Verrebbe da dire... ciak si gira quando, intorno alle 21.30, sotto la struttura centrale di GlobalBeach, una architettura di metallo, recuperata, riempita, trasformata in bar pizzeria e libreria, inizia una animata assemblea. Un incontro, il primo, a dare il via alla quarta edizione di GlobalBeach. Un avvio rumoroso, sentito, in cui si susseguono molteplici interventi a toccare alcuni nodi scoperti che questa edizione di GlobalBeach vuole mettere in mostra. I riflettori della Mostra, quella del cinema, non sono molto lontani. E anche qui, a san nicoletto, si parla di cinema, di teatro, di cultura, di lavoratori dello spettacolo, di formazione. Di quella cultura che sta subendo un pesnate, pesantissimo attacco da parte di governi e finanziaria che intendono far pagare a lei e a chi ci lavora il prezzo della crisi.
Give me back my money: lo slogan che caratterizza questa edizione della spiaggia occupata. Punto di incontro, di confronto, occasione di messa in comune di esperienze e strategie di lotta. In gioco reddito e accesso al reddito di quanti precari dello Spettacolo, di MTV, MOVEM, precari della Biennale di Venezia proprio di arte e cultura vivono. Ma in gioco ci sono anche processi di formazione e produzioni, che i tagli (al FUS, alla scuola, all'Università) vorrebbero dequalificare.
Gli interventi si susseguono numerosi: dagli studenti dell'Onda anomala, protagonisti delle lotte dell'autunno dello scorso anno, ai lavoratori atipici della Biennale di Venezia, in questi giorni più che mai sotto i riflettori di tutto il mondo. Attori, produzioni indipendenti, realtà come ZeroPuntoTre raccontano delle proteste in atto, della situazione di atipicità e precarietà che caratterizza la fabbrica della cultura.
Momento di confronto e occasione unica, come sottolineano tutti gli interventi, di mettersi in gioco, e di mettere in atto nuove strategie di mobilitazione... e quest'anno va in scena decisamente un altro film!