dopo sgombero, cariche e arresti la risposta dell'altra città

Migliaia in corteo. Una moltitudine per lo Zeta

il prefetto convoca un tavolo d'urgenza. Ora si accorgono che qualcosa è cambiato

23 / 1 / 2010

Migliaia, tanti, diversi e mai come oggi insieme, uniti. E' la sintesi di una giornata straordinaria, che ha scaldato il cuore di chi da anni si batte contro la devastazione sistematica di una città che sembrava votata solo alla rassegnazione. Dire che c'erano proprio tutti oggi, non è esatto. Erano molto di più di "tutti", quelli che hanno reso possibile che un fiume di gente riempisse le strade del centro del capoluogo siciliano, e interrompesse un'astinenza da partecipazione pubblica che durava da tempo. Solo i recenti cortei dell'Onda costituivano una preziosa eccezione, ma oggi la questione era molto più complicata. In gioco un piccolo, grande spazio del "comune", certamente non pubblico per la sua determinazione a stare da una parte, quella in particolare dei rifugiati politici del Sudan, e in generale dei più deboli. E ovviamente non privato, per vocazione e desiderio di chi lo ha riempito collettivamente o singolarmente di fatiche e gioie, mettendole semplicemente a disposizione di altri. Il "comune", la sua potenza capace di sprigionarsi anche da ciò che è esile, poco strutturato, hanno oggi preso la scena. La battaglia per lo Zeta ha messo insieme le tante diversità che diventano spesso un'alibi in questo mondo terribile, per poter cercare nascondigli senza sentirsi fuggiaschi. Non importava da dove venivano, ma dove si andava in marcia. Le soggettività che sono il Laboratorio, hanno impostato queste giornate di lotta con il "camminare domandando" come imperativo. Ogni passo e ogni azione fatta con molta umiltà, con l'incertezza e la timidezza di chi ha il grande privilegio di essere travolto dalla solidarietà, dalla vicinanza di tanti. Una terra di migranti non poteva che restituire oggi, anche l'immagine di tanti pezzi dello Zeta che oggi sono in giro per il mondo, per lavoro, per destino e per caso, che tornano in fretta a casa, per poter condividere con i loro fratelli e sorelle di sempre ogni attimo. E ora, dopo questa grande giornata, può darsi che niente sia più come prima. Di sicuro c'è solo il fatto che se volevano uccidere lo Zeta, hanno fatto rivivere una città intera.

la manifestazione