No Borders Train: un treno per affermare il diritto d'asilo europeo

20 / 6 / 2014

Partirà nel primo pomeriggio dalla Stazione Centrale di Milano, il No Borders Train, il treno che sabato 21, insieme ai rifugiati, si muoverà verso il confine con la Svizzera per sfidare le frontiere europee. Ormai da mesi le autorità elvetiche hanno ripristinato controlli serrati, nonostante gli accordi sulla libera circolazione con l'UE. La caccia per il momento è riservata a richiedenti asilo e rifugiati, che vengono rispediti in Italia senza neppure poter presentare domanda di protezione internazionale, violando così anche le regole del Regolamento Dublino. Sembra solo il preludio a quello che accadrà nei prossimi mesi, quando, con l'applicazione dei risultati del referendum dello scorso febbraio, le attenzioni della Polizia di Frontiera svizzera coinvolgeranno anche i cittadini comunitari, italiani in primis, destinati a breve ad essere sottoposti ad un rigido sistema di quote di ingresso.

Per questo, sabato, proprio dopo la celebrazione della giornata mondiale del rifugiato, centinaia di attivisti e migranti raggiungeranno il capoluogo meneghino partendo in carovana da diverse parti d'Italia, per poi raggiungere il confine ed iniziare a dare concretezza a quell'asilo europeo invocato da molti ma ancora ostaggio degli egoismi nazionali degli stati. Punteranno diretti sulle autorità di frontiera elvetiche perché mettano fine alle prassi illegittime contro chi chiede asilo. Perché se è vero che le norme europee prevedono che la richiesta di protezione internazionale venga presentata nel primo paese d'arrivo, è vero anche che richiedenti asilo e rifugiati hanno il diritto di potersi rivolgere ad un altro stato, soprattutto quando, come avviene in Italia, non sono garantite condizioni degne di accoglienza, con migliaia di rifugiati abbandonati, costretti a vivere in palazzi e case occupate, a cui è negato anche il diritto alla residenza dal nuovo piano casa del governo Renzi. E proprio sabato, mentre il treno raggiungerà il confine, a Roma i movimenti per la casa torneranno in piazza contro il decreto Lupi, mentre ad Ancona gli attivisti delle Ambasciate dei diritti si preparano a riaprire alla città la zona del porto, oggi sottratta ai cittadini anconetani per nascondere gli altri respingimenti, quelli che l'Italia continuamente pratica nei confronti di chi fugge dalla Grecia.

Una giornata di lotta, quella di sabato, che ruota intorno ai confini europei. Quelli che perseguitano la vita di chi li attraversa anche dopo averli superati, come con il Piano Casa,   o quelli rigidi e apparentemente inviolabili come in Svizzera, o ancora, quelli che, ipocritamente, svaniscono nell'ombra dei passaggi clandestini, gonfiando le tasche di passeur e trafficanti.

Ma i veri protagonisti della giornata saranno i movimenti, le lotte, la solidarietà, le battaglie che stanno costruendo un'altra Europa: quella vera, oltre le gabbie ed oltre i confini.