Napoli - Cattivi maestri cercasi

4 / 5 / 2015

Prendiamo parola il giorno prima della giornata di sciopero generale del comparto scuola, dopo aver attraversato le piazze del 30 Aprile e del 1 Maggio a Milano. 
Prendiamo parola, provando ad interrogarci sulle capacità di mobilitazione del movimento, in una primavera che, al netto delle politiche in materia di formazione, lavoro, democrazia ed opere pubbliche del governo Renzi, continua a vedere le piazze piene.
Scriviamo questo documento avendo ancora negli occhi le oltre 4mila studentesse e studenti scesi in piazza il 30 Aprile a Milano contro l'Expo.
Un corteo, quello, che parlava di Lavoro gratuito, sottrazione di democrazia, sfruttamento dei territori declinando le esperienze di lotta dei coordinamenti studenteschi di tutta Italia con i temi discussi dalla Buona Scuola.
Incrociare le lotte, i discorsi ed i ragionamenti è una pratica che abbiamo scelto di assumere, per affrontare complessivamente le sfide che lo scorso autunno ha posto sul piano della mobilitazione.

In quest'ottica, nei giorni a cavallo dello Sciopero Sociale abbiamo scelto di occupare le nostre scuole. 
Ricordiamo, in quelle settimane, il fronte di giornalisti, presidi, professori che ci attaccava etichettandoci come “nullafacenti”, “veicolati dai facinorosi”, “cellule violente”. 
Ricordiamo le lettere aperte firmate dalla stragrande maggioranza dei nostri docenti, in cui venivano sminuite le nostre rivendicazioni, giudicate con sufficienza a partire dall'opposizione legalitaristica alle occupazioni a catena, praticate quest'autunno.

Ricordiamo la pletora di benpensanti sinistrorsi che sparavano a zero sulle nostre mobilitazioni, accusandoci di essere superficiali, di voler arrivare a Dicembre per poi lasciar morire la protesta.

Il nostro modo di fare politica ci impone di mettere continuamente in discussione ciascuna presa di posizione, senza avere pregiudiziali con quei segmenti sociali con i quali ci confrontiamo giorno dopo giorno tra i banchi di scuola. 
In quest'ottica leggiamo il dato che prevede un'imponente mobilitazione contro la Buona Scuola domani a Roma. 
Lo sciopero generale dei sindacati di base e confederali di domani, è riuscito ad intercettare un gran numero di docenti, opponendosi al merito, valutazione, privatizzazione del mondo della scuola.

Non vogliamo auto-assegnarci lo scettro dei migliori analisti della scuola, né tantomeno autocelebrarci. Riconosciamo i limiti delle nostre mobilitazioni ma conserviamo la vocazione maggioritaria del nostro agire politico;

in quest'ottica scenderemo in piazza domani a Roma.

Attraverseremo quella piazza insieme ai coordinamenti studenteschi che dal basso costruiscono da sempre la propria mobilitazione.

La tardiva presa di posizione dei sindacati confederali in materia di scuola è una costante che riscontriamo da sempre; senza tener conto delle innumerevoli occasioni in cui la figura del sindacato confederale stesso si rende complice delle politiche di smantellamento della scuola pubblica.

Vogliamo però parlare a quelle migliaia di docenti che, nonostante tutto, si mobiliteranno, forse per la prima volta, contro la Buona Scuola fuori dalle ambiguità della CGIL, CISL e UIL, per costruire un fronte di opposizione reale alla riforma Giannini.

Un fronte che, per una volta, non può prescindere dalla presenza di tutte le figure sociali che attraversano il mondo della formazione.

Un fronte che miri a scendere di nuovo in piazza il 12 Maggio con lo scopo di boicottare la somministrazione delle prove INVALSI alle scuole medie superiori.

 Fin ad ora abbiamo popolato gli autunni, questa volta vogliamo incendiare la primavera. 

Coordinamento K.A.O.S.