Non c’è due senza tre (?)

11 / 5 / 2017

Raccogliamo l’appello scritto dalle pagine di Rosso Parma. Pur tenendoci a specificare che quasi nulla abbiamo da spartire con il suo editore, che spesso e volentieri ci rivolge frecciate dando dei venduti a noi e alla Rete Diritti in Casa. Non volendo prestare troppa attenzione a questo odio che troviamo più di natura personale che politica, e per onestà intellettuale, raccogliamo dunque il suo appello e incalziamo il Rettore di Parma Loris Borghi a proposito della vicenda “Pasimafi”. Il Rettore è indagato per abuso d’ufficio in due differenti contesti: quello per aver favorito la sua compagna Tiziana Meschi e il ben più grave presunto coinvolgimento nel favorire il trasferimento del professore Massimo Allegri. Il Rettore è difatti uno dei 75 indagati all’interno dell’inchiesta “Pasimafi” che scuote il mondo sanitario, accademico, industriale e finanziario Italiano con il coinvolgimento di ditte farmaceutiche italiane ed europee. La gravità consiste nelle accuse rivolte a Massimo Allegri che, in qualità di braccio destro del “luminare” Fanelli, cooperava, sempre secondo le indagini preliminari del G.I.P., ad un trama di corruzione che vedeva coinvolte ditte farmaceutiche e di tecnologie mediche praticando illegalmente sperimentazioni su pazienti inconsapevoli. 

Il tutto sarebbe accaduto sotto la regia dello stesso professore Guido Fanelli.  I due docenti, forti della loro posizione di rendita nel mondo accademico e scientifico, difendevano e anteponevano interessi economici di determinate aziende alla salute dei pazienti; in cambio di soldi attraverso società di comodo (portando così all’accusa di riciclaggio) e pure uno yacht

Tutto ciò ci sembra veramente inaccettabile, ma in fondo non ci stupisce. Al di là dei fatti specifici da dimostrare in sede giudiziaria, da sempre denunciamo la finta neutralità del sapere accademico, sottolineando le connessioni che sussistono tra “scienza” e “potere”, in una società unicamente votata all’accumulazione di denaro. La decisione di ciò che è scientifico, quindi obiettivo, sempre si colloca all’interno di uno scontro vivo tra interessi contrapposti, e la lotta sociale si manifesta perciò anche attraverso la lotta teorica e nella produzione di saperi accademici.

Crediamo che, al di là delle responsabilità etiche personali, il problema stia a monte nell’impostazione stessa delle istituzioni. Per primo un atteggiamento fortemente giustizialista nei confronti dei poveri e dei marginalizzati, in particolar modo oggi attraverso la retorica contro gli immigrati, ma che nella pratica si estende a tutti i soggetti che non si limitano ad invocare pietismo ma valicano le soglie della “presunta legalità” o del “politicamente corretto”  con una resistenza attiva. Pensiamo a lavoratori e lavoratrici, sfrattati e occupanti di case, studenti “indisciplinati” e comitati in difesa del territorio. La risposta a queste domande sociali diviene questione di ordine pubblico e pura repressione. Dall’altro lato però, a parte titoloni in prima pagina quando la goccia fa traboccare il vaso, non si fa nulla contro la corruzione oramai divenuta sistemica e pratica di governo all’interno dell’era dell’austerità imposta. Questo ci sembra connesso direttamente alla seconda questione: sembra infatti che per governare un presente incerto e instabile politicamente, si necessiti di una schiera di uomini fedeli collegati l’un l’altro da una trama fatta di prebende, favori e corruzione. 

Il cambiamento così appare una minaccia anche alle posizioni gerarchicamente inferiori nella scala del comando e distorce le relazioni sociali fino al punto di percepire qualsiasi (possibile) miglioramento delle proprie condizione intimamente legato al successo e all’ascesa dei propri superiori. Situazione, questa, sempre più esasperata dalle condizioni di ricattabilità dei più deboli e unica speranza di ascesa sociale, questo paese è così: prendere o lasciare. Questo sistema clientelare è entrato così tanto a far parte del senso comune, che in Italia la clientela e la corruzione sembrano ineluttabili, come la morte e le tasse (non per tutti chiaramente, chi ha il privilegio di avere residenza a Montecarlo come Ugo Grondelli, uno degli arrestati a seguito delle indagini, almeno si risparmia la seconda). 

A questa trama sociale, culturalmente mafiosa, si contrappone la tanto vituperata “meritocrazia”. Concetto con il quale saremmo pure formalmente d’accordo, se non fosse che parlare di meritocrazia all’interno di un contesto in cui le istituzioni di ogni risma, da quelle accademiche a quelle politiche, sono letteralmente sequestrate da un’elité autoreferenziale che si tutela e riproduce non solo attraverso il potere economico e politico, ma anche attraverso una produzione scientifica accademica che genera le condizioni per cui nulla cambi. Ricambio senza cambiamento. Non solo perché il welfare è insufficiente e mal congegnato, ma perché chi “merita” e accede ai ruoli sia accademici che politici, sempre più spesso costituisce un semplice ri-cambio generazionale che garantisce la perpetrazione di quei ruoli clientelari lasciando le istituzioni impenetrabili alle “persone comuni”. Chi propone un reale cambiamento viene generalmente giudicato come un pazzo, un deviato o un eversivo, e se non addomesticato viene combattuto. 

Il duo Fanelli-Allegri è il corrispettivo in ambito accademico-sanitario della coppia Berlusconi-Renzi. Ricambio, magari alternanza (i nuovi dirigenti elogiano e criticano allo stesso tempo i propri maestri così da elevarsi al di sopra di essi), ma senza cambiamento di direzione. Fortunatamente esistono valide eccezioni in ambito accademico che tuttavia ci sembrano stritolate dall’impostazione stessa dell’istituzione. 

Perciò per quanto concerne la vicenda che coinvolge il Rettore Loris Borghi ciò che noi vogliamo è una presa di posizione pubblica: deve garantire e soprattutto spiegare la sua eventuale estraneità ai fatti, non bastano quattro righe impersonali dal sito dell’UNIPR. Se si rifiuta di esporsi pubblicamente di fronte a tutte le componenti universitarie (non solo di fronte a quegli organi di rappresentanza così lontani e impenetrabili), o se emergono ulteriori prove a suo carico, deve dimettersi. Non chiediamo la diretta dimissione del Rettore proprio perché il garantismo è un beneficio del dubbio che concediamo anche agli avversari politici e soprattutto per il ragionamento precedentemente fatto: il problema è nell’impostazione delle istituzioni, sequestrate alla democrazia popolare dei suoi componenti. Al Rettore mancano due anni di mandato che dovrà giostrare tra: tagli e debiti che oramai impediscono anche solo il normale svolgimento dell’attività amministrativa, guardia di Finanza e indagini per il doppio abuso d’ufficio, e il mastodontico progetto “Master Campus”.

Il progetto della grande edificazione “Master Campus” non sembra necessariamente mettere al “centro lo studente” come viene ossessivamente ripetuto dal Rettore. Alcune vicende sospette dimostrano il contrario, ad esempio: la vincita del bando Unipr per l’assegnazione di un edificio, che avrà un valore di 1 milione e mezzo di euro, da parte della Vislab srl. (“Spin-off” della stessa UNIPR), venduta 6 mesi dopo ricavando “2 milioni di dollari” che a detta del Rettore sarebbero stati investiti “per gli studenti”. Quest’operazione di vendita è stata presentata in modo sensazionalistico ma la presenza del bando dimostra in realtà che quei soldi erano già stati spesi, in quanto tramite la Vislab, l’edificio si trovava già nelle disponibilità dell’Ambarella S.p.A. per i successivi 36 anni. L’Ambarella S.p.A  ha acquisito Vislab versando quindi un plus all’ateneo oltre al suo valore, ma di fatto l’ha riacquisito nella disponibilità per 36 anni di un edificio che ha circa quel valore. L’Ambarella non è una ditta qualsiasi, è un colosso da miliardi di dollari con centro operativo nella californiana Valley, ma con sede legale nel paradiso fiscale delle Isole Cayman. Un colosso che investe in tecnologie informatiche riguardanti sistemi di visione ottica, e vende prodotti come: software e telecamere di sicurezza, droni e indossabili

Non siamo riusciti a comprendere chi siano i principali clienti dell’Ambarella –  se per esempio tra questi vi sia il ministero della difesa americano o altri nel settore militare –, sappiamo però certamente che la tecnologia auto motiva della Vislab è di interesse non solo per l’uso civile ma anche per quello militare. Ciò che sappiamo con certezza è invece che il valore delle azioni della Ambarella S.p.A. è letteralmente schizzato nei mesi appena precedenti l’acquisizione della Vislab portando a un’estrema volatilità del valore ed enormi spostamenti di volume del titolo finanziario, passando da poco più di 50$ nel 17/02/2015 ai circa 127$ del 19/06/2015, poi precipitato e di nuovo risalito il mese successivo a 126$. Il volume di transazioni (compra-vendite) sul titolo ha raggiunto il suo tetto massimo il 22 giugno 2015, nella strabiliante cifra di 24.000.000. Contando il giorno precedente e quello successivo a quella data sono avvenute più di 46 milioni di transazioni attorno al titolo, il tutto a sole due settimane dall’annunciazione mediatica della vendita della Vislab

Inutile dire che mai, prima e dopo quell’evento, il titolo Nasdaq di Ambarella si è più avvicinato né a quelle cifre né a quei volumi. Non siamo esperti di economia, ma sarebbe evidente a chiunque che si tratta di uno di quei fenomeni speculativi di cui spesso sentiamo parlare e che poco riusciamo a identificare. A causa dell’opacità dei suoi meccanismi difficilmente si inquadrano i fenomeni del mercato finanziario come derivanti dai rapporti sociali umani, gli si attribuisce invece solitamente poteri quasi-divini e una propria autonoma volontà che premia e punisce le scelte degli uomini. Qui invece vogliamo tener conto delle scelte politiche fatte evidenziando: le connessioni tra scelte politiche ed economiche, il loro riflesso nel mondo finanziario e la ricaduta sul mondo reale, l’interconnessione tra pratiche e decisioni politiche della governance, come evidenziato in questo caso, e come tali decisioni siano state prese a porte chiuse e continuino a esserlo. 

Alla luce di questi fatti sostenere, come fece all’epoca il Rettore, che ci abbiano guadagnato gli studenti pare veramente ridicolo. Il Rettore Borghi (nel video di annunciazione della vendita di Vislab all’Ambarella S.p.A.), vanta le 5 borse di dottorato (briciole, insomma) messe a disposizione da Ambarella assieme ai 30 milioni di dollari che dava all’Università di Parma. Sappiamo che di questi 30 milioni quasi 2 sono andati nell’edificio per la Vislab/Ambarella e che gli altri sono praticamente tutti già investiti nel mega progetto “Master Campus”. Nel frattempo, a Ottobre 2016, l’Università viene ripresa dal Miur per aver sforato il fabbisogno di 17 milioni di euro, provocando il blocco di tutti i pagamenti.

Questo è un semplice elenco di fatti che vuole raccontare cosa è successo in questi ultimi 2 anni nell’Università di Parma e dal quale deduciamo che di trasparenza ce n’è ben poca, che le decisioni vengono prese fra pochi, e poi al massimo rivendute dal marketing politico come straordinari successi. Quello che vogliamo dunque è ben altro che delle dimissioni di un Rettore; noi vogliamo aprire il cuore delle decisioni in questa università a tutte le sue componenti, fatta da lavoratori, lavoratrici, ricercatori precari, docenti e mettere al centro studenti e studentesse, informandoli, dandogli adeguati strumenti e mettendoli nelle condizioni di decidere sulle questioni chiave. 

Vogliamo farlo perché quei 30 milioni di euro realizzati nella vendita di Vislab non sono solo frutto del professor Broggi (il quale, al massimo, va elogiato per aver fatto bene il suo lavoro di ricerca da dipendente pubblico, per il quale era pagato con i soldi pubblici) ma anche di quelli che per anni hanno fatto tesi di ricerca per Vislab senza prendere un euro, che si sono formati nel campo della ricerca e che si formeranno, e dovranno anche accontentarsi delle briciole che gli darà l’Ambarella con le sue borse (come anche di altre ditte alle quali l’Unipr si prepara a spalancare le porte). Sempre multinazionali, imprese da fatturati pazzeschi, che si preparano a installarsi in Unipr attraverso progetti dai nomi suggestivi frutto di un marketing accurato nel veicolare un forma priva di contenuto: MASTERCAMPUS, INNOHUB, TECHMED, e chi più ne ha più ne inventi. Cosa rimane poi al personale precarizzato e agli studenti messi nell’ingranaggio della produttività? Solo promesse ed esuberi di bilancio.

Quello che noi vogliamo è aprire quelle porte chiuse dell’istituzione, e democratizzare la torre d’avorio dell’Università di Parma, per farlo vogliamo:

1) Un dibattito serio e informato su tutte le operazioni connesse a “Master Campus”, consentendo a studenti e docenti di avere un’idea sul progetto e sugli investitori al di là della propaganda sensazionalistica.

2) Un codice etico sulla ricerca che vieti: di cooperare con imprese con sede nei paradisi fiscali, in modo da evitare l’evasione del finanziamento dovuto all’FFO; di attingere risorse da fondi privati che derivino direttamente o indirettamente dall’industria bellica; di cooperare con ditte che producano in tutto o in parte armi, tecnologie, mezzi utilizzati in contesti bellici o utilizzati per arrecare danno alle persone; di vendere o mettere a disposizione i propri brevetti e il proprio sapere a ditte coinvolte direttamente o indirettamente nel ramo bellico.

3) Indire un referendum universitario che coinvolga a pari diritto studenti, docenti e personale sul progetto “Master Campus” e la gestione di quei 30 milioni ricavati dalla vendita di Vislab. Quei soldi sono di tutti e devono poterne decidere tutti!

4)Vogliamo che gli organi maggiori (CdA e Senato) dell’Unipr trasmettano in streaming le proprie riunioni. In passato c’è capitato di voler accedere agli atti e non poterlo fare senza l’autorizzazione del Rettore e previa lettera formale. Ciò che si decide è affare di tutti, non un affare privato!

5)La modifica dello statuto universitario così da prevedere l’elezione del Rettore in forma diretta da parte del corpo studentesco, lavoratore e docente. Vogliamo poter decidere tutti e tutte il prossimo Rettore dell’Unipr come viene fatto in altri paesi europei, ad esempio la Spagna. Il rettore non può essere votato da 80 studenti su 30.000!

Dopo questa doppia indagine per abuso d’ufficio a carico del Rettore, cosa aspettiamo  a democratizzare l’università e riprenderci in mano le decisioni? Il timore è che come dice il proverbio non ci sia il due senza il tre.

Note:

1) http://www.rossoparma.com/index.php/cronaca/cronaca-citta/14823-inchiesta-pasimafi-e-ora-che-qualcuno-lo-dichiari-apertamente-il-magnifico-rettore-loris-borghi-deve-andarsene

2) Indagine Pasimafi del Nas: arrestato il luminare Fanelli: "Comando io, ho creato un sistema"

3) http://www.unipr.it/notizie/operazione-pasimafi-luniversita-di-parma-e-al-fianco-degli-inquirenti-e-contro-ogni

4) http://old.unipr.it/arpa/appalti/2014/concessioni/Edificio%20Campus%20Scienze%20e%20Tecnologie/ Il bando in questione è uscito il 23 dicembre e scadeva il mese successivo. Il costo d’affitto era particolarmente vantaggioso (45.000€ l’anno) e Vislab fu l’unica a partecipare al bando. Il canone dura 36 anni.

5)http://old.unipr.it/arpa/appalti/2014/concessioni/Edificio%20Campus%20Scienze%20e%20Tecnologie/

Il bando per l’edificazione dell’edificio è andato deserto, ed è stata così indetta una gara attraverso la manifestazione d’interesse http://old.unipr.it/arpa/appalti/2016/lavori/negoziata_poloinnovazione/Determina%20a%20Contrarre/DCA%20545-31488%2024.02.2016.pdf  vinta dall’unica ditta manifestatasi. http://old.unipr.it/arpa/appalti/2014/concessioni/Edificio%20Campus%20Scienze%20e%20Tecnologie/  Viene aggiudicata così alla “migliore offerta”. Questa è di un paio di migliaia di euro al di sotto della cifra massima da cui partiva l’asta, 1 milione e mezzo di euro.

6) Il video di Repubblica su Vislab

7) http://investor.ambarella.com/faq.cfm

8) https://www.ambarella.com/about/about-ambarella/the-ambarella-story

9) http://vislab.it/defense/

10) Vedi su Investor Ambarella

11) http://www.nasdaq.com/symbol/amba/historical

12) http://www.gazzettadiparma.it/news/economia/285558/Vislab--l-auto-che-si.html

13) http://universita-parma.blogautore.repubblica.it/2016/10/10/l-universita-di-parma-congela-le-nuove-spese-superati-i-limiti-imposti-dal-ministero/