NO al tav Venezia-Trieste, vogliamo una mobilità sostenibile!

24 / 4 / 2012

Ieri, la presentazione di un secondo progetto preliminare per la costruzione di una nuova linea ferroviaria per l’Alta Velocità Venezia-Portogruaro ci porta ancora a discutere di uno spreco di denaro pubblico per un’opera inutile, devastante per l’ambiente, contrastata e rifiutata dalle popolazioni.Purtroppo, inoltre, la partecipazione e il coinvolgimento cittadino non è iniziato nel migliore dei modi visto che non ci è stato permesso di assistere dall’inizio alla presentazione del progetto.A una delegazione di attivisti è stato permesso di entrare solo alle conclusioni dello stesso per poter leggere il comunicato che segue.

Diremo alcune cose semplici ma vere, sperando che da parte vostra ci sia la giusta considerazione.

In nessun paese del mondo, Italia compresa, in cui siano attive linee ferroviarie ad alta velocità, è mai passato un merci. Questo è affermato anche dai tecnici della Provincia di Venezia nel loro giudizio di compatibilità ambientale sul progetto preliminare della linea AV/AC Venezia – Trieste presentato nel 2010,dove si prevede un transito giornaliero pari a 138 treni merci su 164 treni complessivi. “...E’ necessario rilevare – si legge nella Delibera del Consiglio Provinciale di Venezia n° 11/2011 del 15/2/2011 -che sebbene gli standard progettuali adottati per le linee AV/AC siano compatibili con il traffico merci - una scelta che ha comportato un costo chilometrico dell'infrastruttura molto elevato - fino ad oggi nessun treno merci ha percorso la Roma-Napoli, la Milano-Bologna o la Torino-Milano.”

Nel progetto che oggi il Commissario Mainardi presenta, si ripropone la bugia del transito merci e la favola della linea ad Alta-Velocità Venezia-Trieste come possibile soluzione per spostare le merci da gomma a rotaia. La faraonica spesa pubblica portata avanti dal TAV, associata alla spietata logica del profitto delle lobby affaristiche, alla mafia e a certi politici noti soprattutto alle cronache giudiziarie, ha fatto si che per realizzare solo una parte del Progetto TAV in Italia, siano stati spesi o impegnati oltre 90 miliardi di euro, tutti usciti o che usciranno dalle casse pubbliche, cioè dalle tasche dei cittadini.

Da un costo medio a chilometro per il quale i ministri competenti avevano deliberato l’allineamento con il costo medio di altre analoghe infrastrutture europee, siamo ad un costo almeno cinque volte maggiore sia di quelle spagnole che di quelle francesi.Con i soli due progetti preliminari, l’Alta Velocità Venezia-Portogruaro ha già tolto dalle casse pubbliche oltre 14milioni e 400mila euro. Le necessità di chi vive in queste terre sono altre, lo dimostrano i dati forniti dalla Regione Veneto e da Reti Ferrovia Italiana: la domanda è orientata su servizi regionali e non su servizi a lunga percorrenza. Mentre migliaia di cittadini, lavoratori, studenti, pendolari devono ogni giorno fare i conti con biglietti sempre più cari, corse soppresse, treni con ritardi sempre più frequenti, condizioni igieniche a volte improponibili, Voi continuate ostinatamente a discutere di un’opera che prevede solo due fermate (Venezia e Trieste) e nel suo spietato percorso devasterà l’ambiente, creando disagi indicibili a chi dovrà vivere in prossimità dei pluridecennali cantieri, senza neppure prendere in considerazione l’ammodernamento della linea storica che permetterebbe a tutti di spostarsi velocemente senza inquinare e soddisfare gli obiettivi di sviluppo del traffico merci e passeggeri.

Si vuole imporre il TAV alle comunità locali attraverso la figura del Commissario: commissariamento significa infatti aggirare il confronto nel merito con le popolazioni interessate da questa infrastruttura, significa la possibilità di scavalcare il parere dei cittadini interessati negando la democrazia nelle scelte sul territorio. Inoltre, per quanto riguarda il Commissario Bortolo Mainardi, vi è un palese conflitto di interessi in quanto è contemporaneamente Commissario straordinario alla realizzazione dell’opera e membro della Commissione VIA. Nello stesso tempo, quindi, controllore e controllato. Riteniamo che le decisioni sulla costruzione delle grandi opere debbano essere discusse democraticamente con chi la terra la vive.

Anche qui in Veneto, cittadini, comitati e movimenti si sono organizzati per dire NO all’ennesimo scempio del territorio, all’annullamento di ogni processo decisionale democratico ma anche per dire con forza SI a un piano di mobilità sostenibile, possibile attraverso l’ammodernamento della linea storica, con una riorganizzazione del trasporto pubblico e completando il progetto del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale. Chiediamo la costruzione di un tavolo tecnico che discuta pubblicamente in termini trasparenti e oggettivi sulla reale utilità dell’opera, che entri nel merito dell’argomento con dati e cifre, considerando gli aspetti territoriali, funzionali, economici e ambientali, valutando seriamente tra le possibili alternative anche l’ammodernamento e la riorganizzazione della linea attuale.

Gruppo No Tav Portogruaro, Associazione Culturale PortogruaroVive Portogruaro, Associazione Culturale Porto dei Benandanti di Portogruaro, Comitato Territoriale di Fossalta di Portogruaro, WWF Veneto Regionale, Associazione Ya Basta Portogruaro, Delegati Fiom Provincia di Venezia, Comitato No Tav Venezia-Mestre, Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico Marghera, Coordinamento Studenti Medi Venezia-Mestre, Centro Sociale Rivolta Marghera, Morion Casa dei Beni Comuni Venezia.

per info: EcoMagazine-Osservatorio sui conflitti ambientali