La giornata di mobilitazione europea degli studenti

Napoli - 17 novembre in piazza

Gli studenti delle scuole napoletane in piazza

15 / 11 / 2010

Il 17 Novembre è da anni ormai la data di mobilitazione studentesca più importante di tutto il pianeta, dove milioni di studenti in tutto il mondo scendono in piazza per rivendicare i propri diritti. Data che, negli ultimi anni, è stata anche prescelta dal "Movimento dell'Onda" per opporsi alle politiche di tagli e privatizzazioni portate avanti da questo governo.
Anche il prossimo 17 Novembre gli studenti napoletani inonderanno nuovamente le strade della nostra città perrivendicare i propri diritti. Il 17 Novembre segnerà infatti un altro punto di passaggio del nostro percorso, di un percorso mai interrotto che ci vede manifestare e creare dissenso in difesa della nostra scuola e della nostra università pubblica, dei nostri sogni, per opporci alla distruzione del nostro presente e del nostro futuro. E' ormai quasi completo infatti il processo di dismissione del nostro sistema di pubblica istruzione, che si appresta a crollare definitivamente sotto i colpi di immani tagli, di processi di privatizzazione e di attacchi al concetto stesso di pubblica scuola ed università. Tutto questo in virtù di politiche che rispondono ormai sempre di più alle sole logiche del profitto e dello sfruttamento. Infatti mentre gli stessi tagli investono la pubblica istruzione, ingenti fondi vengono continuamente stanziati per lo sviluppo di settori in grado di offrire maggiori prospettive di arricchimento selvaggio e di speculazione. Queste politiche inoltre fanno si che i nostri percorsi formativi giorno dopo giorno continuino ad irrigidirsi e ad impoverirsi inesorabilmente, nonostante si parli di ridare qualità al comparto dell’istruzione stesso, distruggendolo qualitativamente e cancellando quasi completamente ogni sorta di differenziazione e di specializzazione accorpando una miriade di indirizzi in macrosettori che sviliscono in termini di valore i nostri corsi di studio, e che i nostri istituti destino in condizioni sempre più precarie. Per non parlare dell’insufficienza dei servizi e del sistema di wellfare per gli studenti (trasporti pubblici, caro libri, sanità, ecc…) che di certo non facilita la nostra formazione, soprattutto a chi appartiene a famiglie con una bassa o normale possibilità economica. Tutto ciò, come se non bastasse, continua a procedere a braccetto con l' "aziendalizzazione" vera e propria di scuole ed università pubbliche, che vengono rese progressivamente strutture o fondazioni sempre più private: i vari provvedimenti in merito infatti tendono a ridisegnare completamente la dimensione della scuola e dell' università in quanto istituzioni, rendendole sempre più elitarie e poco accessibili ed al contempo vittime di leggi di mercato come una qualsiasi azienda o industria. Oltre a tutto questo, ovviamente, vi è anche un attacco più immediato ai diritti di tutti gli studenti: diritti minimizzati sia in termini di partecipazione alle decisioni su questioni che ci riguardano in prima persona, sia in termini di agibilità e libertà di espressione fuori e dentro le nostre scuole. Basti pensare da un lato all' arma del 5 in condotta allargata a strumento punitivo per ogni tipo di "deviazione" dalla retta e rigida via dalla quale sono stati colpiti gli studenti che si sono mobilitati nello scorso anno, o al limite delle 50 assenze, spauracchio per tutti gli studenti. Questa situazione disastrosa è, per di più, da inserire in un contesto generale anche più pesante da noi, qui al Sud. Qui al meridione, dove in virtù di una subalternità che vive da anni e che diventa uno strumento di programmazione economica, le famiglie si trovano a dover combattere giorno dopo giorno per la propria sopravvivenza, dove le strutture scolastiche sono forse tra le più fatiscenti del panorama nazionale e non, dove i potentati locali (e soprattutto quelli provenienti dal nord) e la criminalità organizzata sono pronti ad inserirsi nella gestione delle future "scuole-azienda" vedendo all' orizzonte un nuovo ciclo di affari per fare cassa,dove i fondi destinati alle attività per gli studenti ed al welfare giovanile sono completamente congelati. NON VOGLIAMO FERMARCI, NON VOGLIAMO SMETTERE DI OPPORCI A QUESTO STATO DI COSE, A QUESTI PROCESSI. Continueremo a mobilitarci per manifestare dissenso, per fermare questo scempio totale e per costruire un' alternativa valida, un modello altro di scuola e, di conseguenza, di società. Lo faremo uniti, compatti, insieme alle altre realtà in lotta: insieme ai precari, insieme ai ricercatori, agli operai, ai disoccupati, ai migranti, ai comitati territoriali, alle associazioni varie ed a tutte le categorie sociali vittime uniche di una crisi creata da chi invece le sue conseguenze non le sta pagando affatto e vittime soprattutto delle misure messe in piedi per "superare" la crisi stessa. Misure che rappresentano nient' altro che il colpo di grazia per le soggettività che vedono quotidianamente attaccati i propri diritti e che rispondono ad un unico processo: il processo dell' attacco al COMUNE. Tale attacco viene, infatti, proposto stabilmente come unica via d' uscita dalla crisi, come unica alternativa per "salvare il salvabile" ed andare avanti. Ed ecco che matura progressivamente lo smantellamento di ogni ambito del pubblico (come ad esempio proprio il settore della formazione), la cattura di ogni sorta di bene comune, come l' acqua pubblica,,come l' ambiente, come il LAVORO o come il SAPERE, che vengono invece mercificati e sfruttati in virtù dei diktat dell' accumulazione e della distruzione per ottenere potere e guadagni. Contro chiunque osi opporsi a questa ormai spaventosa "prassi" vengono messe in moto dinamiche repressive senza precedenti e processi di criminalizzazione semplicemente inauditi. Chiunque decida di non stare a guardare, di non lasciare che tutto accada,viene prima punito brutalmente in piazza con cariche e lacrimogeni, chiunque decida di non limitarsi a quattro critiche da salotto viene definito estremista o antidemocratico, presentato agli occhi di chi osserva come un nemico contro cui fare fronte comune. Mercoledì prossimo vogliamo rilanciare e rafforzare ancora una volta il percorso unitario e compatto che vede proprio tutti quei segmenti di tessuto sociale in mobilitazione creare e costruire dissenso in maniera generalizzata e senza tregua, TUTTI INSIEME nelle NOSTRE strade,nelle NOSTRE piazze per ribadire, qualora non fosse chiaro, che noi non ci fermeremo METTIAMOLI IN CRISI! Proprio in occasione della giornata internazionale di mobilitazione studentesca, vogliamo chiarire cosa significhi essere studenti OGGI, ma anche cosa significa essere condannati ad essere precari e invisibili DOMANI, cosa significhi vivere realmente dentro la crisi pagandone, insieme a tanti altri, direttamente le conseguenze, cosa significhi vedere progressivamente distrutte tutte le possibilità per il proprio presente e per il proprio futuro. Per questo mercoledì 17 Novembre manifesteremo contro la scuola che “loro” vorrebbero e porteremo tutti uniti in piazza la nostra idea altra di scuola, la nostra idea altra di società...perchè un altro mondo è possibile!

Quindi ancora una volta, ancora più forti, insieme...

Perchè insieme possiamo costruire un'altra scuola!

Mercoledi' 17 novembre ore 9:30

Piazza Mancini

Collettivi Autonomi Studenteschi F.u.c.k.