Verso le mobilitazioni contro la settimana nera di Milano

Milano: un tranquillo week-end di paura

Analisi post 25 aprile

26 / 4 / 2010

È stata una due giorni molto impegnativa e umiliante, quella appena passata, per neo-nazisti, fascisti e tutti gli organi di repressione che li spalleggiano e li coprono.

Sin da sabato 24 aprile migliaia di robottini, sotto la sapiente regia di De Corato, si sono spostati lungo le strade della città, militarizzandola con i loro corpi chiusi in divise antisommossa e con le psichedeliche sirene blu delle loro camionette blindate.

Come i migliori giocatori di risico, sindaco e vice-sindaco si sono impegnati al massimo per posizionare i loro soldatini sul tabellone metropolitano, con il preciso scopo di impedire ogni assembramento di individui pensanti, quindi potenzialmente molto pericolosi.

La loro partita è iniziata però con una pesante sconfitta: nel pomeriggio di sabato, dopo le provocazioni e le aggressioni impunite attuate da hammerskin e neo-nazi davanti a diverse scuole superiori, polizia e carabinieri attendevano in assetto antisommossa un pericoloso presidio/volantinaggio comunicativo antifascista nelle vie adiacenti al parco Ramelli - luogo in cui il 2 Maggio si terrà un concerto nazirock patrocinato dal Consiglio di Zona.

L’unico risultato che hanno ottenuto è stato quello di chiudere e blindare la minuscola area verde ed impedire ai bambini del quartiere la fruizione del già risicato spazio per giocare.

Peccato! Forse per l’armata blu sarebbe andata meglio nella serata: un pericoloso “botellon”, una festa di piazza libera e spontanea, minacciava infatti  la tranquillità della città meneghina. Come si poteva leggere pubblicamente già da settimane in rete, gli studenti della Bicocca si erano dati appuntamento nella piazza dell’Università  per festeggiare, divertirsi e creare socialità in quel deserto e cementificato quartiere direzionale, anche in opposizione ai volantinaggi effettuati in ateneo da Blocco studentesco nei giorni scorsi.

Alle 21 di sabato, i lugubri viali della Bicocca contavano parcheggiate decine di camionette di polizia e carabinieri, decine di pattuglie di vigili e “anonime” auto della digos, a chiudere ogni ingresso alle piazze dell’Università. Per gli studenti, che stavano arrivando numerosi, sembrava non esserci speranza alcuna: poliziotti in anti-sommossa e vigili urbani rincorrevano come segugi ogni minima traccia di alcool, intimando ai pericolosi bevitori di vuotare in terra il contenuto di lattine e bottiglie e gettare il contenitore nel cestino, pena una multa di 450 euro.

Risultato è che, ad un certo punto, le pedine di sindaco e vice-sindaco, per spirito di auto conservazione, hanno smesso di rincorrere ogni lattina di birra e si sono accucciati negli angoli delle strade, ad osservare migliaia di ragazzi con bonghi, chitarre e cerchi di fuoco fino alle 3 del mattino.

Gli studenti sono così riusciti a riprendersi la piazza e a festeggiare e gioire, affermando con i loro corpi che l’università e il sapere sono antifascisti, come ribadivano gli striscioni appesi in piazza, togliendo così ogni possibile agibilità a fasulle organizzazioni studentesche che strumentalizzano gli spazi del sapere per divulgare le loro logiche militaresche e razziste.

Non è andata molto meglio il 25 aprile, giorno in cui le istituzioni della città pensavano di perpetrare il loro piano revisionista di quel periodo storico che guida le nostre lotte e la nostra vita: la Resistenza e la Liberazione dal nazi-fascismo.

Nonostante in queste ultime settimane abbiano accelerato esponenzialmente il processo di sdoganamento dei nuovi fascisti, dando patrocini ad eventi nazisti e ostacolando ogni espressione di dissenso, non gli è invece riuscita la consueta passerella in quel grande momento di piazza che è il 25 Aprile: Moratti, Podestà, forze politiche di centro-sinistra conniventi nei fatti con la destra sono stati sbugiardati dalle migliaia di cittadini critici e resistenti, che con la loro voce e i loro corpi hanno portato per le strade di Milano migliaia di declinazioni diverse di quello che significa oggi RESISTERE, uniti tutti nel ribadire il loro no a fascisti, nazisti, xenofobi e razzisti.

Oggi, dopo questo lungo week-end di paura, le uniche dichiarazioni riguardano la cattiva gestione della piazza, perchè il dissenso e le voci critiche vengono visti sempre e solamente come problemi di ordine pubblico, da zittire e reprimere.

Non ci stupiamo di tutto questo: è normale ed in perfetta armonia con quanto succede in molte altre città del nostro paese, che ciò accada là dove uno studente non è una risorsa da tutelare ma una fonte di entrate economiche ed un animale sociale da soffocare; dove le istituzioni cittadine concedono spazi, patrocini e finanziamenti a raduni dichiaratamente neonazisti, come sta succedendo a Roma e Milano.

Per questo, ora più che mai, continueremo a vivere e far vivere Milano, riprendendoci gli spazi negati e opponendoci al continuum di violenza razzista e fascista che avviluppa la città e denuda la vita dei suoi abitanti, privandola di significato e storia.  

CSOA CASALOCA

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