Napoli - Benecomunista sfida il governo Monti - Intervista a De Magistris

14 / 1 / 2012

Sindaco, continuando cosi Napoli si candida a diventare la San Marino del benecomunisti… «Scherzi a parte, è un fatto che le nostre scelte avvicinando i cittadini alla politica fanno paura a molti. Noi siamo il contrario dell’antipolitica e lo stiamo dimostrando giorno per giorno. Quello che verrà deciso nelle assemblee del popolo dovrà essere preso in considerazione da questa amministrazione, in un confronto faticoso, ma necessario per gettare le basi della democrazia partecipata. E l’inizio di un esperimento unico, dove l’assemblearismo non sarà più uno sfogatolo, ma un momento di crescita e critica costruttiva, contribuendo alle scelte dell’amministrazione.» Uno del suoi “beni comuni” preferiti pare sia l’acqua. Ma con II decreto Monti sulle liberalizzazioni e in particolare con II comma 20, che di fatto vieta agli enti locali dl gestire i servizi idrici, che fine farà la sua Abc? «L’azienda speciale Acqua Bene Comune non farà una brutta fine, noi non lo permetteremo. Siamo stati la prima amministrazione a dare concretezza al referendum con una rivoluzione che ha riportato il controllo delle risorse e della gestione in mano pubblica, non consentiremo nessun colpo di mano.» Con Il paravento della crisi economica però Monti ha praticamente commissariato l’Italia, è un dato dl fatto che a suon dl decreti stia cercando dl cancellare le consultazioni popolari di giugno… «È giuridicamente illegittimo e politicamente inaccettabile. Confesso di essere preoccupato, ma anche deciso a contrastare ogni tentativo di privatizzare i beni comuni che sono fondamentali per i diritti universali. Su questo faremo una battaglia nazionale insieme a tutte le amministrazioni e naturalmente con il comune di Napoli in testa.» Negli ultimi 15 anni tutti I governi che si sono succeduti hanno insistito per privatlzzare. Secondo lei è possibile che questo accanimento possa essere legato al futuri assetti globali che vedono nell’acqua una risorsa paragonabile ai petrolio a livello dl speculazioni sul mercato? «Ci sono interessi economico-affaristici locali e quelli di tipo predatorio delle grandi multinazionali che pure sono interessate alle reti idriche dei comuni, rappresentando queste tanti mattoni di un’unica casa. Qui noi stiamo ponendo ostacoli decisivi alle mire neoliberiste, ed è chiaro che rappresentiamo un’anomalia in un processo politico molto interessante che non solo si oppone alle privatizzazioni, ma si impegna anche nella valorizzazione dei beni della comunità offrendo un modello amministrativo che coinvolge la cittadinanza.» E sulle altre liberalizzazioni? L’altro giorno si è schierato dalla parte del tassisti… «Sì perché guardo la loro protesta da un punto di vista cittadino e in un momento di crisi economica così duro non credo che abbiamo bisogno di nuove tensioni sociali. A Napoli per esempio c’è una necessità di un dialogo con questa categoria per stabilizzare il nuovo modello di mobilità urbana. Il manifesto è uno dei pochi medium a sostenere la campagna sul beni comuni. Per molti pubblico è sinonimo di Inefficienza e fonte dl sprechi. Stiamo cercando di ribaltare questo concetto e perciò abbiamo puntato sulla totale gestione pubblica del ciclo dei rifiuti, dei trasporti, nonché dell’acqua. Abbiamo ridotto gli sprechi, non abbiamo aumentato i biglietti dei bus, ma ampliato le corse di notte pur trovandoci con le casse vuote e i tagli del governo. Nonostante tutto siamo anche riusciti a rispettare il patto di stabilità e a conservare 70 milioni che presto saranno reinvestiti in opere pubbliche. Questo perché siamo convinti che la valorizzazione dei beni comuni e del welfare sia il cuore della politica nel terzo millennio. Ma attenzione a non demonizzare il privato essenziale nel project financing nel rilancio dello sviluppo o nelle opere pubbliche.» Con la delibera sul testamento biologico e precedentemente con quella sul registro delle coppie dl fatto etero o Glbt siete andati a mettere Io zampino in quei temi etici su cui II parlamento da anni si accapiglia senza riuscire a venirne a capo. «Il fine vita è un tema su cui è difficile mettersi d’accordo, ma è necessario dire cosa si pensa. Noi abbiamo fatto tutto nel rispetto dell’autonomia che ci è concessa dalle leggi nazionali. Si tratta a nostro parere di diritti inviolabili della persona e quindi di valori costituzionali su cui un paese laico plurale contaminato da altre culture ha il dovere di esprimersi. Non è un caso che ho tenuto per me la delega all’attuazione della costituzione repubblicana che come vedete non è un potere formale.» II 28 ci sarà l’assemblea per lanciare la Rete del beni comuni, qualcuno mormora che lei stia usando Napoli come trampolino dl lancio per la scalata a Palazzo Chigi. «Assolutamente no, sono il sindaco di Napoli e intendo finire il mio mandato. L’amministrazione di questa città è una grande sfida, e può diventare una testimonianza utile al paese per un modo differente di pensare la politica. In questa logica si iscrive anche il Forum del 28 che vedrà l’arrivo di tanti sindaci, Emiliano, Pisapia, Vendola, per un confronto aperto e per far crescere l’alternativa sociale. Da quest’assemblea usciranno infatti alcune proposte che poi presenteremo al governo e al presidente della Repubblica»