Montelupo Fiorentino – Si costituisce il comitato contro “l’inceneritore” di Fibbiana.

Cittadini e associazioni si stanno organizzando contro un progetto per il trattamento di scarti animali finalizzato alla produzione di elettricità...intanto l'azienda ha appena ritirato il progetto

13 / 1 / 2014

Negli ultimi giorni si è diffusa la notizia di un progetto dell' azienda Colorobbia che nella località di Fibbiana vuol costruire un impianto per il trattamento di scarti animali col fine di produrre energia elettrica. La scorsa settimana, l'amministrazione comunale ha convocato una seduta straordinaria del consiglio comunale per discutere della vicenda, tanto partecipata che i locali non riuscivano ad ospitare tutti i 500 cittadini accorsi per chiedere spiegazioni e dire No ad un operazione di speculazione sulla loro salute.

Se le risposte da parte degli amministratori locali del Pd sono state molto timide, col solo scopo di prendere tempo, gli ingegneri della ditta Colorobbia hanno esposto il loro progetto mettendo l'attenzione sulla questione terminologica per cui l'impianto che vogliono costruire non è un inceneritore, come invece è stato chiamato da tutti. E in effetti è vero, non si bruceranno questi scarti animali, ma subiranno altri tipi di trattamento. I molti cittadini presenti hanno commentato che a loro non interessano tanto le parole, ma i fatti e soprattutto la tutela della loro salute. Infatti, aldilà della disputa terminologica intorno a questo tipo di impianto, quello che preoccupa tanti è che nel progetto consegnato in comune si stima che vengano prodotti una quantità di fumi superiore a quella prodotta dalla totalità del traffico automobilistico dell'intero Comune. Inoltre si contesta l'inutilità per il contesto economico locale e la mancanza di senso di un impianto di questo tipo, che vorrebbero costruire in questa zona dove non ci sono grandi attività di allevamenti, e quindi la materia prima necessaria per far andare l'impianto dovrebbe essere comperata da altre regioni. Intanto i cittadini hanno aperto una raccolta firme online contro il progetto ed in questi giorni si svolgeranno una serie di assemblee con lo scopo di costituire il comitato per la difesa della salute degli abitanti di Fibbiana.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa del Csa Intifada/Comunità in Resistenza e dei Cobas Empoli-Valdelsa che prendono posizione sulla vicenda e aderiscono al nascente comitato:

I Cobas dell’empolese-valdelsa e la Comunità in Resistenza sono al fianco del costituendo comitato popolare nell’osteggiare l’ipotesi di costruzione dell’ impianto SOA (sottoprodotti di origine animale) Ecobit nella zona industriale della Pratella, a Fibbiana.

Questo territorio è particolarmente sensibile dal punto di vita ambientale soprattutto per la presenza superficiale delle acque di falda dell’Arno che scorreva qui vicino fino in epoca rinascimentale.

La cementificazione dell’area, realizzata negli ultimi anni è il risultato di un’idea di sviluppo, seguita e sostenuta dalle scelte urbanistiche, basata su un sistema di produzione e di mercato globalizzato il cui
fallimento è oggi sotto gli occhi di tutti e stiamo pagando caro. La previsione dell’impianto SOA segna così la continuità con un sistema produttivo nocivo per la salute e per l’ ambiente e ancora una volta
riflette l’incapacità di riconoscere nelle risorse locali, sia territoriali che di saperi artigianali, il punto di partenza per uno sviluppo locale autosostenibile.

E’ evidente che impianti e soprattutto scelte del genere, non siano un problema specifico della cittadinanza di Montelupo Fiorentino ma riguardino tutti gli abitanti del comprensorio, non a caso l’approvazione spetta all’unione dei comuni. Una popolazione che si impegna in una raccolta differenziata che supera il 90% perché dovrebbe accettare un peggioramento -grande o piccolo che sia spetta ai tecnici quantificarlo- della propria qualità della vita? L’ impianto dovrebbe sorgere in una zona in cui non ci sono grandi allevamenti intensivi di bestiame per cui si deduce che la materia prima venga importata, su gomma, da altre zone d’ Italia, diventando un anello del dissennato sistema di produzione alimentare basato sugli allevamenti dove gli animali vivono in condizioni infernali e su un’agricoltura sempre più lontana dai cicli naturali e dipendente da concimi e pesticidi.

Tutto questo al solo scopo di arricchire pochi a scapito della salute di tutti. Non cediamo al solito ricatto all'italiana o salute o lavoro, nessun posto di lavoro è tale se non è garantita la salute del lavoratore e della cittadinanza tutta.

Come Comunità in Resistenza e Cobas dell’empolese-valdelsa ci impegneremo ad organizzare iniziative volte a informare e coinvolgere tutta la nostra area riguardo a questo scellerato progetto. Invitiamo pertanto anche tutti gli altri soggetti del territorio, sensibili al tema del’ ambiente, a collaborare attivamente a questa campagna informativa.

Csa Intifada/Comunità in Resistenza
Cobas Empoli-Valdelsa

***Aggiornamento: Proprio mentre stavamo pubblicando questo articolo, si apprende dal quotidiano locale La Nazione che la ditta Colorobbia ha ritirato il progetto. Attivisti della Comunità in Resistenza intervistati, hanno commentato che probabilmente questa marcia indietro è dovuta alla difficoltà cui si era ritrovata l'amministrazione comunale del Pd, nel dover gestire questa patata bollente proprio pochi mesi prima delle elezioni comunali. La grande risposta dei cittadini e delle associazioni locali ha dato i suoi frutti,. Nonostante tutto, l'attenzione rimane alta, ed il processo organizzativo del comitato non si ferma, perchè dopo le elezioni di maggio, chissà che non ricompaia il progetto che per il momento è stato fermato.

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