Napoli - Occupazione Hotel Tiberio

Comunicato dall'occupazione

18 / 4 / 2013

Napoli è in default sociale e il diritto all'abitare è uno di quei diritti messi seriamente in discussione per tante famiglie, per tanti studenti, precari, migranti che hanno sempre più difficoltà a conciliare il pagamento di un fitto mensile con un lavoro sottopagato, o con la disoccupazione. E' un fatto che in questa città  sono moltissime le situazioni abitative  di disagio estremo, di marginalità e di vera e propria emergenza. Ci sono nuclei familiari che pur essendo assegnatari di abitazioni popolari da più di dieci anni non riescono ad accedere ad un alloggio  pubblico e vivono in condizioni terribili, e assolutamente non dignitose. Le esperienze da cui tanti di noi vengono ci hanno insegnato che l'attesa non paga e che se si vogliono riconquistare i diritti cancellati dalla crisi, dall'austeritry e dal malaffare bisogna riprenderseli  da soli, senza aspettare. E così che stamattina siamo entrati in questo enorme sperpero edilizio a cielo aperto, l'ex hotel Tiberio, insieme con tante famiglie, tanti precari, tanti studenti e tanti migranti, per fare si che questa diventi la nostra casa, la casa di tutti, di tutti quelli che aspettavano da anni che il comune muovesse un dito per assegnare le abitazioni, e di tutti quelli che sono fuori dalle liste, che sono precari, neet, disoccupati e che non avranno mai accesso a un'abitazione dignitosa. 
L'hotel Tiberio è uno di quegli edifici che hanno storie strane e paradossali. Il suo enorme agglomerato, fatto di palazzine, giardini, servizi  è stato costruito senza disturbo  in pieno centro città, a ridosso della stazione centrale, ed ha funzionato per un po' di anni come struttura ricettiva, ma che ha soprattutto  ospitato kermesse politiche,  lavorative etc. La sua struttura era considerata una delle più accoglienti e funzionali in città e lo sfarzo dell'interno ha fatto sì che  conquistasse  in pochissimi tempi un pedigree di tutto rispetto. L'unico, piccolissimo, problema erano una serie di abusi edilizi- nonostante fosse stata costruita sotto gli occhi di tutti-per cui a marzo del 2009 è iniziato l'iter giudiziario  che ha portato  il Tribunale di Napoli a disporne il sequestro. I lavoratori sono finiti per strada dall'oggi al domani e lo stabile è stato dato in gestione al comune di Napoli, che avrebbe dovuto decidere sull'abbattimento.  Di fatti l'imponente struttura è ancora lì, imponente come la mole di ipocrisia che si cela dietro certe speculazioni immobiliari. 
Ci sembra semplicemente assurdo che in una città in cui l'emergenza abitativa assume tratti drammatici, possa esistere un posto così accogliente, lasciato all'incuria e all'abbandono e destinato a diventare l'ennesimo scheletro di napoli est. 
Ecco perchè stamattina l'abbiamo occupato, con tanti e tante che della casa hanno davvero bisogno, rivendicando un pezzo di quel lusso di cui godono quelli che hanno costruito la propria ricchezza sulla disperazione sociale del 99%. , riprendendoci un pezzo di quella felicità che l'austerity vuole sottrarci a suon di manovre, patti di stabilità e speculazione. Per una volta crediamo di non essere noi gli indebitati, ma di voler riscuotere un credito con chi è responsabile dell'impossibilità di costruire un futuro in una città del meridione poverissima e senza apparenti alternative. 
Stamattina è iniziata la nostra riscossione di dignità. Stamattina abbiamo messo un altro tassello di quella costruzione di welfare dal basso che pratichiamo ogni giorno negli spazi sociali.

VOGLIAMO UNA CASA ALL'ALTEZZA DEI SOGNI CHE ABBIAMO!