ROMA - Il "bavaglio" arriva
anche a scuola.
Insegnanti e personale Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari)
devono evitare di parlare con la stampa criticando l'operato del
ministero dell'Istruzione o dei suoi più stretti collaboratori. E'
questo il tono di una lettera, datata 27 aprile, all'indirizzo dei
dirigenti degli Uffici scolastici provinciali (gli ex provveditori)
dell'Emilia Romagna. "Si leggono frequentemente sulla stampa
dichiarazioni rese da personale della scuola, con le quali si
esprimono posizioni critiche, con toni talvolta esasperati e
denigratori dell'immagine dell'amministrazione di cui lo stesso
personale fa parte.
Tali toni - scrive il direttore ministeriale dell''Emilia Romagna
Marcello Limina - si riscontrano anche in atti e documenti
indirizzati ad autorità politiche o amministrative
dell'Amministrazione centrale, e sono fatti spesso circolare
all'interno delle istituzioni scolastiche o distribuite ad alunni e
famiglie". Limina continua, "ricordando" a dirigenti e insegnanti
tutte le norme che vincolano il personale della scuola e i
dipendenti pubblici ad usare "cautele" quando si esprimono giudizi
nei confronti dell'amministrazione. E invita i provveditori a
"richiamare l'attenzione dei capi d'istituto" affinché
"sensibilizzino il personale della scuola sul corretto
comportamento da tenere con gli organi di stampa".
Insomma: meglio evitare di avventurarsi in critiche che possano far
fare cattive figure al ministro o ai suo più stretti collaboratori.
Ma se un giornalista si presenta davanti ad una scuola è chiede
agli insegnanti se le classi sono eccessivamente affollate, se i
locali scolastici sono sicuri e accoglienti, se quando vanno in
bagno trovano la carta igienica e sapone, se i posti per il tempo
pieno sono sufficienti, se fare una fotocopia diventa un ostacolo
insormontabile e se la scuola ha i soldi per organizzare i corsi di
recupero, cosa dovrebbero rispondere i docenti? "Non posso dire la
mia, si rivolga al dirigente scolastico?". Oppure, al mimite,
possono dire che va tutto a meraviglia, in modo da evitare
"dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine
dell'amministrazione".
Il Codice di comportamento dei pubblici dipendenti, all'articolo 2,
sancisce che gli stessi devono "conformare la propria condotta al
dovere costituzionale di servire la Nazione". Ma questo dovere,
vale soltanto per il personale della scuola o per tutti? Dopo
questa lettera, la Flc Cgil ha chiesto le dimissioni di Limina.
Secondo Mimmo Pantaleo, la lettera in questione costituisce "una
gravissima lesione alla libertà di manifestazione del pensiero e il
tentativo di mettere il bavaglio alle legittime proteste dei
lavoratori della scuola, tra l'altro alla vigilia di una manovra
che si prefigura pesantissima per l'occupazione e le retribuzioni
dei dipendenti pubblici".
Critica con Limina anche Francesca Puglisi, responsabile scuola
della segreteria nazionale del Pd. "Dovrebbe piuttosto spiegare
perché non ha voluto neppure protocollare la lettera dei presidenti
dei consigli di istituto" dice Puglisi. Inoltre, aggiunge la
responsabile scuola del Pd, il ruolo di Limina sarebbe anche quello
di "sollecitare il governo a rispondere alle domande di insegnanti
per l'apertura di nuove sezioni di scuole dell'infanzia avanzate
dagli enti locali". "I dirigenti scolastici - conclude Puglisi -
non possono nascondere alle famiglie il motivo per cui nel prossimo
anno scolastico gli studenti non potranno frequentare laboratori,
perché le prime classi dei licei scientifici potranno avere la
seconda lingua solo a pagamento, o perché non verranno corrisposte
le domande di tempo pieno.
In difesa del direttore si schiera il ministro Gelmini. "E' lecito
- dichiara il titolare del dicastero dell'Istruzione - avere
qualsiasi opinione ed esprimerla nei luoghi deputati al confronto e
al dibattito. Quello che non è consentito è usare il mondo
dell'istruzione per fini di propaganda politica che nulla hanno a
che vedere con i compiti della scuola. Chi desidera fare politica
si candidi alle elezioni e non strumentalizzi le istituzioni".
(22 maggio 2010)
Fonte: la Repubblica.it
Niente critiche a scuola e ministero, in Emilia il bavaglio per gli insegnanti
Lettera del direttore dell'Emilia Romagna: "Si assiste di frequente a dichiarazioni sulla stampa nelle quali si esprimono posizioni critiche sull'amministrazione di cui si fa parte" di SALVO INTRAVAIA
22 / 5 / 2010
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