Milano capitale dei movimenti climatici

Migliaia di persone sfilano alla “Youth for future”. Un lungo applauso per gli attivisti e le attiviste dell’acampada in Piazza Affari

1 / 10 / 2021

Se qualcuno pensava che Milano in questi giorni fosse la “capitale del clima”, nel senso che piace a Cingolani e ai suoi “simili”, si sbagliava di grosso. Milano è sì la capitale del clima, ma lo è dal punto di vista dei movimenti, dei blocchi, delle azioni radicali che hanno messo in discussione in vari modi la legittimità della Pre-Cop di essere una delle ancore di salvezza del pianeta, come millantato da politici e stampa mainstream alla vigilia.

Da alcuni giorni nella città meneghina pulsa la voglia di un cambio di rotta reale, che vada ben oltre le solite litanie che in questi anni la governance ci ha propinato come soluzioni a una crisi che si iscrive in dinamiche secolari di sfruttamento sconsiderato della natura e degli essere viventi. Questo cuore pulsante non è qualcosa di effimero, è fatto di corpi in carne e ossa che non da oggi lottano contro un sistema ingiusto, che sta mettendo a repentaglio la stessa riproduzione biologica della vita nel pianeta.

Corpi che diventano azioni, linguaggi, occupazioni di luoghi simbolici, cartelli, striscioni, cori che dialogano tra loro con tempismo quasi perfetti. Li abbiamo visti e sentiti al Climate Camp, ai blocchi stradali di ieri, all’acampada di piazza Affari. Li abbiamo visti e sentiti durante il sesto Climate strike lo scorso 24 settembre e nella grande manifestazione studentesca di oggi, la “Youth for Future”. Una marea che ha invaso le strade di Milano e che inscena una manifestazione di massa che tiene senza ombra di dubbio il punto rispetto alla sfida epocale in atto.

Il corteo eccede politicismi e strumentalizzazioni trapelate nei giorni scorsi, figlie di una narrazione forzata nella quale la questione climatica è vista come terreno pacificato.

Perché no! La lotta per il clima non può essere pacificata, e lo dimostrano i migliaia di cartelli che ancora una volta esprimono in piazza la voglia di abbattere quel sistema che, allo stesso tempo, produce e gestisce la crisi climatica. Lo dimostra anche l’emozionante abbraccio che la piazza ha fatto agli attivisti e le attiviste di Rise Up 4 Climate Justice e della Climate Justice Platform che da ieri sera stavano occupando con le tende Piazza Affari, chiudendo la Borsa di Milano con catene e orsogrill. In quel lungo applauso fatto dal corteo, mentre ancora nella scalinata della Borsa campeggiavano le tende, passa il senso di questa sfida: la voglia collettiva di attaccare con coraggio i tanti “nemici del clima”.