Milano - Macao entra a Palazzo Citterio

Articolo in aggiornamento

19 / 5 / 2012

Partita con una caccia al tesoro, la marcia di Macao arriva e apre il Palazzo Citterio in centro.

Tutti entrano dentro il palazzo e si comincia a animare la nuova casa di Macao.

Alle 15.30 viene convocata una conferenza stampa.

La conferenza stampa inizia con un comunicato su Brindisi. All'occupazione partecipa l'intera rete dei teatri occupati. L'assemblea a Palazzo Citteri è partecipatissima, e vengono invitati i giornalisti a fare domande. Dal Corriere della Sera viene chiesto quale tipo di risposta ci si aspetta dall'amministrazione comunale. Gli occupanti dicono che ci si aspetta una reazione dalla cittadinanza, per rimettere la cultura al centro dei valori sociali; si tratta di un processo in continuo divenire, dove l'intenzione è quella di prendersi cura degli spazi di cultura. E' un progetto inclusivo, aperto a tutti.

Gli occupanti presentano un esaustivo dossier in cui raccontano la storia trentennale di speculazioni che hannoio segnato la vita di Palazzo Citterio.

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Si chiude la conferenza stampa per aprire l'assemblea di apertura dei lavori. Si propone di utilizzare l'auditorium principale del palazzo con la raccomandazione di non utilizzare gli altri spazi prima di metterli in sicurezza. Infine viene lanciata la partecipazione di una delegazione di MACAO al presidio di solidarietà per la strage di Brindisi. In serata di nuovo ci si incontro in assemblea.

Aggiornamenti in macao.mi.it

COMUNICATO MACAO 19 MAGGIO

MACAO LIBERA PALAZZO CITTERIO

È con piacere che inauguriamo nuovamente MACAO, centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano. Un grande esperimento di costruzione dal basso di uno spazio dove gli artisti e i cittadini possono riunirsi per inventare un nuovo sistema di regole e sperimentare nuovi linguaggi comuni. Un laboratorio politico-culturale che partendo dal coinvolgimento di centinaia/migliaia di cittadini attivi vuole attivare nuove forme di democrazia reale.

Sabato 5 maggio abbiamo liberato la Torre Galfa riqualificando e rendendo vivo uno spazio privato che da 15 anni era stato abbandonato. L’occupazione ha messo in evidenza con forza come logiche speculative e di profitto governano di fatto questa città. Siamo stati sgomberati dalle forze dell’ordine, ignorando la volontà di migliaia di cittadini di autodeterminarsi creando un nuovo spazio comune dove confrontarsi e relazionarsi. Abbiamo deciso di restare lì, di fare un presidio permanente in via Galvani, per continuare a denunciare lo scandalo legato all’impero finanziario di Ligresti e per riorganizzarci all’aperto favorendo nuovamente la partecipazione della cittadinanza.

Se il privato persegue solo logiche di profitto, il pubblico e chi dovrebbe amministrare il bene pubblico ha di fatto fallito il suo compito. Politiche economiche e sociali al servizio di un sistema neoliberista che privilegia pochi a danno di molti hanno impoverito questo paese. L’assenza di politiche culturali ha aggravato la situazione desertificando culturalmente e socialmente questo paese. Gli spazi culturali sono stati abbandonati e resi vuoti svalutando un patrimonio artistico di enorme valore.

È per questo che oggi 19 maggio Macao ha deciso di liberare e ridare alla cittadinanza palazzo Citterio. Vogliamo creare un luogo aperto, vivo e accessibile dove l’arte venga vissuta come bisogno primario dell’essere umano. Palazzo Citterio è da molti anni parte di un progetto di grande rilancio culturale che coinvolge l’accademia di Brera e la Pinacoteca. Tale ristrutturazione non è mai partita per colpa di un uso strumentale e corrotto dei commissariamenti pubblici nella logica dei grandi eventi. 

Macao propone qui un processo del tutto differente e innovativo: vuole restituire alla città chiarezza su come i fondi pubblici sono gestiti, vuole mettere in discussione e non dare per scontato il progetto che si andrà ad attuare e, soprattutto, vuole aprire un laboratorio di idee e pratiche per cui sarà la cittadinanza stessa a ripensare Palazzo Citterio. 

Viva Macao e buon lavoro a tutti. 

Siamo una rete di soggetti che stanno operando fianco a fianco all’interno di questa lotta: Nuovo Cinema Palazzo di Roma, Teatro Valle Occupato di Roma, Sale Docks di Venezia, Teatro Coppola di Catania, Asilo della Creatività e della Conoscenza di Napoli, Teatro Garibaldi Aperto di Palermo

Comunicato stampa 18 maggio 2012

M^C^O… SE NON CI FOSSE BISOGNERÀ INVENTARLO
L’assemblea di MACAO ha deciso di non prendere parte all’incontro di oggi indetto dall’amministrazione comunale presso l’ex Ansaldo per discutere l’assegnazione dello spazio in questione.

È in atto a MACAO un processo costituente, che ha tempi di elaborazione e modalità decisionali non compatibili con quelli proposti dalla giunta. MACAO apprezza comunque l’apertura che l’amministrazione pubblica di Milano ha dimostrato, riconoscendo la legittimità di questo percorso.

 L’appuntamento di oggi pomeriggio coinvolge tutte le associazioni culturali e i soggetti che hanno già richiesto, tramite bando o assegnazione, uno spazio all’ex Ansaldo. MACAO non intende sottrarre spazi già destinati ad altri né guadagnare corsie preferenziali.

La proposta dell’ex Ansaldo rischia di innescare una modalità verticistica e competitiva, che è incompatibile con la pratica e la metodologia orizzontale e partecipativa che è nella nostra natura. L’amministrazione dall’alto di spazi e risorse (per quanto illuminata) è cosa diversa dall’autogoverno dal basso, diretto e partecipato.

Le assemblee continuano ad essere partecipate da centinaia di cittadini insieme ai lavoratori della conoscenza e dell’immateriale. Oltre ad affrontare la questione legata agli spazi fisici sono laboratori di confronto, riflessione e autodeterminazione. In antitesi alle politiche di austerità e all’attuale sistema economico e politico in piena crisi, MACAO apre uno spazio pubblico di discorso, un processo di costruzione dal basso che riconosce centralità e dignità alle questioni sociali e alle pratiche artistiche e culturali.

MACAO non intende essere un altro centro per le arti ma un nuovo centro per le arti, che reinventi le modalità di produzione e fruizione dell’arte e della cultura.

Si pone dunque la necessità di mettere in discussione politiche culturali cittadine e nazionali, e scardinare metodologie di gestione delle risorse e degli spazi, pubblici o privati, per istituire invece la pratica del bene comune.

La lotta che MACAO sta perseguendo nasce e si sviluppa attorno alla Torre Galfa, un simbolo fisico degli accumuli di rendita e della speculazione finanziaria, che mette in luce l’impossibilità di distinguere la separazione fra poteri pubblici e privati.

Dentro e attorno alla Torre si stanno sperimentando forme di democrazia reale.