Napoli
è in default sociale e il diritto all'abitare è uno di quei diritti
messi seriamente in discussione per tante famiglie, per tanti studenti,
precari, migranti che hanno sempre più difficoltà a conciliare il
pagamento di un fitto mensile con un lavoro sottopagato, o con la
disoccupazione. E' un fatto che in questa città sono moltissime le
situazioni abitative di disagio estremo, di marginalità e di vera e
propria emergenza. Ci sono nuclei familiari che pur essendo assegnatari
di abitazioni popolari da più di dieci anni non riescono ad accedere ad
un alloggio pubblico e vivono in condizioni terribili, e assolutamente
non dignitose. Le esperienze da cui tanti di noi vengono ci hanno
insegnato che l'attesa non paga e che se si vogliono riconquistare i
diritti cancellati dalla crisi, dall'austeritry e dal malaffare bisogna
riprenderseli da soli, senza aspettare. E così che stamattina siamo
entrati in questo enorme sperpero edilizio a cielo aperto, l'ex hotel
Tiberio, insieme con tante famiglie, tanti precari, tanti studenti e
tanti migranti, per fare si che questa diventi la nostra casa, la casa
di tutti, di tutti quelli che aspettavano da anni che il comune muovesse
un dito per assegnare le abitazioni, e di tutti quelli che sono fuori
dalle liste, che sono precari, neet, disoccupati e che non avranno mai
accesso a un'abitazione dignitosa.
L'hotel
Tiberio è uno di quegli edifici che hanno storie strane e paradossali.
Il suo enorme agglomerato, fatto di palazzine, giardini, servizi è
stato costruito senza disturbo in pieno centro città, a ridosso della
stazione centrale, ed ha funzionato per un po' di anni come struttura
ricettiva, ma che ha soprattutto ospitato kermesse
politiche, lavorative etc. La sua struttura era considerata una delle
più accoglienti e funzionali in città e lo sfarzo dell'interno ha fatto
sì che conquistasse in pochissimi tempi un pedigree di tutto rispetto.
L'unico, piccolissimo, problema erano una serie di abusi edilizi-
nonostante fosse stata costruita sotto gli occhi di tutti-per cui a
marzo del 2009 è iniziato l'iter giudiziario che ha portato il
Tribunale di Napoli a disporne il sequestro. I lavoratori sono finiti
per strada dall'oggi al domani e lo stabile è stato dato in gestione al
comune di Napoli, che avrebbe dovuto decidere sull'abbattimento. Di
fatti l'imponente struttura è ancora lì, imponente come la mole di
ipocrisia che si cela dietro certe speculazioni immobiliari.
Ci
sembra semplicemente assurdo che in una città in cui l'emergenza
abitativa assume tratti drammatici, possa esistere un posto così
accogliente, lasciato all'incuria e all'abbandono e destinato a
diventare l'ennesimo scheletro di napoli est.
Ecco
perchè stamattina l'abbiamo occupato, con tanti e tante che della casa
hanno davvero bisogno, rivendicando un pezzo di quel lusso di cui godono
quelli che hanno costruito la propria ricchezza sulla disperazione
sociale del 99%. , riprendendoci un pezzo di quella felicità che
l'austerity vuole sottrarci a suon di manovre, patti di stabilità e
speculazione. Per una volta crediamo di non essere noi gli indebitati,
ma di voler riscuotere un credito con chi è responsabile
dell'impossibilità di costruire un futuro in una città del meridione
poverissima e senza apparenti alternative.
Stamattina
è iniziata la nostra riscossione di dignità. Stamattina abbiamo messo
un altro tassello di quella costruzione di welfare dal basso che
pratichiamo ogni giorno negli spazi sociali.
VOGLIAMO UNA CASA ALL'ALTEZZA DEI SOGNI CHE ABBIAMO!
Napoli - Occupazione Hotel Tiberio
Comunicato dall'occupazione
18 / 4 / 2013