VERONA — «La pace sociale si ottiene non solo quando si prende ciò di cui si ha diritto, ma anche quando si rinuncia a qualcosa». Ha dato fondo a tutta la sua filosofia partenopea, ieri il prefetto vicario Elio Faillaci. Ma anche lui ha morso il freno, quando a mezzogiorno è entrato in una sala degli uffici della Provincia, perchè in prefettura si stavano allestando le stanze per i ballottaggi e il referendum. «Oggi siamo qui per batterci fino in fondo», ha esordito. Solo che lui in quel momento è sembrato don Chiscotte. Perchè a fare il mulino a vento ancora una volta è stata la Mondadori. O, meglio, il gruppo Pozzoni. Quello che ieri non ha mandato nessuno al tavolo indetto da Faillaci per trovare una soluzione alla vicenda della Finservice e, soprattuttto, di quei lavoratori delle cooperative, in particolare la RM service, che dall’azienda di Villafontana - appaltatrice per il gruppo editoriale del sistema logistico - avanzano migliaia di euro. E un impiego che, per quei mancati pagamenti, è sfumato.
Sono giorni che quei lavoratori picchettano e protestano davanti alla Mondadori in borgo Venezia. Giorni che loro vengono spostati più o meno a forza dalla polizia e giorni che i camion che devono rifornire lo stabilimento faticano ad entrare. Lui, il prefetto vicario, le ha provate tutte. Anche a convocare quel tavolo attorno al quale, ieri, si sono ritrovati l’avvocato Roberto Malesani e i rappresentanti del sindacato Adl-Cobas con due lavoratori, l’avvocato Paolo Passarin della Rm e il commercialista Guido Benetta, che rappresenta la Ben Log, un’azienda che è la «cassaforte » della liquidazione Finservice. E’ lui, il commercialista, che ha dato, subito, il polso della situazione. «Vengo da Pordenone - ha sbottato - mi sciroppo centinaia di chilometri in uato di corsa e arrivo qui per vedere che non c’è nessuno della Mondadori». Già, perchè - come ha tentato di spiegare Faillaci - nessuno, ma proprio nessuno, dell’azienda era stato in grado di essere presente per precedenti impegni. Eppure in prefettura, ieri mattina, c’era pure l’assessore comunale Alberto Benetti, mandato dal sindaco. Presenza fondamentale sotto vari punti di vista. Il primo, in particolare, quello della volontà. Che, evidentemente, palazzo Barbieri ha dimostrato a differenza di altri, essendo presente anche se la convocazione del tavolo era avvenuta solo la sera precedente.
La «battaglia» di Faillaci in realtà non c’è stata. Nel senso che mancando uno dei «soggetti » non si è arrivati a molto. «Eravamo già pronti per un accordo con Mondadori ha spiegato il vice prefetto - e venerdì scorso eravamo arrivati alla possibilità di sottoscriverlo. L’azienda lo ha fatto saltare adducendo aspetti giuridici controversi. In tutto questo noi stavamo lavorando in silenzio. Solo che la situazione è degenerata, con le proteste dei lavoratori. Il tavolo di oggi è fondamentale per sensibilizzare gli industriali, che devono uscire allo scoperto su questa vicenda». Già, quegli industriali sempre evocati - con tanto di «atto di presenza » dei lavoratori RM all’assemblea annuale dell’associazione - e mai comparsi in tutta la vicenda. Quell’associazione in cui Roberto Andreetto, titolare della Finservice ora in liquidazione volontaria, era presidente dell’ente formativo, il consorzio Cim & Form. Faillaci il bastone lo ha usato anche con altri. «Mi chiedo dove siano anche le forze politiche perchè qui, a parte il Comune, non si è visto nessuno ». Ieri, in prefettura, è stato come giocare a tresette con il morto. Da una parte il sindacato che chiede che la Mondadori, in base alla legge Biagi, si faccia carico degli obblighi finanziari verso i lavoratori delle cooperative o che venga stipulato un contratto con un’azienda, come la Ben Log o altre, che riassumerebbero le persone rimaste senza lavoro. Dall’altra quello che si era già messo sul tavolo nelle precedenti riunioni. Fuori, confusi tra i turisti, quei lavoratori che da sei mesi non vedono un euro. A mancare all’appello, però, è sempre e solo una parte. Il primo anello di una catena a cui sono inchiodate almeno cinquanta famiglie. Quelle di chi non ha più un lavoro.
E’ al sindaco Tosi che il prefetto vicario ha «dato mandato » per fare da intermediatore tra tutte le parti. L’assessore Benetti gli ha riferito quanto emerso dal tavolo. «Ci proviamo», ha detto lui. Che per la vicenda di quei lavoratori ha fissato un incontro il 26 giugno, in Comune. «Sono assolutamente sicuro ha detto Tosi - che al nostro tavolo Mondadori ci sarà. In ogni caso in questi giorni vaglieremo altre soluzioni». Potrebbe spuntare quindi qualcun altro - oltre a Ben Log, Hdl o Archimeda, che si erano fatte avanti per riprendere il contratto di Finservice - pronto a prendersi gli oneri, ma anche gli onori (in termini economici) degli appalti per il settore della logistica del colosso editoriale del gruppo Pozzoni.
Tratto da: Corriere del Veneto - Verona