Napoli - La storia dell'ex scuola G. Moscati

28 / 5 / 2014

A Napoli sono tante le storie di occupazioni a scopo abitativo che non sono legate ad esperienze organizzate di rivendicazione politica del diritto alla casa. Alcune storie sono più note, altre meno. Tutte di fatti contribuiscono alla costruzione di un tessuto sociale complesso ed irrappresentabile che si autorganizza per sopperire alle mancanze delle istituzioni locali e dello Stato. In tanti casi queste storie presentano delle problematicità. Quasi tutte sono comunque una pratica individuale di "autoassegnazione" e di soluzione singolare ad un bisogno. Ci sono casi poi, come quello dell' ex scuola Giuseppe Moscati di Miano, in cui ben 19 nuclei familiari composti da donne e uomini messi in difficoltà dalla crisi e bambini, in alcuni casi disabili, decidono di far emergere la propria storia dalla sordina a cui spesso è relegata la marginalità sociale. E così domenica durante le operazioni di voto per il Parlamento Europeo alcuni degli/delle occupanti hanno deciso di bloccare per un'ora i seggi di un quartiere dell'area nord di Napoli, di cui conosciamo bene problematicità e contraddizioni. L' obiettivo era quello di ottenere ascolto e attenzione per la loro vicenda e per il rischio concreto di sgombero a cui sono stati sottoposti. Di fatti il gesto e' stato efficace e la questione ha assunto un minimo di respiro pubblico. La vicenda della scuola è assai complessa e vive del consueto scaricabarile che le istituzioni mettono in campo quando devono liberarsi delle responsabilità politiche su questioni problematiche e socialmente difficili. Resta il fatto chiaro e semplice che le donne e gli uomini in occupazione dall'autunno del 2013 non possono permettersi l'affitto e hanno deciso di provvedere da soli alla garanzia di un diritto a cui lo Stato stesso non provvede in alcun modo. Il blocco dei seggi ha attirato l'attenzione di qualche giornalista più onesto e bravo dei tanti che criminalizzano senza conoscere le vicende. E' così che siamo entrati in contatto con questa esperienza ed è così che ci siamo impegnati a seguire la vicenda nel suo svolgimento, nei suoi passaggi più delicati, nelle sue possibili degenerazioni.Siamo convinti che davanti a biografie come quelle che abitano la scuola ( tra cui il caso eclatante di una giovanissima madre di tre bambini di cui una gravemente malata) le istituzioni non possano lasciare che sia la fredda macchina giudiziaria a decidere ma debbano invece porsi come immediati ed efficaci interlocutori, aprire tavoli che garantiscano che queste persone non si trovino dall'oggi al domani per strada. La casa e' un diritto di tutti e tutte! Le occupazioni non si sgomberano!

La pagina Facebook del Comitato

Intervista a Monica, occupante della ex scuola G.Moscati