In migliaia a Giardini Naxos contro il G7

Il corteo contro i "sette grandi" è partito, accolto dagli abitanti di Taormina. Durante la mattinata fermi e perquisizioni ai pullman diretti verso la città sicula. 12 fogli di via "preventivi" consegnati a manifestanti provenienti da Cosenza. Fitto lancio di lacrimogeni e cariche contro i manifestanti che si stavano avvicinando alla zona rossa.

27 / 5 / 2017

Nonostante l'imponente apparato poliziesco e il clima di terrore che si è ricamato intorno a questa data, già da ieri le diverse realtà già presenti sul luogo hanno ribadito la volontà di scendere in piazza oggi per contestare il summit dei grandi della terra arroccati nella splendida cornice della città di Taormina diventata per l’occasione una fortezza impenetrabile. Fin da subito è emerso, soprattutto dagli stessi abitanti di Giardini Naxos, la difficoltà e il malessere nel vivere il proprio territorio come estranei. Una massiccia militarizzazione senza precedenti: continui posti di blocco, militari, esercito, blindati, reparti speciali, limitazioni pedonali e stradali, zone off-limits e impraticabili vietate agli stessi cittadini. 

Nel frattempo a Catania decine di mezzi blindati della polizia presidiano la sede di Frontex, proprio nei giorni in cui è vietato per le navi impegnate nelle operazioni di soccorso dei migranti di attraccare nei porti siciliani. Oltre 1.400 persone dovranno allungare il loro viaggio, in condizioni estremamente precarie, fino al porto di Napoli. Questa è l'immagine chiara del ruolo di Frontex nel Mediterraneo.

In un'assemblea molto partecipata le realtà meridionali che sono intervenute (No Tap, link, Cobas, NoMuos, Unione inquilini, Officina Rebelde ecc.) hanno ribadito la volontà a sfilare oggi in corteo a fianco degli abitanti di Taormina e Giardini per ribadire che gli estranei e i provocatori sono i "sette grandi" e non i manifestanti che - con non poca difficoltà - sono riusciti a raggiungere il punto di ritrovo.

Un viaggio per niente semplice, come si è palesato sin da subito al porto di Catania: filtri e controlli della polizia nei confronti degli attivisti appena sbarcati in Sicilia; sin dalla prima mattina le forze dell'ordine hanno scientificamente bloccato gli attivisti sugli autobus diretti a Giardini Naxos. Ancora perquisizioni e controllo dei documenti attraverso la videocamera. Tensioni e spintoni con la polizia che, in maniera aggressiva, ha tentato di sequestrare bandiere e striscioni.

Da Villa San Giovanni arriva la notizia di 12 fogli di via dal comune di Taormina consegnati a persone giunte da Cosenza, fermati questa mattina prima dell'imbarco verso la Sicilia. È evidente che il Ministero dell'Interno e le Questure stiano ancora una volta tentando di impedire alle persone di raggiungere i luoghi delle manifestazioni, come già accaduto a Roma il 25 marzo scorso.

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Pian piano da diverse parti dell'Italia si riesce a raggiungere Giardini-Naxos: il corteo di contestazione al G7 di Taormina sta per iniziare. Tante e tanti si stanno radunando a ridosso della zona rossa tracciata a difesa del vertice, per sfilare contro le politiche che i governi dei sette hanno adottato e stanno discutendo in materia di sicurezza, migrazioni, guerre e "lotta al terrorismo", espressione che serve troppo spesso a giustificare limitazioni pesantissime dei diritti civili e della libertà di movimento.

Giorgia (Rete NOG7 Sicilia) spiega dal concentramento del corteo la situazione dei pullman fermati e perquisiti da Messina, Palermo, Catania e da tutta Italia. Una grave limitazione della libertà di circolazione. Questo il clima che delinea il decreto Minniti-Orlando, un clima di paura e tensione, per garantire la sicurezza dei sette potenti. Un clima che addita i manifestanti come criminali e devastatori, mentre chi costruisce muri e devasta i territori viene protetto a discapito delle vite dei migranti a rischio nel mediterraneo, che a causa dei dispositivi securitari non possono raggiungere le coste siciliane. Una situazione inaccettabile, per questo oggi tanti manifestanti si stanno radunando determinati.

La manifestazione contro il G7 di Taormina è iniziata. 

Il corteo giunge sul lungomare, accolto dagli applausi della popolazione locale, scesa in strada rovesciando quella narrazione di terrore che i media hanno fatto sulla giornata. 
Le disposizioni speciali del ministero e delle istituzioni locali, comune in primis, che hanno riguardato gli abitanti di Taormina, per consentire lo svolgimento del G7, hanno sortito l'effetto di scuotere le persone che vivono in questo territorio, già vessate da troppi anni di speculazioni, devastazioni ambientali, malaffare ed assenza di politiche sociali e prospettive di vita degna. 
La narrazione del terrore non funziona, quando eventi come quello del G7 negano libertà agli stessi abitanti dei luoghi che li ospitano.

Ciro (Agire nella Crisi) interviene contro i fermi e le perquisizioni, per la libertà di movimento di tutte e tutti. "Siamo arrivati qui dalla Campania, dalle Marche, dal Veneto e dalla Puglia. Mentre i sette potenti si radunano e decidono sulla pelle di tutti, migliaia di migranti muoiono in mare per scappare da guerre e devastazioni create dalle politiche predatorie. Trump soffia sul fuoco del razzismo, ma i movimenti costruiscono ogni giorno anticorpi nei propri territori"

Il corteo tenta di entrare nella zona rossa, protetta da idranti, grate e centinaia di agenti un tenuta antisommossa. Violente cariche con lacrimogeni contro i manifestanti, che si ri-compattano immediatamente.

Il corteo contro il G7 di Taormina si è concluso. Una manifestazione partecipata e composita ha attraversato le strade di Giardini Naxos sfidando i 7 potenti del mondo e i dispositivi securitari messi in campo dal Ministero degli Interni, che si sono esplicitati in fogli di via, perquisizioni, e controlli. Ancora il ministero e le istituzioni locali avevano creato un vero e proprio clima di terrore attorno alla giornata di oggi, ma ciò nonostante la città ha risposto benissimo e tanti e tanti sono scesi dalle loro case per applaudire il corteo e unirsi ad esso, sfatando finalmente il mito della "calata dei Black Block" a Taormina. Il manifestanti, ancora, hanno scelto di sfidare le disposizioni ministeriali provando a invadere la zona rossa costruita attorno al vertice e incontrando una risposta durissima da parte delle forze dell'ordine che hanno respinto il corteo con cariche e lanci di lacrimogeni. Ancora una volta si è resa evidente l'indisponibilità dei movimenti a sottostare alle scelte autoritarie del governo e dei cittadini ad accettare le passerelle dei potenti sui loro territori. 

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No al G7 di Taormina, Itivinni!