Napoli - Ottenuta una soluzione temporanea per gli sfrattati di via Neghelli!

Sconfittà la sordità di Palazzo San Giacomo

16 / 9 / 2011

Ci sono voluti lo sforzo e la determinazione delle 16 famiglie di via Neghelli e 15 giorni di mobilitazione, di cui la metà trascorsi accampati a presidiare palazzo S. Giacomo, per ottenere il minimo: una sistemazione d’emergenza in bungalow in attesa dell’assegnazione temporanea di un alloggio.

 

La lotta, cominciata con 54 persone in una condizione di disperazione in quanto letteralmente “messe per strada” da settimane, dopo uno sgombero coatto e dopo che il Comune aveva promesso loro una sistemazione senza di fatto garantirgliela, è riuscita a raggiungere l’obbiettivo solo in virtù di un meccanismo di solidarietà che si è innescato attorno a loro, da parte di studenti e attivisti dello Zero81 occupato e dei movimenti sociali della città.

Un esempio concreto di partecipazione politica e di conflitto attorno a un bisogno primario: quello della casa, negato brutalmente in virtù di un “principio di legalità” vuoto quanto dannoso, che da qualche tempo sembra essere l’unica ricetta di governo del disagio sociale a Napoli da parte della Procura ma anche del Comune di Napoli stesso. Che De Magistris abbia dimenticato che lavorare all’amministrazione napoletana non può avere lo stesso spirito che fare il PM?!

A parte isolate eccezioni infatti, come quella del consigliere Arnaldo Maurino, eletto nella lista del sindaco, che quasi da solo ha lavorato per aprire un tavolo di confronto con gli assessori alle politiche sociali Sergio D’Angelo, al patrimonio Bernardo Tuccillo e col vicesindaco Tommaso Sodano, i nuovi inquilini di palazzo S. Giacomo si sono rivelati piuttosto incapaci, talvolta sordi e indifferenti, sicuramente inadeguati.

Era stato per primo Tuccillo, senza dare garanzia alcuna, a paventare l’assegnazione di spazi abitativi entro breve tempo, salvo poi rendere chiaro, con continui rinvii e nascondigli, e rifiutando continuamente un colloquio ufficiale, e infine per ammissione dello stesso vicesindaco Sodano, che soluzioni in ballo non ce n’erano.

Lo stesso tavolo con D’Angelo e Sodano, convocato dopo che le immagini dell’accampamento degli sfrattati a piazza Municipio aveva fatto il giro di giornali e tg, facendo fare una pessima figura alla “giunta arancione”, che sulla solidarietà e la difesa dei diritti aveva costruito la propria campagna elettorale, ha prodotto inizialmente la decisione di spostare gli sfrattati entro pochi giorni in una struttura del Comune di Napoli, in parte occupata da uffici. Salvo poi scoprire che i tempi per l’agibilità della struttura sarebbero stati ben più lunghi, con le famiglie costrette nel frattempo a dormire ancora per strada.

 

Alla fine, dopo giorni di mobilitazione, si è ottenuta una soluzione provvisoria. Ma si è anche dimostrata tutta la debolezza di un’amministrazione che oggi sembra badare più all’immagine della sicurezza che alla sostanza della solidarietà e dei diritti sociali che aveva individuato come fondanti, mascherata dall’autorità di un decisionismo tutt’altro che partecipativo e democratico.

Ma De Magistris, la sua giunta e i consiglieri che la sostengono devono sapere che a Napoli, in questa fase di crisi e di acute contraddizioni sociali e disagi, bisogna fare i conti con i movimenti sociali, con i cittadini, coi loro problemi e bisogni, pena la perdita totale di credibilità e quindi anche di governabilità nei confronti di napoli e dei napoletani!!

 

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