Sru, dopo la protesta di martedì, potrebbero incontrare Scarpis la prossima settimana per affrontare l'emergenza casa. In via Jenner evitata l'esecuzione di un provvedimento contro una famiglia ivoriana

20 / 1 / 2010

di Raffaele Castagno

L’ufficiale giudiziario è tornato. In una giornata fredda, sotto la neve che imbiancava la città, ha nuovamente fatto la sua comparsa in via Jenner 2 per dare seguito alla sfratto di Claire Badia e dei suoi famigliari. La donna ivoriania vive qui, insieme ai suoi due bambini, un uomo anziano e altri due adulti (LA STORIA). Per evitare di farla finire in mezzo a una strada il Comune le aveva proposto un residence, quello del Parmigianino, mentre i due uomini avrebbero dovuto provvedere da sé. In seguito i servizi sociali avrebbero esteso l’offerta a tutti, più 200 euro, per un mese. Una proposta che, però, si è rivelata del tutto vana, vista l'indisponibilità della struttura. Lo sfratto è stato ancora una volta evitato grazie alla presenza delle rete Diritti casa e dello Sru (Società riappropriazione urbana), ma la situazione di Claire rimane precaria. “Lo fratto è stato rinviato – spiega Katia Torri – ma quello che occorre è una soluzione al problema, che passi attraverso il rispetto dei diritti umani. Non si può considerare legale che la gente finisca in strada, tanto più in presenza di case popolari vuote". Nel pomeriggio di martedì le due associazioni hanno organizzato una manifestazione davanti alla prefettura, per sollecitare le istituzioni a una nuova politica per la casa (LEGGI L’ARTICOLO). “Il vice prefetto – racconta Luigi, un’attivista dell’associazione – ha preso l’impegno ha portare all’attenzione del prefetto la richiesta di blocco degli sfratti. Speriamo – continua – che si possa ragionare assieme alle istituzioni su questa emergenza”. Del resto anche l’assessore alle Politiche abitative Giuseppe Pellacini, nei giorni scorsi, ha riconosciuto l’e sistenza del problema (LEGGI). La Sru segnala anche la situazione in cui versano i servizi sociali: “Dopo che Badia, insieme ai nostri volontari – racconta la Torri – si è recata all’assistenza sociale è arrivata un nuova soluzione, sempre provvisoria: il residence del Parmigianino per tutti gli inquilini, più 200 euro, per un mese. Una proposta accettabile – continua – purché finalizzata a trovare una soluzione ponte”. Tuttavia dopo verifiche condotte dall’associazione allo stesso residence la struttura non ha confermato la disponibilità, rendendo del tutto inconsistente l’offerta del servizi sociali. “Non è colpa loro – attacca la Torri – ma di chi li ha distrutti. Sono del tutto carenti. Non ci si può muovere l’ultimo giorno per un caso noto da mesi” conclude.